A fine Maggio 2012 si vota e i consiglieri sono in attesa di capire cosa fare della loro vita. Tra l'altro, in attesa che le misure anti - casta vengano recepite dalla Regione Siciliana (si tratta del dimezzamento di tutti gli organi consiliari: non avverrà mai...), i consiglieri devono fare il conto comunque con la riforma degli enti locali varata dalla Regione Siciliana nel 2010 che comporta tagli del 20% per i componenti di Giunta e Consiglio. Quindi i consiglieri eletti a Marsala saranno 24, anzichè gli attuali 30. Da ricordare inoltre che la riforma elettorale introduce lo sbarramento al 5% per le liste dei candidati al consiglio, quindi molti dei protagonisti di questa consiliatura oggi come oggi non sarebbero consiglieri comunali.S
Speriamo che questa circostanza sia da monito per fare presto e bene su molte cose che ancora il Consiglio comunale a Marsala può fare, per portare almeno alla quasi sufficienza cinque anni passati a litigare, a cambiare casacca, e a fare da stampella al Sindaco Renzo Carini.
Il Consiglio comunale tornerà a riunirsi il 27 e il 29 settembre, nonché il 4 ottobre. L'orario d'inizio delle sedute è stato fissato per le 18.
Un primo tentativo di fare qualcosa di buono c'è. Perchè nel corso della riunione dei capigruppo, è stato stabilito di convocare, nel più breve tempo possibile, il tecnico che ha completato la redazione del nuovo piano regolatore, l'architetto Macario, per stabilire una serie di sedute in cui discutere del nuovo strumento urbanistico. Al quale, con incarico conferito nel 1986 all'architetto bergamasco Andrea Tosi, si lavora, senza ancora intravedere il traguardo, da un quarto di secolo. Una vergogna. E non è mancato per i progettisti. Macario è stato così tante volte a Marsala e l'ha studiata così bene che conosce ormai il territorio molto meglio dei politici (e non è difficile) e della media dei cittadini. Ha lavorato su un piano regolatore che ha delle precise direttive. Ad esempio, controllare lo sviluppo edilizio attualmente caotico delle nostre contrade, che sta generando costi per la collettività presto insostenibili, dalla manutenzione delle strade all'energia elettrica per la pubblica illuminazione. Macario ha anche cercato di incontrare i consiglieri comunali, ma nell'ultima occasione, alla sala conferenze di San Pietro, erano presenti solamente una manciata di consiglieri: 7 su 30...
Il consigliere Patrick Basile se la prese molto con i suoi colleghi per questa indifferenza: “Sono amareggiato per il disinteresse mostrato dalla maggior parte dei consiglieri comunali. Assenza che graverà sui tempi di approvazione del Prg in considerazione del fatto che la maggior parte dei consiglieri non avrà cognizione del piano e sicuramente solleverà dei dubbi che si potevano chiarire durante l’incontro con il progettista Macario. E’ importante la tempistica d’approvazione del Prg per evitare che nuove norme di adeguamento possano nuovamente bloccare l’iter di entrata in vigore del piano, con l’aggravio di ulteriori spese a carico della collettività marsalese e con il perdurare del consumo di suolo in modo incontrollato”. Il vicepresidente della commissione Urbanistica, dopo avere bocciato i suoi colleghi consiglieri, è invece passato a promuovere a pieni voti il lavoro svolto dal progesttista Macario: “Riporta il territorio ad una condizione di gestione a misura d’uomo, per lo più volta alla piccola e media distribuzione, piuttosto che basata sulle devastanti e denaturalizzanti mega distribuzioni. L’architetto Macario ha evidenziato la peculiarità dei nostri piccoli centri abitati come aspetti da valorizzare, mantenendo sostanzialmente l’organizzazione territoriale suddivisa in contrade complete di servizi, come scuole, uffici pubblici, ambulatori medici ed altro ancora, permettendo, quindi, una equa distribuzione delle attività piuttosto che mega aree commerciali che svuotano le città delle piccole e medie attività commerciali. In questo modo si riesce a mantenere vive le polarità di giorno così come la notte, tanto il lunedì che il fine settimana, ed ancora non ripetendo gli errori di urbanizzazione fatta negli periodo 1930-1940, quando le città si organizzavano in zone con servizi lontani dalle zone abitate e dotate di mega zone commerciali che dopo le 18 dei giorni lavorativi e nel fine settimana rimanevano deserte e invivibili”.