“A Petrosino è tutto regolare”. Lo ha detto il Prefetto di Trapani Leopoldo Falco a proposito dei sessanta profughi ospitati in una casa di cura privata a Petrosino.
Falco, venerdì in conferenza stampa, ha fatto il punto sull’emergenza migranti in provincia di Trapani e si è soffermato anche su quello che è successo a Petrosino. Qui infatti sessanta ragazzi sono stati ospitati nella casa di cura Villa Maria, gestita da una cooperativa. Ma il sindaco Gaspare Giacalone aveva espresso amarezza per non essere stato informato prima, e preoccupazione per la vivibilità della struttura.
A proposito di Petrosino Falco ha detto invece che è tutto regolare. “C'è stato un qui pro quo con il Sindaco Giacalone perchè è avvenuto tutto in una notte. Ma gli ho fatto presente che per il suo territorio l'arrivo di questi immigrati è una opportunità”.
Su come il territorio trapanese sta affrontando l’emergenza il Prefetto ha rimarcato il ruolo della provincia di Trapani “terra di accoglienza”. “Quando sono arrivato ho trovato un Cara sovraffollato. Ora la situazione è diversa. Sono soddisfatto. Siamo passati in 4 mesi a 1230 posti nei diversi centri e comunità del territorio, in totale 16, in 10 comuni. E stiamo cercando altre strutture. A Salemi sono addirittura tre. Cerchiamo di dare risposta ad un'emergenza umanitaria. E da Roma ci dicono che i numeri aumenteranno”. In questi mesi gli immigrati sono stati sistemati soprattutto in piccole strutture. Questa scelta comporta una miglior gestione e cura degli ospiti, ha sottolineato Falco. Sulla protesta dei richiedenti asilo scoppiata a Bonagia con il blocco della provinciale Trapani - San Vito è stato puntualizzato che deriva dai ritardi del rilascio dei loro permessi. “Purtroppo c'è solo una commissione per il riconoscimento dello status di rifugiato, che ha i suoi tempi, smaltisce circa 200 pratiche al mese. Quindi è opportuna la nomina di una nuova commissione”. Il Prefetto ha anche sottolineato che tutte le spese per i centri di accoglienza sono pagati dal Ministero dell'Interno con i soldi della Comunità Europea, e, “pur nell'emergenza, il fenomeno dell'immigrazione sta creando dei posti di lavoro. Ogni struttura incassa ogni mese 900 euro per ospite. In questo modo stiamo salvando delle strutture che erano sull'orlo della bancarotta, come la Casa di riposo di Marsala”. Qui infatti da ottobre vengono ospitati 70 richiedenti asilo. La struttura ha avuto un forte ruolo nell’emergenza, perchè è stata la prima casa di riposo a modificare il suo statuto e permettere di dare ospitalità agli immigrati. Adesso alla Casa di riposo, che da anni subisce una condizione di deficit economico, verranno corrisposti 100 mila euro dallo Stato per l’ospitalità ai profughi. Una cifra che potrà essere utilizzata per pagare alcuni stipendi arretrati per i dipendenti, che in questi mesi sono stati anche aiutati nell’assistenza agli anziani dagli stessi ospiti extracomunitari. La struttura è amministrata dal Commissario straordinario Ignazio Genna, che in questi mesi è riuscito, con la collaborazione di diverse associazioni, a far integrare i ragazzi richiedenti asilo.
“Mi dispiace che di fronte ad un'accoglienza diffusa così elevata, si parla solo del Cie di Milo e delle sue condizioni - ha poi continuato il Prefetto. Sin dal mio insediamento, ad Agosto, ho lavorato per strutturare la sicurezza del Cie, che non può essere un luogo di guerriglia quotidiana. Nel 2013 ci sono state 613 fughe. Bisogna avere umanità massima, ma bisogna anche alzare i muri, e pazienza se il Cie sembra un carcere. L'importante è che non sia un carcere dentro. E' grave che dentro il Cie ci siano centraline elettriche i cui pannelli diventano armi, ed elementi in ferro che diventano strumenti di fuga. Bisogna inoltre che la gestione del centro sia economicamente sostenibile”. E sull’aperture delle buste della gara per i lavori di ristrutturazione, il cui importo è di 664.000 euro, Falco ha detto che sonocifre imbarazzanti: “se dall'inizio il Cie fosse stato fatto come doveva essere fatto non staremmo qui a spendere altri soldi”. I lavori inizieranno ai primi di Marzo, ha assicurato il prefetto, e quindi il Cie chiuderà per un periodo. Al momento ci sono però 187 ospiti. I lavori dovrebbero durare otto mesi. “Il vero problema è dove portare gli ospiti. Al momento in Italia sono operativi 6 Cie. A Febbraio saranno di nuovo aperti Milano e Bari”.