Conseguenza, il non scontato appoggio alla maggioranza. Fonti interne a Forza del Sud spiegano che durante la riunione della direzione nazionale, allargata a coordinatori regionali e parlamentari, è emersa la volontà di "differenziarsi" dal Pdl. Da questo l'intenzione di fuoriuscire dal partito di Silvio Berlusconi e dar vita alla Camera e al Senato a gruppi autonomi. Viene spiegato, infatti, che il voto amministrativo, nel quale FdS si è presentata in tutte le regioni del centro sud ha evidenziato la crescita del movimento, attestato secondo i sondaggi intorno al 2,1 per cento a livello nazionale. Per questo, la maggioranza dei parlamentari di Forza del Sud ha chiesto al leader Gianfranco Miccichè di dire addio al Pdl e proseguire per una strada autonoma. Al momento, viene ancora spiegato dalle stesse fonti, Forza del Sud può contare su 12 deputati e 6 senatori: numeri non sufficienti per dare vita a gruppi autonomi, quindi la prima tappa sarebbe quella di entrare nel gruppo Misto e chiederne, in forza del numero, la presidenza. A dar manforte ai fedelissimi di Miccichè ci sarebbero anche esponenti del Pd, del Pdl e dell'Mpa pronti a lasciare i loro gruppi per confluire in quelli di Forza del Sud. Nei prossimi giorni, tra domani e dopodomani Micciche' incontrerà personalmente Berlusconi per spiegargli i motivi di questa scelta. Forza del Sud, viene ancora spiegato non garantisce al momento un appoggio incondizionato alla maggioranza. Ma il voto a favore, soprattutto in vista della verifica parlamentare di fine mese, viene subordinato al recepimento di alcune richieste precise a favore del Mezzogiorno: prima fra tutte la sburocratizzazione, ossia lo snellimento di alcune procedure
amministrative.