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24/12/2013 07:15:00

Carmelo Patti, le società, la politica. Parla il commissario della Cablelettra

Conti esteri, partecipazioni societarie, affari in mezzo mondo. Si sta passando a setaccio tutto il patrimonio di Carmelo Patti, patron della Valtur, oggetto di un procedimento davanti alla sezione Misure di prevenzione del Tribunale di Trapani. Per il cavalier Patti, originario di Castelvetrano, la procura antimafia di Palermo ha chiesto il sequestro di beni più alto della storia: 5 miliardi di euro. Secondo gli inquirenti Patti sarebbe stato in affari con Cosa nostra e avrebbe permesso investimenti cospicui della criminalità organizzata. Sui suoi rapporti con i boss, tra tutti Ciccio Messina Denaro padre defunto del super latitante Matteo, hanno parlato alcuni collaboratori di giustizia. Fra le persone conosciute ci sarebbe anche il commercialista Michele Alagna, congnato di Matteo Messina Denaro. Secondo i pentiti Don Ciccio Messina Denaro parlava spesso del Cavaliere: “Ci farà guadagnare un sacco di piccioli”, avrebbe detto il boss di Castelvetrano defunto.
All’ultima udienza del procedimento sul maxi sequestro ha parlato il commissario straordinario che ha amministrato le aziende di Patti dopo l’insolvenza della Cablelettra dichiarata dal Tribunale di Vigevano nel 2009. Federico Sanasi è stato commissario della Cablelettra, azienda di Patti da decenni nell’indotto della Fiat e con una miriade di succursali in giro per il mondo. Sanasi ha risposto alle domande del Pm Andrea Tarondo e degli avvocati di Carmelo Patti, Francesco Bertorotta e l’avvocato Mangione. Ha cominciato tracciando un quadro della Cablelettra con tutte le diramazioni dell’azienda. Al momento del suo arrivo la Cablelettra contava 7 mila dipendenti sparsi per il mondo: Cina, Brasile, Italia, Polonia Tunisia. Una holding con tante ramificazioni tra industrie e finanziarie. Cablelettra Polska, o Cable Polska, Cablelettra Poland, Cablelettra Cina, Cablelettra Tunisia. Tutte gestite attraverso una società finanziaria lussemburghese, la Cablo International Sa, che è una società anonima, con il 99,95% di proprietà della Cablelettra S.p.a.. In Brasile c’è Cablelettra do Brasil, controllata anche questa direttamente da Cablelettra spa”. Sanasi ha parlato anche dell’esistenza di un’altra finanziaria riconducibile alla famiglia Patti, la Finpa. Secondo quanto raccontato dal commissario straordinario, ci sarebbero stati diversi passaggi di denaro tra le società che facevano riferimento alla famiglia Patti. Ad esempio nella Holding Turistica Italiana srl soci erano, oltre Carmelo Patti, i figli Gianni, Mariaconcetta e Paola. Sanasi aveva anche provato a sostituire i vertici della Cablelettra spa, di cui direttore generale era Gianni Patti, ma quando lo chiese alla Fiat (a cui forniva il 97% della produzione) la casa torinese rispose “di mantenere Patti nella funzione, per una ragione di continuità nella gestione…”. Sanasi ha detto anche che l’unica partecipata del gruppo a essere in attivo era la Cablelettra Poland. Tutte le altre avevano dei conti non confortanti. Tant’è che Sanasi ha riferito di aver dovuto diminuire gli stipendi dei 2000 dipendenti della società tunisina. “Ma ho diminuito anche gli stipendi dei manager, come allo stesso Gianni Patti: - 25%.
Al di là dei conti il quadro è quello di una serie di scatole cinesi, con ogni società che aveva quote in altre riferibili allo stesso gruppo. “C’erano anche società immobiliari come la Cdb Imoveis ed Euroamerica”. Il Commissario ha raccontato che la “Cablelettra è risultata avere prestato risorse finanziare alla Valtur, transito di denaro attraverso la Finanaizria Cable. Quando il Ministero dello Sviluppo economico diede l’incarico di commissario straordinario della Cablelettra sanasi si trovò un credito nei confronti dellaValtur di 109 milioni di euro. Il debito la Valtur lo pagò, non tutto però. Venne chiuso un accordo a 22 milioni di euro.
Dal racconto di Sanasi sono venuti fuori anche i rapporti tra Patti e le politica, con soggiorni gratis o a prezzi stracciat nei villaggi Valtur per politici. A proposito di politici Sanasi ha raccontato di aver conosciuto Santo Sacco, ex consigliere provinciale arrestato per mafia.
“Questo signore mi chiese di organizzare un incontro presso la Camera di Commercio di Trapani al fine di dare un certo rilievo, aveva evidentemente fini politici, so che era consi-
gliere provinciale del Pdl, per dare un certo rilievo all’operazione. In quella fase ebbe a dimostrare rapporti con il gruppo giapponese Yazaki che era in trattativa per rilevare la Cablelettra per 120 milioni di euro”. L’operazione non è andata in porto poi. Ma Santo Sacco ringrazio Sanasi per il lavoro fatto per i dipendenti di Castelvetrano. Sacco si presentò con la sua qualifica, mi dice di essere vice rappresentante nazionale della Confael, questo sindacato controllava quasi tutti i lavoratori di Castelvetrano della Cablelettra. Ho incontrato questo signore anche al ministero dello Sviluppo economico. Mi si proponeva per farmi avere incarichi professionali, sollecitazioni
alle quali non ho mai aderito, i suoi erano sempre discorsi tra il serio e il faceto, mi diceva che poteva fare da consulente per agevolare rapporti con gruppi industriali, mi accennò ad
un gruppo turistico nel quale avrei potuto svolgere attività professionale, ma rifiutai sempre. Un giorno mi invitò a visitare Castelvetrano, per un fine settimana. Selinunte, per l’esattezza. Ci
sono andato io, mia moglie e mia figlia ma non ricordo il nome dell’albergo. In questa occasione mi ribadì la conoscenza con il cavaliere Patti. Mi fece conoscere il sindaco di Mazara Nicola Cristaldi che mi fece omaggio di sue ceramiche”. Era un personaggio “folkloristico” Sacco per Sanasi, tipica figura del sud, ammiccante, ma non sospettava di lui. Fino al giorno dell’arresto.Sanasi ha anche raccontato dei soggiorni facili di vari politici italiani. Schifani, Angelino Alfano, Tonino D’Alì e Totò Cuffaro. In una vacanza a Favignana, ospite di Carrmelo Patti, Sanasi conosce l’allora presidente del Senato Renato Schifani. Mi sono trattenuto un giorno e mezzo a Favignana, non conoscevo, come ho scritto, alcuno dei presenti, ero lì perché
avevo una necessitata interlocuzione col signor Carmelo Patti visto che stavo gestendo oltre 4.500 dipendenti in Asia, Canada e Stati Uniti. In quella occasione Patti mi presentò
Schifani, poi non siamo riusciti a parlare di lavoro. Alla cena c’erano anche delle donne belle e formose, ma non so chi erano”. Ha detto Sanasi risponendo alle domande del pm Tarondo. Gli avvocati hanno fatto qualche domanda, ma in sostanza hanno giudicato la testimonianza al di fuori del tema: “Non riesco a comprendere - ha dettp Bertorotta - dove possa portare ai fini di quella che è la questione patrimoniale per i quali abbiamo chiamato il commissario”