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06/07/2012 06:38:19

Le ha spaccato la testa, poi le ha dato fuoco. Trapani, Salvatore Savalli fermato per l'omicidio della moglie

Ha fornito tante, troppe versioni. Salvatore Savalli ha detto tante di quelle bugie da insospettire sin da subito gli inquirenti.

L'uomo, interrogato per ore dai magistrati, coordinati dal procuratore Marcello Viola, ha dato versioni, secondo gli inquirenti, poco credibili sulla scomparsa della donna, che lui stesso, mercoledì. aveva denunciato.

Savelli, in un primo momento, ha raccontato ai carabinieri di essersi trovato in auto, nelle campagne di Erice con la moglie e i tre figli adolescenti (hanno 16, 15 e 13 anni) e di essere sceso dalla macchina per acompagnarli a fare pipì. Allontanatosi dal veicolo, avrebbe sentito lo sportello della macchina richiudersi e, tornato dov'era parcheggiata, non avrebbe più trovato nè l'auto nè la moglie.

La versione dell'uomo è stata smentita dai figli, che hanno raccontato che il padre li aveva convinti a confermare il suo racconto, ma che, in realtà, loro non erano con i genitori al momento della scomparsa della madre.

Di fronte alla contestazione degli inquirenti, l'uomo ha cambiato versione e ha detto di essere andato nella campagna insieme alla moglie, che doveva incontrare il suo amante per interrompere la relazione extraconiugale che la donna aveva da tempo. L'ennesima menzogna, secondo gli inquirenti, che hanno accertato che ad avere una storia parallela era l'uomo, che da mesi aveva imposto alla moglie e ai figli la convivenza con l' amante, che era andata a vivere nella loro casa.

Secondo quanto ricostruito dai pm, dunque, l'assassino si sarebbe allontanato in auto con la moglie (tra i due i rapporti erano molto tesi proprio per la presenza in casa dell'amante dell'uomo) e dopo l'ennesima lite l'avrebbe colpita verosimilmente con un bastone alla testa, l'avrebbe tramortita e poi avrebbe dato fuoco al corpo. Tutto è avvenuto in Contrada Zafferana, nelle campagne tra Trapani ed Erice. Una strada sterrata, percorsa soprattutto da contadini per raggiungere, con i mezzi agricoli, i loro appezzamenti di terreno circostanti. È stato probabilmente un bracciante a notare il corpo della donna e a telefonare al «112». Dopo averla uccisa, l’assassino ha bruciato il cadavere che era semi-carbonizzato. Non è da escludere che Maria Anastasi, casalinga, sia stata assassinata in un luogo diverso da quello in cui è stato rinvenuto il corpo esanime. Qualche ora prima del ritrovamento, vigili del fuoco e carabinieri avevano battuto alcuni campi incolti della piccola frazione di Tangi, nell’agro ericino, concentrandosi, in particolare, su un canale ricoperto da sterpaglie.

Dopo l`omicidio sarebbe rientrato a casa fingendo di non sapere che fine avesse fatto la moglie. Soltanto a seguito delle pressanti richieste dei figli avrebbe deciso di denunciare la scomparsa ai carabinieri.

Il cadavere è stato ritrovato ad una ventina di chilometri di distanza dal luogo indicato dal fermato come quello dell'ultimo incontro con la moglie. A confermare l'esistenza del rapporto extraconiugale del presunto assassino è stata la stessa amante, sentita dai carabinieri.

Il provvedimento di fermo, disposto dal procuratore Marcello Viola, dovrà essere convalidato nelle prossime ore dal gip di Trapani.

Maria Anastasi, 39anni, casalinga, aveva tre figli: Simona di 16 anni, Annarita di 17 anni eCarlodi 13 anni. A Trapani, abitava in via Dell’Angelo - una traversa della via Archi, nella zona del cimitero comunale - al secondo piano di un palazzo al numero civico 27. «Una brava persona, di poche parole e dai modi gentili». I vicini di casa, increduli e sgomenti, la ricordano così. E il loro è un coro unanime. Ieri sera, lo stabile era piantonato da due carabinieri. Nell’abitazione - gli investigatori hanno eseguito una perquisizione - non c’era nessuno. I bambini erano a casa di parenti.