Gli è finita bene, tutto sommato, al finto guaritore Giacomo Mannina, di Trapani, il meccanico che usava praticare la magia curativa (!) nel retrobottega della sua officina, chiedendo in cambio - secondo l'accusa - soldi e prestazioni sessuali, e minacciando i clienti che non lo seguivano nelle tecniche liberatorie del "cristianu", lo spirito maligno dal quale erano posseduti. Alla fine la condanna è stata di sei mesi con la concessione della sospensione condizionale. E quindi Mannina è di nuovo in libertà. La sentenza è stata emessa dal tribunale presieduto da Alessandra Camassa. Mannina era stato in arresto alcuni anni fa dalla squadra mobile a seguito della denuncia di un autotrasportatore, Gaspare Di Fazio. L'uomo riferì d'essere stato costretto a consegnare a Mannina nel tempo regali e somme di denaro. Di Fazio ha raccontato che dopo l'interruzione dei rapporti il guaritore avrebbe iniziato a perseguitare sia lui che la sua famiglia costringendolo a vivere in un clima di paura. Circostanza negata dall'imputato. I giudici hanno riqualificato l'accusa di estorsione in tentata violenza privata ed hanno assolto l'uomo dalle restanti imputazioni di violenza sessuale ed esercizio abusivo della professione di pranoterapeuta. Per uno dei due casi di violenza di cui era chiamato a rispondere è stata dichiarata la prescrizione.
Gli inquirenti hanno contestato a Mannina anche di avere abusato di una donna che si era rivolta a lui per guarire da alcuni malefici. Nel corso delle indagini è emerso che l'uomo avrebbe abusato anche di un'altra donna. Il pubblico ministero Paolo Di Sciuva aveva chiesto, al termine della sua requisitoria, di condannare l'uomo a sette anni e nove mesi di reclusione ed al pagamento di una multa di tremila euro. L'imputato è stato condannato anche un risarcimento di 5.500 euro.
PALPEGGIAMENTI. Un uomo di 53 anni, M. C., di Alcamo, è stato rinviato a giudizio per violenza sessuale e lesioni personali. Secondo gli inquirenti, nel corso della notte tra il 29 e 30 luglio del 2011 fa l'uomo avrebbe palpeggiato e tentato di baciare una ragazza che era con lui in macchina. Dopo il tentativo di fuga da parte della vittima, l'avrebbe costretta a risalire sulla vettura tentando un nuovo approccio. L'inizio del processo è previsto per il prossimo 2 dicembre dinanzi il Tribunale di Trapani.
SEQUESTRO DI PERSONA. Un giovane romeno di 22 anni, M. L., è stato condannato, dal gup Antonio Cavasino, a quattro mesi per sequestro di persona. La vicenda è accaduta ad Alcamo. Secondo l'accusa, il giovane, insieme con la minorenne, avrebbe rinchiuso il padre della ragazza, una persona invalida costretta a vivere su una sedia a rotelle, all'interno della sua camera sottraendogli il telefonino ed un computer. Dopo la fuga della figlia, l'anziano si rivolse ai carabinieri. Successivamente l'uomo ha deciso di rimettere la querela. Il giudice ha quindi stabilito di non doversi procedere nei confronti del giovane romeno per le accuse di furto e sottrazione consensuale di minore condannandolo solo per quella di sequestro di persona.
FURTO. Un giovane di 20 anni, Alessandro Sansone, è stato condannato ad un anno e sei mesi ed al pagamento di una multa di mille euro per furto. Era accusato, in concorso con altri, separatamente giudicati, di avere compiuto una serie di furti di cave in rame a Trapani e nelle campagne circostanti. L'imputato, assistito dall'avvocato Giampaolo Agate, del Foro di Marsala, ha chiesto di definire la sua posizione con il patteggiamento.