Con la richiesta di ammissione delle prove e della lista testi di accusa e difesa, è iniziato, in Tribunale, un processo che vede imputati due poliziotti del commissariato di Mazara per omissione d’atti d’ufficio e falso ideologico in atto pubblico in concorso. Alla sbarra sono il sovrintendente Vito Pecoraro, di 51 anni, e l’assistente Vincenzo Dominici, di 44. A metterli nei guai con la giustizia è stata una <cimice> piazzata, per un’altra indagine, dai carabinieri su un’auto fermata ad un posto di blocco. La microspia, infatti, oltre a monitorare i movimenti del proprietario del mezzo, o di chi l’aveva in uso, ha anche registrato quanto accaduto al un posto di blocco effettuato dai due poliziotti, che non hanno sequestrato l’auto (una Fiat Panda) nonostante questa fosse priva di copertura assicurativa, né multato il conducente per la mancata revisione e per il fatto di circolare malgrado il fermo amministrativo disposto dall’Agenzia delle Entrate. La <cimice> doveva servire a scoprire ben altro, ma i carabinieri sono rimasti sbigottiti quando hanno constatato <in diretta> una <bontà d’animo>, quella di due poliziotti, non prevista dalla legge. Inevitabile l’invio di una relazione in Procura, il cui capo, Alberto Di Pisa, affidò l’indagine, coordinata personalmente, alla sezione di pg della Guardia di finanza. A Pecoraro e Dominici, in servizio alle Volanti, si contesta il fatto di non avere adottato alcuna sanzione, nonostante, secondo l’accusa, abbiano riscontrato le gravi infrazioni. Alla guida dell’auto c’era Vittorio Misuraca. A bordo anche una donna, con la quale i due uomini delle forze dell’ordine, prima di dare il via libera, avrebbero parlato e scherzato. Il falso ideologico in atto pubblico viene contestato in quanto i due poliziotti <nell’esercizio delle loro funzioni – si evidenzia nell’avviso conclusione indagini preliminari – omettendo di annotare nel foglio di servizio di avere sottoposto a controllo l’autovettura Fiat Panda e di avere accertato le violazioni, attestavano falsamente fatti di cui il suddetto foglio di servizio era destinato a provare la verità>. L’episodio risale al 19 aprile 2012. A difendere Pecoraro e Dominici è l’avvocato trapanese Giuseppe De Luca, mentre a sostenere l’accusa è il pm Sabrina Carmazzi. Presidente del collegio giudicante è Sergio Gulotta. Alla prossima udienza, il 10 marzo, saranno ascoltati quattro ufficiali di pg che hanno condotto l’indagine.