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06/11/2012 10:19:49

Le province moribonde

 Furono create con l'Unità d'Italia, scopiazzando dall'ordinamento francese, in un tempo in cui la scarsità delle comunicazioni tra la sede del governo centrale e le periferie della nazione erano tali da rendere necessario un ente di derivazione statale che da ogni località fosse facilmente raggiungibile dagli amministrati per i loro bisogni nel campo dei servizi pubblici, e al tempo stesso permettesse un immediato intervento dei pubblici poteri nei riguardi degli stessi amministrati. Il capoluogo di Provincia divenne una piccola capitale nella sua circoscrizione, che comprendeva un numero più o meno elevato di Comuni. Nel capoluogo ebbero sede gli uffici pubblici periferici, dipendenti dal rispettivo ministero, per esempio la Prefettura, la Questura, il Provveditorato agli studi, la direzione provinciale delle Poste, la direzione provinciale del Tesoro, la Banca d'Italia, la sede provinciale degli enti pensionistici, e tutte le sedi provinciali degli enti pubblici nazionali. Chiaro che la localizzazione di tutti questi uffici nella città capoluogo, ne ha aumentato visibilmente l'importanza e, con i nuovi dipendenti, é stata entità economica rilevante.
In alcuni casi le circoscrizioni provinciali furono segnate tenendo conto dei confini degli Stati minori preunitari (Lucca); in parte tagliandoli a metà (Parma e Piacenza, Modena e Reggio); in parte riproducendo l'articolazione amministrativa dei maggiori Stati preunitari (Regno di Sardegna, Stato della Chiesa e Regno delle due Sicilie); in parte accorpando territori di diversa provenienza (la Lomellina piemontese aggiunta alla lombarda Pavia).
Negli ultimi decenni il numero delle Province é aumentato per favorire interessi localistici all'interno della precedente circoscrizione. A Marsala i marsalesi hanno sperato più volte di farla diventare capoluogo di Provincia del territorio meridionale dell'attuale Provincia di Trapani. Non ci sono riusciti non perché non era possibile giuridicamente, ma perché non hanno avuto la forza politica sufficiente. Si opponevano anche i politici di Trapani.
Con l'istituzione delle Regioni ordinarie, ma in Sicilia ancor prima con l'istituzione della Regione speciale, sono venute meno le ragioni che resero utile la creazione delle Province. Le Regioni ordinarie furono istituite nel 1971. Questi nuovi grandi enti intermedi tra lo Stato e i Comuni hanno reso inutile le Province. L'Italia era ormai percorsa da strade agevoli e autostrade da un capo all'altro, e nessun piccolo comune era ormai difficilmente raggiungibile. La scuola, la radio e la televisione, che ha trasmesso a partire dal 1954, avevano portato a buon punto la diffusione dei valori nazionali. I cittadini non si sono più sentiti provinciali all'antica, ma membri della Nazione, informati di quel che avveniva oltre i confini della propria Provincia. Se ci fossero stati uomini di Stato in quegli anni di snodo che furono i primi anni '70, le Province sarebbero state allora abolite tutte, e si sarebbe dovuto iniziare il discorso di revisione costituzionale delle Regioni a statuto speciale. I motivi che non hanno consentito quest'operazione di riforma si possono largo modo riassumere in pochi concetti: la lentezza dei mutamenti pubblici, gli interessi particolaristici dei capoluoghi di Provincia, la protezione di quei carrozzoni amministrativi rifugio di politici trombati o trampolino di lancio di politici emergenti.
Il Consiglio dei ministri, che ha approvato il decreto legge di riforma delle Province, ha ridotto il numero di quelle ordinarie da 86 a 51, comprese le città metropolitane. La riforma sarà attiva a partire dal 2014 e a novembre del 2013 si terranno invece le elezioni per decidere i nuovi vertici. La riduzione del numero delle Province nelle Regioni a statuto speciale dipenderà anche da questi ultimi enti.
Con questo riordino - meglio dire riordino più che riforma - si otterrà un risparmio di spesa notevole, ma che sarebbe stato più del doppio se si fossero abolite tutte le Province, tenuto conto che alcune di quelle che restano diventano di maggiore entità. Il governo con questo decreto, se andrà in porto con l'approvazione delle Camere, sembra essersi contentato di una minore spesa per il futuro, senza tener conto che le Province che restano sono inutili come quelle che vengono abolite, e dal punto di vista logico non hanno alcun titolo maggiore di quelle abolite. Lo scopo del governo dei tecnici é stato, in questo caso, far quadrare i conti, piuttosto che riformare la fatiscente struttura statale.
Leonardo Agate