“Con il nuovo piano ospedaliero, che prevede la soppressione degli esistenti 26 posti letto, chiude in pratica definitivamente l’ospedale Vittorio Emanuele di Salemi”. Cosi, in sintonia con il giorno che ricorda il primo martire della storia cristiana Santo Stefano, il Giornale di Sicilia annunciava a tutta pagina la prima vittima del nuovo assetto ospedaliero in provincia di Trapani. Senza l’ombra di un condizionale e con un malcelato compiacimento, veniva scritto che, oltre a quelli di Medicina e Chirurgia, venivano eliminati definitivamente anche i sei posti in Day hospital. In pratica, appunto, la chiusura. L’ennesimo e definitivo colpo di grazia su un presidio sanitario, che, invece, avrebbe avuto tutte le carte in regola per non essere sfiorato fin da subito dalla furia devastatrice abbattutasi negli ultimi anni sul sistema sanitario regionale ma eufemisticamente battezzata come “razionalizzazione”. In molti, infatti, hanno dimenticato che l’Ospedale di Salemi ricevette il crisma di “struttura sanitaria al servizio del Valle del Belìce”, zona ad alto rischio sismico a seguito del terremoto del ‘68. Un “privilegio” ottenuto grazie ad un decreto del Presidente della Repubblica dell’epoca. Altri tempi e altre visioni della realtà. Nessun politico ha ripreso in tutti questi anni questa inoppugnabile motivazione non solo per salvarlo ma per potenziarlo. Del resto, di che meravigliarsi. Di recente si è scoperto che Salemi, pur essendo ad alto rischio sismico e dissesto idrogeologico, è privo totalmente di Piano di Protezione Civile. I giovani che si vedono circolare con tute e con tanto di logo “Protezione Civile”, in occasione di pubbliche manifestazioni, sono solo inconsapevoli comparse di una risibile messa in scena. Ritornando alla vicenda Ospedale, è noto a tutti che la città, pur disponendo della presenza di pezzi da novanta ( ma, a pensarci bene, forse a causa di questi) la sorte del glorioso e storico Ospedale fu abbandonata al suo triste declino già quindici anni addietro. Fino al declassamento , nel periodo di Sgarbi, a PTA. (Cosa ciò comporta nella prassi quotidiana è presto detto. Riferiamo quanto è successo alla madre ultra ottancinquenne di un nostro conoscente, proprio mentre stavamo preparando questo articolo. In sintesi, è accaduto che la signora, cadendo rovinosamente dalle scale, subendo una frattura alla clavicola, una profonda ferita al cranio e diverse escoriazione alle gambe, una delle quali piuttosto profonda, dopo essere stata trasportata dal 118 al PTE [ex pronto soccorso]di Salemi è stata dirottata al nosocomio di Castelvetrano. Da qui, dopo una tac e delle radiografie, è stata frettolosamente dimessa con una spalla fasciata, senza un tutori che la proteggesse, e a bordo di una macchina privata. Un vero calvario per una persona anziana in una notte d’inferno.) Ma, a quanto pare, tutto questo non è bastato a chi della sanità nel passato ne ha fatto indisturbato, in verità, un potere politico personale ( c’è una famiglia a Salemi che non abbia un dipendente di questa azienda?). Se ne vorrebbe oggi la chiusura totale? Lo scontro in atto infatti ha assunto i toni di una resa dei conti. Quasi una guerra personale. Forse non si riesce a mandare giù il fatto che il PTA non è stato quel flop che si presumeva e si auspicava? Sorprendentemente la rifunzionalizzazione della struttura ospedaliera, indirizzata verso cure primarie, ha dato al contrario dei buoni risultati, grazie all’impegno del personale medico e paramedico che vi opera. Si vorrebbe quindi bloccare questo processo? Spinti da rancori mai sopiti, in preda ad una sorta di incontrollata libido distruttiva, si vorrebbe demolire quanto è rimasto ancora in piedi? Ma, così facendo, non si capisce che le vere vittime sono i cittadini e gli utenti? I primi scontri si ebbero all’epoca di Vittorio Sgarbi. Allora lo scambio di accuse avvenne tra l’ex sindaco e l’on. Baldo Gucciardi del Pd. Fu infatti il periodo delle prime “diserzioni” da un esercito che sembrava indistruttibile. Oggi a Sgarbi si sono sostituite le colonne di un giornale. Con