A denunciare la grave omissione dei dirigenti della società di pulizie Pfe, che circa un anno fa si è aggiudicata l'appalto subentrando alla Trapani Servizi Spa e alla Happy Project arl, è il segretario provinciale della Filcams Cgil di Trapani Vito Gancitano che, con una nota, ha chiesto alle Procure della Repubblica di Trapani e Marsala, al Miur, all'Ufficio regionale scolastico, all'Ufficio regionale del lavoro e al Prefetto di Trapani di “verificare la legittimità delle procedure avviate dalla società Pfe, il rispetto dei contratti e la possibile produzione di atti illeciti che potrebbero determinare la rescissione del contratto di appalto per violazione delle norme contrattuali e delle intese Istituzionali sottoscritte con il Miur.”
Per il segretario provinciale della Filcams Cgil Vito Gancitano, “nella lettera con la quale il responsabile delle relazioni industriali della Pfe ha comunicato l'avvio della Cig in deroga vi sarebbero alcune gravi omissioni e diverse mistificazioni.”
“La Pfe - scrive Gancitano - fa riferimento a un incontro con le organizzazioni sindacali avvenuto lo scorso 29 maggio, ma omette di dire che non c’è stato alcun accordo che autorizzasse l'azienda a disporre la Cig in deroga per le lavoratrici e i lavoratori. Anzi, da parte delle organizzazioni sindacali - prosegue - è stata denunciata la violazione da parte della società dell’accordo sottoscritto, il 16 novembre 2011, con il Miur che imponeva alla Pfe spa di ripristinare i livelli occupazionali e le condizioni di orario esistenti al momento dell'aggiudicazione dell'appalto.”
La Filams Cgil rileva, infatti, che nonostante la Pfe, con il cambio di appalto, abbia assunto solamente i 67 lavoratori della società Happy Project arl, beneficiando del consistente sgravio di dipendenti derivato dal mancato transito delle 32 unità della Trapani Servizi, ha ingiustamente ridotto l'orario di lavoro ai lavoratori.
“Non assumendo il personale della Trapani Servizi – ha concluso Gancitano – l'azienda avrebbe dovuto aumentare le ore di lavoro settimanali del personale in forza ma, paradossalmente, ha imposto loro la contrazione dell'orario di lavoro, che da 36 e 24 ore è stato ridotto a 15 ore settimanali, realizzando un guadagno ingiusto a discapito delle lavoratrici e dei lavoratori.”