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10/02/2011 21:26:25

Scrivono Antonio e Valeria, su Carini, Milazzo, i cambi di casacca a Marsala....

Antonio

Egr. Direttore,
da cittadina marsalese, attenta allo scenario politico di questa ex bella città, resto stupefatta, come esistono ancora persone che rivestono ruoli istituzionali con alto senso di responsabilità ed intellettualità politica. Perchè affermo questo, semplicemente perchè in questa nazione dove nessuno si dimette , neanche per fatti gravi, non basterebbe un intera pagina per citarli tutti, l'Avv. Michele Milazzo ha avuto il coraggio di farlo, e non credo proprio alle affermazioni del Sindaco che dice "che Milazzo non aveva più una maggioranza politica”. In questo misero mondo politico marsalese le maggioranze politiche si creano facilmente per mantenere salda la propria poltrona. Sarebbe , opportuno che il Sindaco prenda esempio dal suo ex vice Sindaco e ritorni a fare il bravo avvocato. In fondo quei cittadini che l'ho hanno eletto, non hanno votato solo lui, ma anche e forse soprattutto quella squadra assessoriale che lo sosteneva e di cui ora dopo i molteplici rimpasti di giunta non è rimasto nessuno.
Sperando in una città politicamente migliore, egr. direttore la ringrazio, per l'opportunità che dà hai marsalesi di esprimere la propria opinione, senza censura di potere.

Valeria
 

Gentili corrispondenti,

assistiamo ad una Repubblica senza partiti, dove a comandare sono “i signori di partito”. Cioè quelle persone, che al di là di cosa facciano, di quali ideali rappresentino, di cosa vogliano dalla vita, fanno partito a sé, hanno il loro seguito, decidono prebende e ammonimenti nei loro salotti. Berlusconi stesso un partito non ce l’ha, dato che il Pdl di fatto non esiste più e ancora non si capisce cosa sia la nuova “cosa” che il pornocrate premier abbia in mente. Pare che si chiamerà “I moderati”, come l’ultimo partito fondato da Norino Fratello. E abbiamo detto tutto.
A livello locale, l’assenza di partiti è ancora più evidente e il nostro consiglio comunale ne è lo specchio, dato che ormai i consiglieri si riconoscono non per il gruppo che momentaneamente occupano, ma per il leader che eternamente seguono.

E pendono tutti dalla bocca del leader. A volte senza ragionare nemmeno.
Giulia Adamo dice che il parco delle Egadi non si deve fare, e tutti a dire in coro: che cosa brutta, sto parco. Oreste Alagna ha un ripensamento, e allora ecco partire lettere aperte per esporlo al pubblico ludibrio, come se fosse un peccato cambiare idea…
Massimo Grillo si scopre improvvisamente finiano. E altrettanto lo diventano subito i suoi sodali. Che prima erano dell’Udc, e poi votavano per il centrosinistra, e prima ancora erano con Rita Borsellino. Che triste cosa fare parte del movimento di Grillo,Liberi. Mai nome fu più infelice, dato che i seguaci di Massimo Grillo più che “liberi”, ricordano l’andare in circolo in catene dello schiavo Kunta Kinte.
Ma gli altri non stanno messi meglio. Ognuno cerca uno sponsor, un appiglio, un aggancio. Scrutano con ansia il loro leader per capire cosa dire e cosa fare, in pratica, su ogni questione.
Avrebbero bisogno di pensare con la loro testa, di ragionare in autonomia. Ecco una parola a cui bisognerebbe ridare senso: “autonomia”. Purtroppo oggi è una parola mortificata, perché i politici ne hanno svuotato il significato e il senso. E invece ci vorrebbe davvero autonomia di pensiero e di scelte. Lo ha fatto il vicesindaco Michele Milazzo, con una decisione ,quella di dimettersi, che è di alta dignità e, appunto, di autonomia. Abbiamo avuto con Milazzo scontri durissimi, su molti fronti, ma non possiamo non riconoscere che il suo gesto ridà ancora un briciolo di dignità alla politica marsalese. Il passo indietro, di questi tempi, ha il rumore di una valanga.
Dispiace anche il modo in cui il Sindaco gli ha dato il ben servito: “Se ne va perché non ha più un gruppo che lo sostiene” ha detto. Come se il Sindaco con il suo vice non avesse innanzitutto un rapporto di fiducia. Così ragionano gli agenti di commercio, i rappresentanti delle case farmaceutiche: “Se è della Bayern entri pure dal dottore, se no deve restare fuori”.
La politica è un’altra cosa. Se il nostro Sindaco pensasse in autonomia la sua crisi sarebbe risolta da tempo. Purtroppo anche lui cerca sponsor. E non riesce a decidere su nulla perché non ha dove andare, per ora. D’Alì e Cristaldi gli hanno dato il ben servito, altri gruppi non lo interessano, le sue sponde romane sono fredde ed interlocutorie.
Eppure, per tutti, da Carini all’ultimo dei consiglieri, bisognerebbe riscoprire l’autonomia. Autonomia dai gruppetti, dal riportare un pensiero di altri, dalla ricerca disperata di un capo. Invece oggi l’autonomia è intesa solo in una libera interpretazione delle leggi (quando si osservano) e in una continua sottrazione al controllo che i cittadini possono fare sulla cosa pubblica.
Grazie dell’attenzione, e continuate a seguirci.
Giacomo Di Girolamo