Un'esplosione ogni tre-quattro secondi, boati talmente violenti da essere uditi a chilometri di distanza, accompagnati dallo spostamento d'aria capace di fare vibrare non solo porte e finestre, ma persino i pavimenti dei piani alti delle abitazioni: l'Etna continua a ruggire. L'attività esplosiva cominciata sabato mattina alle 9,24 e proseguita per oltre 22 ore, dopo una breve, parziale pausa, ha ripreso vigore nella tarda mattinata di ieri intensificandosi sempre più prima di sera quando dal Nuovo cratere di Sud-Est, sopra quota 3000, le rosse fiammate di magma hanno acceso il grande cono cresciuto a vista d'occhio negli ultimi mesi. Una contenuta colonna di cenere è stata spinta verso est. A livello strumentale, i sensori della sezione catanese dell'Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia hanno registrato una nuova impennata dell'ampiezza del tremore, dovuta alla risalita della sorgente all'interno dei condotti. Un quadro che gli stessi esperti dell'Ingv definiscono «quanto mai dinamico e in evoluzione».
L'Etna in eruzione, con l'attività stromboliana dal nuovo cratere di Sud-Est crea i consueti problemi per l'aeroporto Fontanarossa di Catania. Che, dal tardo pomeriggio di ieri ha sospeso la propria attività. 26 arrivi dirottati (molti dei quali a Palermo) e 21 partenze cancellate. «Dopo attenta valutazione della situazione da parte dell'unità di crisi», l'Enac ha deciso di «chiudere l'intero spazio aero della Sicilia sud-orientale (che include gli aeroporti di Fontanarossa e Comiso) a partire dalle ore 18.24». L'amministratore delegato della Sac, Gaetano Mancini, in una nota della società di gestione, chiede che «le Istituzioni trovino il modo di rendere l'aeroporto di Comiso alternato di quello di Catania durante simili situazioni di necessità, considerato come l'utilizzo dello scalo di Comiso potrebbe limitare al minimo indispensabile i disagi per i passeggeri, evitando di penalizzare eccessivamente il territorio».
Intanto ua scossa di terremoto di magnitudo 4.1 della scala Richter è stata registrata ieri mattina nell'estremo sud della Sicilia nel territorio compreso tra i Comuni di Pachino, Portopalo di Capo Passero, Ispica e Pozzallo. L'epicentro, secondo la rete sismica dell'Invg, è stato individuato nello specchio di mare di Porto Ulisse, a confine tra Pachino ed Ispica, ad una profondità di circa 10 chilometri.
L'evento tellurico è stato registrato alle 4,57 del mattino e ha avuto una durata di pochi secondi. L'origine è probabilmente da attribuire alla faglia africana che spinge costantemente verso quella europea.
Il sisma è stato avvertito nettamente dalla popolazione, svegliata dal tremore piuttosto intenso e distinto anche nei piani bassi delle abitazioni, probabilmente a causa della relativa superficialità dell'epicentro. Non sono stati, al momento, segnalati danni nei territori interessati dal terremoto, che tuttavia ha riacceso le preoccupazioni ed i ricordi del sisma più violento registratosi la notte di Santa Lucia nel lontano 1990. In molti hanno collegato l'episodio tellurico all'intensa attività eruttiva dell'Etna, anche se, sul piano scientifico, non sussisterebbero elementi per mettere in relazione i due fenomeni.