risvolti che hanno dell’incredibile. La corrispondente da Salemi del Giornale di Sicilia, Agostina Marchese, ha infatti sconfessato una parte del suo articolo “incriminato”. E lo ha fatto, sorprendentemente, sul profilo FB di un medico dell’Ospedale. Dicendo chiaramente che l’articolo pubblicato a sua firma era stato manipolato e che “era molto diverso e diceva tutt'altro. Mi hanno fatto passare per una ignorante e per una persona che crea disinformazione e non è professionale. Dai dirigenti dell' asp e dai medici che ho incontrato in questi giorni ho avuto solo notizie molto diverse e dichiaro apertamente, a costo di perdere il mio lavoro, che il problema non è la fonte ma chi ha messo mano all'articolo, Sono ferita e amareggiata per il danno che é stato perpetrato alla mia immagine e a me come persona che da sempre nel lavoro cerca di essere professionale, semplice e onesta”. Accuse pesantissime, come si vede, e che dà uno spaccato non proprio esaltante di come funziona il mondo dell’informazione in questa provincia. Le smentite infatti non si sono fatte attendere. La direzione dell’Asp Provinciale, tramite l’addetta stampa Barbara Lottero, ha fatto sapere che in “riferimento a notizie diffuse a mezzo stampa relative alla soppressione dei posti letto presso l'ospedale di Salemi si tiene a precisare stata richiesta, tra l'altro, la conferma di n.26 posti letto per acuti, dedicati alla Medicina e alla Chirurgia, riservando a quest'ultima disciplina un particolare setting assistenziale volto anche ad integrarsi con le attività chirurgiche degli stabilimenti viciniori. “ E tuttavia la falsa notizia, al momento in cui scriviamo, si trova ancora sul sito on-line del giornale. Ma anche da parte del PD è stata diffusa una nota alquanto piccata sull’intera vicenda. Scrive infatti Domenico Venuti, della Direzione Regionale, che “il giallo dell'ospedale di Salemi, andato in scena inspiegabilmente in questi ultimi giorni sulla pagina del GdS di Trapani, avrebbe contorni farseschi se non fosse adombrato dalla più inquietante opera di disinformazione di una collettività andata in scena negli ultimi anni, peraltro su un tema delicatissimo come quello dell'erogazione dei servizi sanitari sul territorio. Già è singolare che, in un panorama regionale nel quale continuano ad essere soppressi molti piccoli ospedali e importanti reparti di grandi ospedali a causa della spending review e del rientro dal debito, i titoli dei giornali degli ultimi anni non abbiano riportato con forza "nonostante tutto l'ospedale di Salemi rimane aperto", ma che addirittura ci si faccia portatori di notizie palesemente false è cosa ben più grave e inaccettabile. E' come se a Salemi nessuno, o quasi, possa toccare questo tasto. Sarà forse perché in troppi si erano abituati ad altri metodi di gestione della sanità locale o magari perché il solo parlarne può dare nocumento ai piani diversi di qualcuno? Da cittadino salemitano, prima ancora che da dirigente politico, mi preme ringraziare quanti, da Gucciardi a De Nicola ciascuno per la propria funzione, hanno consentito finora il mantenimento della nostra struttura, ma soprattutto quanti ogni giorno con la loro professionalità ed il loro sacrificio consentono a Salemi di avere un'offerta sanitaria qualificata nonostante le disfunzioni derivanti dal contesto complicato ed i facili e interessati detrattori.” Questi i fatti. Crediamo che non abbiano bisogno di ulteriori commenti. Vogliamo cogliere infine l’occasione per segnalare ancora una volta a chi di dovere, Comune o Asp, non sappiamo, lo stato pietoso e indecente in cui versa l’area di parcheggio che si trova nel piazzale antistante l’Ospedale di Salemi (Foto). Uno spazio che non si confà certamente al moderno fabbricato, costantemente in ristrutturazione. E che rende un brutto servizio all’utenza. Possibile che non si trovino quelle pochissime migliaia di euro per eliminare i profondi fossati polverosi nelle giornate estive e le ampie pozzanghere in quelle piovose? O forse è a causa dell’esiguità della somma necessaria che nessuno provvede?
Franco Lo Re