E' stata archiviata l'indagine per abuso d'ufficio a carico dell'ex presidente della Provincia, Mimmo Turano. Era accusato di avere fatto pressioni ad un consigliere provinciale, Massimo Fernandez, al fine di convincerlo ad aderire al suo partito,l'Udc. Fernandez militava nel partito "Fratelli d'Italia" (nulla a che vedere con il movimento della Meloni).
Fernandez, eletto consigliere provinciale, venne dichiarato decaduto alla prima seduta utile, da parte del Consiglio provinciale, perché incandidabile. Aveva subito una condanna penale per droga. Lui però riferì di avere subito delle pressioni da Turano. Prima della formale esclusione dal consiglio sarebbe stato convocato dall'allora presidente, che avrebbe tentanto di convincerlo ad aderire al suo partito: «O passi con l'Udc o avrai dei problemi». Ma Turano ha sempre rigettato ogni accusa. E Gip Lucia Fontana, dopo aver disposto vari accertamenti, gli ha dato ragione, chiedendo l'archiviazione, disposta poi dal giudice Cersosimo.
LAUDICINA. Il pubblico ministero Antonella Trainito ha chiesto al Tribunale di Marsala la condanna a 3 anni di carcere per l'ex consigliere comunale Enzo Laudicina, processato, in Tribunale, per bancarotta fraudolenta e documentale. L'accusa è relativa alla cessazione di un'attività commerciale (negozio di telefonìa) che l'ex politico aveva avviato in via Mario Nuccio. A difendere Laudicina, noto soprattutto per avere svelato gli intrecci tra mafia e politica a Marsala (ciò dopo avere scoperto di essere indagato per concorso esterno in associazione mafiosa, reato per il quale ha poi patteggiato una condanna ad un anno), è l'avv. Monica Genovese, che ha sostenuto l'innocenza dell'imputato. «Testimonianze e documentazione prodotta - ha affermato il legale - dimostrano che non ci fu bancarotta». Sempre in relazione alla gestione del negozio di telefonia, Laudicina aveva subito un altro processo, per truffa e minacce, scaturito dalla denuncia di un suo ex amico cui aveva ceduto l'attività. In questo procedimento, nel 2010, la Cassazione confermò la sentenza con cui la Corte d'appello ribaltò, ai soli effetti civili, la sentenza di assoluzione.