la notizia, poi smentita, della richiesta d'arresto avanzata nei suoi confronti dalla Procura di Catania. "Lombardo si dovrebbe dimettere - ha detto Cuffaro uscendo dal tribunale di Palermo dove è imputato per mafia - non per motivi giudiziari, ma deve andarsene per motivi politici. Sul governatore esprimo solo un giudizio politico, e credo che la sua giunta debba lasciare perchè ha fatto scendere la Sicilia nelle classifiche nazionali e internazionali. Basta vedere quello che è successo col Banco di Sicilia, che ha perso la propria identità "
"Ho sempre avuto piena fiducia nella magistratura e nelle forze dell'ordine. Voglio una Sicilia che continui finalmente il percorso di sviluppo nella legalità che abbiamo intrapreso e che si tenta in tutti i modi di fermare". Lo dice il presidente della Regione siciliana, Raffaele Lombardo, commentando gli articoli che riguardano l'indagine in cui è coinvolto a Catania, apparsi oggi sul quotidiano "La Repubblica".
"Le riforme - aggiunge - che stiamo realizzando non hanno precedenti in Sicilia: nella sanità , nei rifiuti, nella gestione dell'acqua, in campo energetico e nel sistema burocratico. La Sicilia andrà avanti, malgrado attacchi ed avversari sempre più inquietanti.
Ringrazio il capo della Procura di Catania, Vincenzo D'Agata, per la limpidezza delle sue dichiarazioni che hanno evitato una gravissima strumentalizzazione che poteva compromettere la tenuta del governo e con esso un percorso storico di cambiamento, impedendo che la Procura divenisse parte in uno scontro micidiale dal quale dipende il futuro dell'isola e financo della mia vita".
Intanto ieri Lombardo è stato interrogato come “persona informata dei fatti” in Procura a Palermo: Raffaele Lombardo è stato sentito per un paio d’ore sui termovalorizzatori. L’audizione, prevista per oggi pomeriggio, è stata anticipata ieri su richiesta dello stesso governatore, che si è presentato dai pm Leonardo Agueci e Nino Di Matteo. Il presidente ha chiarito alcuni punti dell’esposto presentato in marzo dall’assessore all’Energia del suo governo, Pier Carmelo Russo.
CUFFARO. "C'e' ancora una cosa che ci accomuna con il presidente della Regione Raffaele Lombardo: la fiducia nella magistratura...". Lo ha detto all'ADNKRONOS l'ex governatore siciliano Salvatore Cuffaro parlando dell'inchiesta giudiziaria che vede coinvolto, il suo successore, Raffaele Lombardo, indagato a Catania per concorso esterno in associazione mafiosa. Aspettando l'inizio del'udienza nel processo, con il rito abbreviato, in cui Cuffaro e' imputato per concorso esterno in associazione mafiosa, l'ex presidente della Regione parla di Lombardo: "A mio avviso si dovrebbe dimettere, subito, anzi lo avrebbe gia' dovuto fare. Ma non certo per motivi giudiziari, non potrei essere mai io a chiederlo. Parlo di motivi politici. Basta vedere la classifica in cui ha fatto precipitare la Sicilia".
E fa qualche esempio: "Non c'e' una misura comunitaria, c'e' una paralisi totale nell'amministrazione -dice ancora Cuffaro- basti pensare al Banco di Sicilia che sta per essere assorbito da Unicredit facendo perdere cosi' alla regione quasi 300 milioni di euro di tasse che entravano proprio nelle casse dell'Isola. E nessuno si occupa di questo".