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27/04/2010 07:42:49

E' guerra aperta nel Pdl siciliano. Oggi incontro Berlusconi - Miccichè. L'Ars continua la discussione sul bilancio

E’ questo il primo commento dell’On. Paolo Ruggirello (Mpa), Deputato Questore all’Assemblea Regionale Siciliana, dopo che ieri l’Aula di Sala d’Ercole ha approvato, all’unanimità, il rendiconto delle entrate e delle spese dell’Ars nel 2009 ed il progetto di bilancio dell’Assemblea, corredato del preventivo per il triennio 2010 – 2012, così come predisposto dal Collegio dei Deputati Questori, presieduto dall’On. Giovanni Ardizzone.
In particolare, dalla relazione dei Deputati Questori, in merito al rendiconto delle entrate e delle spese dell’Ars nel 2009, si evince come un’oculata gestione abbia permesso un avanzo finanziario di esercizio di 4 milioni 73 mila e 213,17 euro, oltre un milione in più risultato al 2008. L’avanzo scaturisce da maggiori entrate (1.281.937,91 euro) e minori spese (2.791.275,26 euro) rispetto alle previsioni iniziali. Nel totale le entrate effettive sono state 167 milioni 566 mila 340,11 euro mentre le uscite 163 milioni 493 mila 126,94 euro, l’1,68% in meno rispetto al Bilancio di previsione 2009. In diminuzione le spese sostenute per gli “Uffici di Rappresentanza” di Roma, Bruxelles e Catania ed i trattamenti dei deputati in carica e cessati dal mandato (circa il 3%). Notevolmente ridimensionata, circa il 30%, anche le spese per i servizi informatici, mentre l’Assemblea ha arricchito il proprio patrimonio con l’acquisto di beni mobili inventariati per 277 mila euro (80 mila sono stati investiti in opere d’arte ed arredi che hanno interessato gli Uffici di rappresentanza). Invariata, infine, la spesa per l’acquisto dell’insieme di beni e servizi ordinari (energia elettrica, gestione delle autovetture ecc.).
“Sono estremamente soddisfatto per il fatto che entrambi i documenti finanziari hanno ottenuto l’approvazione all’unanimità, senza che siano stati presentati emendamenti – commenta l’On. Paolo Ruggirello -. Di certo si tratta di un risultato positivo per il Collegio dei Deputati Questori, che ha ottenuto anche da parte dell’Aula il giusto riconoscimento per il lavoro svolto nell’interesse della Regione, improntando la gestione dell’Ars a criteri di massima correttezza, oculatezza e trasparenza”.


 

Riprenderanno questa mattina alle 10 i lavori all'Assemblea regionale siciliana per proseguire l'attivita' d'aula con il seguito della discussione del bilancio per le parti che riguardano le uscite e il dibattito sulla finanziaria. Ieri l'Ars, presieduta dal vicepresidente vicario Santi Formica, ha approvato gli articoli del rendiconto e del bilancio interno del Parlamento siciliano che ammonta a oltre 171 milioni di euro. E' stato avviato anche l'esame del bilancio di previsione della regione per l'esercizio finanziario in corso i cui relatori sono Riccardo Savona per la maggioranza e Antonino D'Asero per la minoranza. Dopo la conclusione della lunga discussione generale sui documenti finanziari della regione e la replica agli intervenuti nel dibattito da parte dell'assessore alle finanze Michele Cimino, l'Assemblea ha approvato il primo articolo del disegno di legge sul bilancio di previsione per l'esercizio finanziario in corso con le entrate e la relativa tabella.

Nel pomeriggio al via la lunga maratona d'aula per l'approvazione della Finanziaria.

L’ultima battaglia aperta nel Pdl siciliano riguarda una interpellanza di 34 deputati nazionali, di cui molti siciliani, diretta al Ministro dell’Economia, Giulio Tremonti . L’interpellanza mette a nudo presunte omissioni del governo Lombardo con un’accusa precisa: violazione del patto di stabilità.

Secondo 34 parlamentari del Pdl, che hanno firmato un'interpellanza al ministro dell'Economia Giulio Tremonti depositata il 21 aprile, "la politica perseguita dalla Regione Sicilia, tenuto conto delle modalità con le quali viene gestita la spesa corrente e in conto capitale, rischia di incidere fortemente sul patto di stabilità interno". I parlamentari mettono in dubbio la manovra economico-finanziaria in discussione tra oggi e domani all'Assemblea regionale siciliana e chiedono al ministro "se non intenda monitorare l'andamento della vicenda, adottando ogni iniziativa di competenza al fine di garantire il pieno rispetto del patto di stabilità".

 

Nell'atto ispettivo, i parlamentari, molti dei quali sono siciliani, scrivono che nell'ambito dell'accordo sul patto di stabilità interno per il 2009 "la Regione ha ottenuto che i livelli di spesa fossero incrementati dell'importo di 138 milioni di euro, al fine di compensare eventuali eccedenze al limite dei pagamenti della regione assoggettati al patto di stabilità interno ovvero al fine di coprire l'eventuale superamento da parte di enti locali siciliani degli obiettivi di cui al medesimo patto".

 

"La Regione Sicilia, nel suo recente passato - si legge nell'interpellanza - si è contraddistinta in taluni casi per l'assoluta artificiosità delle entrate destinate a finanziare le crescenti spese che ha alimentato, avendo, ad esempio, per più esercizi finanziari previsto in entrata 900 milioni di euro per la valorizzazione dei propri immobili, al solo fine di ottenere un artefatto pareggio di bilancio, non supportato poi da alcuna risorsa finanziaria reale".

