I dottori Gaetano Guastella e Vincenzo Savatteri dovranno accertare se il giovane era capace di intendere e di volere al momento del fatto. La nuova perizia è stata disposta dalla Corte d'Assise, presieduta da Angelo Pellino, dopo che un altro perito, il dottore Gaetano Vivona, ha concluso che l'imputato è capace di intendere e di volere. I dottori Gaetano Guastella e Vincenzo Savatteri hanno chiesto un termine di 45 giorni. Il processo è stato rinviato al 28 aprile per sentire i due periti e per le conclusioni. Caruso ha chiesto, infatti, di definire la sua posizione con il rito abbreviato.
Carmelo Caruso, che vive nell’hinterland milanese, si trovava a novembre a Trapani, ospite del padre. L’assassino, da tempo affetto da disturbi psichici, tre giorni prima del delitto era stato colto da una crisi; per questa ragione era stato ricoverato in osservazione nel reparto di Psichiatria dell’ospedale ”Sant’Antonio Abate”.
Proprio durante l’assenza del figlio, il genitore – che vive in casa con una compagna non vedente – avrebbe molestato la giovane donna. Dopo essere stato dimesso dall’ospedale ed essere stato informato dalla fidanzata delle molestie, Carmelo Caruso il 10 Novembre si è recato a casa del padre e, al culmine di una lite, ha impugnato un coltello ed un paio di forbici, colpendo il genitore a morte. Poi, ha chiamato il 113: ”venite a prendermi – ha detto al telefono – ho ucciso mio padre”.