Informativa
Questo sito o gli strumenti terzi da questo utilizzati si avvalgono di cookie necessari al funzionamento ed utili alle finalità illustrate nella cookie policy.
Se vuoi saperne di più negare il consenso a tutti o ad alcuni cookie, consulta la cookie policy.
Chiudendo questo banner, scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie. I cookie ci aiutano a fornire i nostri servizi.
Utilizzando tali servizi, accetti l'utilizzo dei cookie. Cookie Policy   -   Chiudi
09/05/2010 07:00:00

Il Coordinamento per la Pace di Trapani ricoda Felicia e Peppino Impastato

 

CIAO PEPPINO, CIAO MAURO

Peppino Impastato era convinto che per distruggere la mafia e i poteri forti bisognava demolirne la legittimità sociale, smascherare la peppinoimpastato.jpgloro miseria, denunciare a viso aperto la loro criminalità.
E così, per squarciare la cappa di omertà che soffocava Cinisi, Impastato e i suoi compagni diedero vita a Radio Aut, un esperimento coraggioso di controinformazione diretta e senza filtri, autogestita e senza padroni.

Mauro Rostagno era convinto che per distruggere la mafia e i poteri forti bisognava demolirne la legittimità sociale, smascherare la loro miseria, denunciare a viso aperto la loro criminalità.
E così, per squarciare la cappa di omertà che soffocava Trapani, Rostagno e i suoi collaboratori rilanciarono una piccola televisione di provincia, un esperimento coraggioso di informazione libera e indipendente.

Impastato e Rostagno sono stati ammazzati dalla mafia, a dieci anni di distanza l’uno dall’altro. In entrambi i casi, le istituzioni hanno fatto di tutto per occultare la verità e depistare le indagini sulle loro morti. In entrambi i casi, la prima carta giocata dal potere è stata la calunnia: Peppino fu tacciato di essere terrorista, Rostagno una specie di spacciatore.

Le lotte di Peppino Impastato, di Mauro Rostagno, di Giovanni Spampinato e di tutti i giornalisti che hanno pagato col sangue il prezzo della loro libertà, devono servire da esempio affinché l’impegno antimafia possa radicarsi sempre di più nelle coscienze e nelle pratiche di ognuno di noi.
Lottare contro la mafia significa dire le cose come stanno, puntando il dito contro i soprusi, impegnandosi in prima persona contro le ingiustizie sociali.
L’emancipazione della Sicilia non la regaleranno i tribunali, dovranno essere i siciliani a conquistarla.

Coordinamento per la Pace - Trapani