 

I parlamentari citano anche "la vicenda relativa all'istituzione del fondo di quiescenza del personale della regione Sicilia". "L'articolo 15 della legge regionale del 14 maggio 2009, n. 6 - c'é scritto nell'interpellanza - aveva disposto l'istituzione, a decorrere dall'esercizio finanziario 2010, del fondo di quiescenza, avente natura giuridica di ente pubblico non economico, per il pagamento del trattamento di quiescenza e dell'indennità di buonuscita del personale regionale e la valorizzazione delle relative contribuzioni; per costituire il montante contributivo sin qui maturato a garanzia delle pensioni e delle buonuscite del personale regionale in servizio era necessario un importo di 885 milioni di euro, come stimato dal comma 3 della citata disposizione".

 

"Posto che le citate somme non erano mai state accantonate - proseguono i parlamentari del Pdl - il comma 4 dell'articolo 15 a decorrere dall'esercizio finanziario 2010 fissava un limite di impegno quindicennale di 59 milioni di euro, che dunque sin dal bilancio regionale in corso di approvazione la Regione sarebbe tenuta ad accantonare, al fine di evitare che la situazione di sostanziale commistione di entrate fiscali e contributi che hanno tutt'altra natura realizzi un 'pareggio di bilancio' basato su dati fallaci".

 

"Si registra tuttavia una situazione di stallo amministrativo ingiustificata da parte del governo regionale - denunciano i parlamentari del Pdl - si è avuta addirittura notizia che l'assessore regionale delle Autonomie locali, invece di attivare le iniziative normativamente previste per avviare l'immediata operatività del fondo ha proposto al presidente della regione la presentazione in seno alla legge finanziaria regionale un emendamento che differisca l'attivazione del fondo di quiescenza all'esercizio finanziario 2011. Ciò comporta che la regione Sicilia potrebbe iscrivere a bilancio circa 140 milioni di euro (prima quota di ricostituzione del montante contributivo pari a 59 milioni di euro e dall'importo stimato dei contributi da accantonare per l'anno 2010 pari a circa 80 milioni di euro) perseverando a perpetuare uno stato che la Corte dei conti, in più relazioni, aveva stigmatizzato".

 

"Se ci fosse stata la necessita' di ribadire come taluni parlamentari siciliani lavorino contro, e non a favore, della loro terra, premettendo gli interessi di parte a quelli della Sicilia, costoro sono stati adesso serviti". Lo dice l'assessore regionale all'Economia, Michele Cimino, commentando l'interpellanza urgente presentata da un gruppo di deputati, molti dei quali siciliani.

"Tra l'altro - continua Cimino - i firmatari di questa interpellanza al ministro dell'economia,
perseguendo l'obiettivo di destabilizzare il governo della Regione, usano un'arma spuntata, come dovrebbe sapere bene l'onorevole Alessandro Pagano, che e' stato assessore regionale al Bilancio. Pagano avrebbe fatto bene a informarsi meglio, anziche' partire a testa bassa, con un atto che non avra' conseguenze, immaginando apprendisti stregoni all'opera per truccare le carte. Un'arte che non appartiene a questo governo che, invece, si trova alle prese con una situazione difficile, ereditata da passate gestioni, compresa quella dell'onorevole Pagano".

"Questo governo - aggiunge l'assessore - sta compiendo scelte difficili e trasparenti per un Bilancio che rifletta la disponibilita' di risorse, senza poste di entrata "artificiose" o eventuali uscite superiori a quelle previste per le quali non venga trovata una copertura, con leggi di assestamento dell'esercizio".

Entrando nel merito del contenuto dell'interpellanza, il governo precisa che "il Patto di stabilita' per il 2009 firmato con il ministero prevede che i livelli di spesa siano incrementati di 138 milioni per compensare eventuali eccedenze dei pagamenti della Regione o per dare copertura all'eventuale superamento da parte degli enti locali dei limiti di spesa. Ebbene, ci siamo avvalsi di quell'innalzamento del limite di spesa per 16 milioni e duecento mila euro".

Quanto alla costituzione del Fondo di quiescenza, "dopo l'abrogazione, nel 1979, del Fondo di quiescienza, la Regione si e' fatta carico di tutti gli oneri conseguenti, come il pagamento dei Tfr e delle pensioni, e delle spese di funzionamento derivanti dalla gestione della previdenza del personale. Nel 2009, dopo trent'anni, grazie a questo governo, e' stata approvata la legge che autorizza l'istituzione di un nuovo fondo di quiescenza e, gia' quest'anno, sono state attivate le procedure per attivarlo.

L'emendamento alla Finanziaria in discussione all'Ars, infine, non punta affatto a rinviare la costituzione del Fondo stesso, ma a consentire di definire i passaggi tecnico-contabili necessari. Tra l'altro, sotto il profilo finanziario, il disegno di legge prevede che in alternativa al versamento delle somme al Fondo, la Regione possa trasferire immobili di pari importo".
 

Oggi  le sorti dell’esecutivo siciliano verranno decise a Roma nell’incontro fra il sottosegretario Gianfranco Miccichè e il Presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi. Berlusconi ha annunciato in un suo intervento, in risposta alle contestazioni di Gianfranco Fini sulla disparità di “trattamento” fra il gruppo finiano autonomo di Roma e gli scissionisti siciliani del Pdl Sicilia, che avrebbe messo mano alla questione isolana in modo definitivo.