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21/05/2010 08:25:16

Spatuzza: "Servizi segreti coinvolti nelle stragi". Salvatore Borsellino incontra Massimo Ciancimino

Come anticipato da Alfio Caruso nel suo "Milano ordina uccidete Borselllino", e come pubblicato dal settimanale L’Espresso, da domani in edicola, il pentito Gaspare Spatuzza avrebbe riconosciuto in uno 007 in servizio in Sicilia all’epoca delle stragi del ‘92 il misterioso personaggio che affiancava i killer di cosa nostra nel confezionamento dell’autobomba che massacrò il magistrato e la sua scorta. occhiborsselino.jpgUn’indicazione importante che dà corpo alla tesi di un coinvolgimento nell’eccidio di entità esterne a cosa nostra, finora solo ipotizzata, confermata, in qualche modo, da Massimo Ciancimino, il figlio dell’ex sindaco mafioso di Palermo che sta raccontando i misteri della trattativa tra Stato e mafia. Ciancimino jr ha rivelato ai pm di conoscere il misterioso 007 che aveva rapporti col padre.

Gaspare Spatuzza sta ricostruendo negli interrogatori resi alle Procure di Palermo, Caltanissetta e Firenze il periodo oscuro fra la primavera del 1992 e l’estate del 1993, quando Cosa nostra cambiò strategia, esportando il terrore “in Continente”.

BORSELLINO E CIANCIMINO. "Perché dovrei provare imbarazzo a sedere accanto a Massimo Ciancimino? Potrei provare imbarazzo a sedere piuttosto accanto a uomini dello Stato come l'ex ministro Martelli e Violante, che hanno aspettato 17 anni e le rivelazioni di Ciancimino per ricordare che la trattativa tra mafia e Stato c'è stata". Lo ha detto Salvatore Borsellino, fratello del giudice ucciso dalla mafia nella strage di via D'Amelio il 19 luglio del '92, intervenendo alla presentazione del libro 'Don Vito', scritto da Massimo Ciancimino e dal giornalista Francesco La Licata.

 

"Potrei imbarazzarmi - ha detto ancora Borsellino - a sedermi accanto al vicepresidente del Csm Nicola Mancino, che continua a non ricordare di aver incontrato mio fratello pochi giorni prima della strage. Come si fa a dire di non ricordarsi la faccia di mio fratello?". poi ha sottolineato: "Non mi interessano le motivazioni che hanno spinto Ciancimino a parlare con i magistrati, l'importante è che lo stia facendo. Posso solo invitarlo a non rendere dichiarazioni a rate".

 

"Quando gli uomini dello Stato decisero di avviare la 'trattativa', si è voluto avallare e accettare, o accelerare il programma di morte di Toto' Riina, che aveva deciso l'uccisione di alcuni personaggi, tra cui il giudice Paolo Borsellino". Lo ha detto Massimo Ciancimino, rispondendo alla presentazione del suo libro, alla domanda di Salvatore Borsellino, fratello del giudice, se al momento dell'avvio della trattativa tra lo Stato e la mafia il padre, Vito Ciancimino, si sarebbe reso conto che in questo modo "si era anche decisa l'eliminazione fisica di Paolo Borsellino?".

 

 

"Mio padre - ha risposto Ciancimino - non voleva neppure avviare la trattativa, che considerava un peccato mortale. Quando ha visto che da parte di esponenti dello Stato c'era la volontà di portare avanti la trattativa, ha capito che si è voluto avallare l'uccisione di alcune persone". E sul perché abbia deciso di parlare solo adesso, replica a una domanda fatta dal pubblico nell'aula magna della facoltà di Giurisprudenza: "Il mio atteggiamento nei confronti della magistratura non puo' certamente essere 'marzulliano', cioe' mi faccio le domande e mi do le risposte...".

 

Intanto sulla identificazione del 'signor Franco', l'uomo dei Servizi segreti che, secondo Massimo Ciancimino, avrebbe tenuto i rapporti tra Stato e mafia nella cosiddetta trattativa subito dopo le stragi del '92, "la magistratura è ben più avanti di quanto si possa immaginare", ha aggiunto Massimo Ciancimino. Negli ultimi interrogatori avrebbe dato indicazioni precise ai pm di Palermo e di Caltanissetta sulla personalità dello 007, a cui finora non ha mai dato un nome.