L'indagine sui costi delle forniture sanitarie della Sezione di controllo della Corte dei conti, presieduta da Maurizio Graffeo, è impietosa.
Nell'indagine della Sezione di controllo della Corte dei conti si sottolinea «la mancanza di un sistema effettivo di controllo sulle modalità di approvvigionamento utilizzate dagli enti e dalle aziende sanitarie nell'acquisto di beni e servizi nonché ingiustificati ritardi nella definizione delle procedure centralizzate di acquisto», che invece dovrebbero rappresentare il sistema privilegiato dei beni nel settore sanitario. Il ricorso a frazionamenti artificiosi, secondo i magistrati contabili, faciliterebbero «fenomeni di corruzione e di illegalità».
«Nonostante il quadro normativo ponga, fin dal lontano 1999, l'obbligatorietà del ricorso alla piattaforma Consip - continua la Corte dei conti - ancora nel 2012 gli enti del servizio sanitario regionale ricorrono, invece, per più dell'85% degli acquisti a procedure in economia, con i conseguenti effetti negativi sia in ordine all'evidente disomogeneità dei prezzi di acquisizione dei medesimi beni da parte di diverse aziende, sia in relazione alle condizioni economiche applicate». L'indagine, inoltre, rileva, «la conseguenziale disomogeneità anche della qualità dei beni e dei servizi prestati».
Su 6.380 operazioni di acquisto effettuate nel 2012, solo il 6,1% avviene tramite procedure aperte, quindi, con effettivo confronto concorrenziale sul mercato; l'85,2% degli acquisto avviene tramite procedure negoziate, di cui una percentuale rilevante (il12,6% del totale) è motivata dall'«urgenza». Il ricorso a Consip e Mepa (mercato elettronico) sarebbe del tutto residuale, incide infatti solo per l'8,7% sul totale delle procedure di acquisto.
La Corte dei conti suggerisce misure correttive su tre direzioni:
1) agire sul fronte dei controlli interni alle aziende, che finora si sono dimostrati carenti, com'è dimostrato dalla carenza di controlli anche, campionari, sulla regolarità delle procedure di acquisto;
2) ripensare in chiave di maggiore snellezza la composizione della Commissione ispettiva regionale di controllo per la verifica degli appalti nelle aziende sanitarie ed ospedaliere della Sicilia, riducendo il numero dei componenti e valorizzando, al fine di accertarne la terzietà rispetto agli enti da controllare, la presenza di professionalità reperite dalla Polizia e dalla Guardia di finanza;
3) controllare, non tanto e non solo la correttezza delle procedure, quanto le modalità di approvvigionamenti (Consip, Mepa, gara aperta, procedura negoziata). A tal fine sarebbe necessario responsabilizzare i direttori generali delle aziende sanitarie e ospedaliere sulle procedure di acquisto, condizionando la corresponsione della parte premiale del trattamento economico previsto per i d. g. delle aziende capofila al raggiungimento della definizione delle procedure di gara, entro un tempo massimo per la conclusione.