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24/10/2013 06:15:00

Chiesti nove mesi per Salvatore Adamo

 Il pm Anna Cecilia Sessa ha invocato una condanna a 9 mesi di reclusione per Salvatore Adamo, 53 anni, ex ispettore capo della polizia stradale, che lo scorso anno (dal 7 giugno al 10 agosto) è stato "esperto" gratuito del sindaco Giulia Adamo in materia di "polizia urbana" e "sicurezza". L'accusa per Adamo (omonimo ma non parente del Sindaco) è di usurpazione di funzione pubblica: avrebbe agito come comandante dei vigili urbani, senza poterne avere titolo. Dall'indagine, condotta dalla Guardia di finanza della Procura, sarebbe emerso che il poliziotto, anziché limitarsi a fornire pareri al primo cittadino, avrebbe usurpato le mansioni di comandante dei vigili urbani, prendendo "arbitrariamente" possesso dell'ufficio. Adamo, difeso dall'avvocato Paolo Paladino, avrebbe indetto riunioni di vigili, predisposto turni di servizio e partecipato a operazioni di polizia (apertura di un cancello per l'accesso al mare ,con tanto di foto divulgata dall'ufficio stampa del Comune di Marsala).
La posizione di Salvatore Adamo, comunque, si alleggerisce. Per l'ex esperto del sindaco era scattata anche l'accusa di peculato, ma per questa imputazione il pm ha chiesto l'assoluzione. E al gup Amato il pm ha chiesto di assolvere anche Aldo Scialabba, dirigente comunale accusato di abuso d'ufficio per avere messo a disposizione dell'esperto un telefono cellulare dell'ente. La sentenza potrebbe essere emessa il 19 novembre.

FOLLE CORSA A MARSALA. Ha avuto un epilogo in Corte d'Assise, a Trapani, la vicenda che, nel 2009, ha visto coinvolti, nella notte tra il 3 e il 4 Ottobre, un gruppo di giovani marsalesi, che aveva trasformato Via Mazzini (tutta, da Piazza del Popolo a Piazza Inam) in un circuito di formula uno improvvisato. In quella tragica gara due marsalesi sono morti, Salvatore Castro e Giovanni De Milito. Avevano entrambi 19 anni. Nei giorni scorsi il Tribunale a Trapani ha condannato Filippo Monti, 28 anni, a due anni e sei mesi di reclusione per partecipazione a competizione sportiva con veicoli a motore non autorizzata. Filippo Monti, alla guida di una Lancia Y, ingaggiò una corsa con un'altra vettura condotta da un amico. De Castro, al volante dell'altro veicolo, una Fiat Stilo, dopo avere tentato più volte di sorpassare l'autovettura condotta dall'amico, effettuò una brusca frenata perdendo il controllo del mezzo. L'auto finì contro l'angolo dell'edificio dle mercato del pesce, in piazza del Popolo. L'alta velocità e la scarsa luminosità gli hanno impedito di evitare l'impatto con il muro.L'impatto fu  talmente violento che diverse persone si svegliarono di soprassalto e si affacciarono ai balconi. Secondo Luigi Simonetto, consulente tecnico della pubblica accusa, la Fiat Stilo e l'altra autovettura viaggiavano, al momento dell'incidente, ad una velocità altissima:  centotrenta chilometri orari.
Salvatore De Castro e Giovanni Milito morirono poco dopo il tragico impatto. I medici non poterono far nulla per salvarli. Monti fu individuato dalla polizia quando, dopo l'incidente, si presentò insieme con il fratello minorenne, che era con lui in auto durante la corsa, presso il pronto soccorso per chiedere notizie dei due amici.
Nel corso delle successive indagini è stato accertato che il giovane ed il fratello, insieme con le due vittime, avevano ingaggiato una corsa d'auto clandestina per le vie del centro.