Un consulente di Nicastri, infatti, ha affittato in passato una casa in pieno centro a Roma ad Alfano ad un prezzo shock: 485 euro al mese. Nulla di penalmente rilevante, ma è comunque una notizia.
E' uno dei particolari che emerge dall'inchiesta che la Procura di Milano ha chiuso proprio su Nicastri, accusato di aver riciclato ben 13 mlioni di euro per una truffa sull'energia eolica. In pratica avrebbero ottenuto truffando lo Stato nel settore dell'eolico questi 13 milioni di euro, che poi sarebbe stati messi in un fondo "nero".
Vito Nicastri, 55 anni, di mestiere fa lo "sviluppatore" di parchi eolici. E' stato arrestato dapprima nel 2009 per un'indagine sempre su contributi pubblici e dintorni, e poi nel Settembre del 2010 è stato raggiunto da un maxi sequestro di beni da 15 mliardi di euro, perchè ritenuto in rapporti con esponenti della famiglie mafiose della famiglia di Trapani.
Insieme a Nicastri ci sono, indagati, alcuni suoi collaboratori e consulenti, tra cui Roberto Saija. E proprio lui ha dato in affitto per quasi tre anni all'ex Ministro della Giustizia un appartamento nel cuore di Roma a 485 euro al mese. Prezzo molto basso, non c'è dubbio. Alfano ha occupato l'appartamento dal 2006 al 2009, e poi gli è subentrato un collaboratore del suo staff ministeriale. L'appartamento romano era stato preso dalla società Immobiltel, riconducibile a Saija, in leasing da Banca Italease Spa. Un appartamento del genere costerebbe in affito tra i 1400 e 2000 euro al mese. E' lo stesso Saja ad aver spiegato perchè il canone era così basso: "Conoscevo Alfano da tempo, e lui la occupava pochi giorni a a settimana. Tra l'altro non solo si era impegnata a lasciarla subito qualora avessi trovato un acquirente, ma accosentiva anche a visite di potenziali clienti. Ecco perchè il canone era così basso...".
L'indagine per la quale sono stati depositati gli atti riguarda nove persone. Nicastri per evasione fiscale e truffa allo Stato per un totale di 19 milioni di euro. Gaetano Buglisi e il suo braccio destro Roberto Saija per riciclaggio. L'inchiesta è condotta dai Pm Luigi Luzi e Carlo Nocerino, che contestano ad alcuni degli imputati di "aver ostacolato fino al luglio del 2008 l'identificazione della provenienza delittuosa di gran parte di un fondo di 12,9 milioni di euro,profitto di una truffa realizzata ai danni del Fisco, sull'ammontare di una plusvalenza tassabile". Una plusvalenza che si è persa, è sparita, tra Lussemburgo e Malta.
«Artatamente pattuita una penale» per avere la scusa con la Eryngium Ltd di «incassare a titolo di pagamento 10 milioni», Buglisi e Saija
avrebbero poi «effettuato, allo scopo di far rientrare le somme in Italia, trasferimenti di denaro a titolo di "finanziamento soci" o per "pagamento competenze professionali" o senza alcuna causale».
Saija e Buglisi sono an che indagati per una vicenda che riguarda Brindisi, dove la Procura ha scoperto alcuni imprenditori che avevano presentato richiesta di autorizzazione per l'istallazione di cinque impianti fotovoltaici contigui da un megawatt l'uno, ma in realtà avevano realizzato un unico mega-impianto senza soluzione di continuità, secondo la procura completamente abusivo.