Ho preso anche la tessera di Forza Italia, poi ho capito che la politica non fa per me e sono rimasto a guardare. Credo che il governo Berlusconi abbia fatto bene al Paese, anche al Sud, nonostante la Lega. Ma le riforme portate avanti hanno salvato l'Italia dalla crisi. Tuttavia da un po' di tempo a questa parte trovo Berlusconi irriconoscibile. I suoi scandali a sfondo sessuale mi imbarazzano da cittadino prima ancora che da suo sostenitore. Fini non è un traditore, ma invece ha già capito tutto. E io credo che il terzo polo soltanto può adesso salvare l'Italia da Berlusconi. Mi dispiace dirlo, ma è finita un'epoca. E se non vogliamo dare la responsabilità della guida del Paese alle sinistre e a Vendola e Di Pietro bisogna fare un appello alla responsabilità degli italiani.
Giancarlo
Gentile corrispondente,
Io alla fine non ho resistito più. E ho dovuto scriverlo, su Facebook, su Twitter, per liberarmi da un peso, esprimere un sentimento netto: “ A me Berlusconi fa schifo”.
Mi dispiace pure dovere arrivare a tanto. Ma davvero, possiamo ammettere tutto, le persecuzioni, le anime belle, le incomprensioni, le solitudini, i complotti, le sinistre...
Ma ad un certo punto il velo si squarcia. E sotto quel velo c’è un povero vecchio che si trastulla con le ragazzine (che sono minorenni in testa prima ancora che sulla carta di identità) che è convinto di poter comprare tutto, e che più si avvicina alla morte più cerca effimeri sprazzi di vita eterna nei modi più lascivi.
E quando si difende, in televisione, nei suoi show down carichi di espressioni da commesso viaggiatore, viene voglia quasi di alzagli le mani.
Perché il problema – come diceva il mai rimpianto abbastanza Gaber – non è Berlusconi in sé, ma il Berlusconi in me. Perché tutti i maschi italici vorrebbero affondare per un attimo tra le tette della Rubiconda, tutti vorrebbero sapere il segreto di quelle punture che a 70 anni suonati ancora ti danno il piacere della farmacologica, miracolosa, italica erezione. Perché tutti vorremmo avere la possibilità di fare quello che vogliamo, sempre. Anch’io. Mi dicono che sono obeso? Affaccio in tv, nella mia tv, e parlo agli italiani per dire – come Obelix – che “non sono grasso. Sono basso di torace”.
Se avessimo attenzione e memoria, in questi giorni ci ricorderemmo di un'intercettazione più volte pubblicata su Berlusconi e Dell'Utri. E' il 1986. E Berlusconi aspetta per festeggiare il Capodanno delle ragazze di Drive In, lo show che andava in onda su Italia Uno in quei tempi. Le ragazze non arrivano, e Berlusconi è nervoso: "Finisce che non scopiamo più!".
Nella mirabile intercettazione del 31 dicembre 1986 (ore 20,52) Marcello Dell'Utri parla con Berlusconi. B: Iniziamo male l'anno! D. Perché male? B. Perché dovevano venire due di Drive In e ci hanno fatto il bidone! E anche Craxi è fuori della grazia di Dio!. D. Ah! Ma che te ne frega di Drive Inn? B. Che me ne frega? Poi finisce che non scopiamo più! Se non comincia così l'anno, non si scopa più! D. Va bene, insomma, che vada a scopare in un altro posto!
Un mese prima un altro lungo colloquio telefonico, questa volta tra l'ex capo di Pubblitalia e l'attuale presidente Mediaset Fedele Confalonieri. Di struscio (e teneramente) viene presa di mira la gelosia di Veronica Lario, la signora Berlusconi. Fedele dice all'amico Marcello: Guarda, ha fatto una scena di gelosia stasera, che era commovente. Io mi sono commosso per Silvio! D: (Ride) C. Davvero, ho detto: guarda che bello avere cinquant'anni ed avere ancora delle scene di gelosia! D. Il massimo della gratificazione!
Guardo in questi giorni alla Tunisia. Lo faccio perché lì ci sono i nostri vicini di casa, le nostre radici, molti dei nostri amici. La Tunisia è più vicina alla Sicilia di quanto lo sia la Brianza, eppure pare non solo un altro continente, ma un altro pianeta. In Tunisia ci hanno messo una settimana a cancellare una dittatura lunga venti anni. Cosa da restare allibiti. Il segreto? Non è nella miseria, né nella frustrazione di un popolo. Quella è la miccia. Ma il detonatore è un altro. E’ nel fatto che in Tunisia ci sono pochi televisori, che l’informazione è in mano al potere, ma lì la gente parla, si incontra, discute. E si ribella.
Noi invece vediamo, subiamo, commentiamo tra amici e a casa. E poi cambiamo canale.
Grazie dell'attenzione, e continui a seguirci.
Giacomo Di Girolamo