Si va stringendo sempre di più il cerchio sulle nomine dei manager della sanità siciliana. Rispetto all'elenco dei settanta nomi di Natale c'è stata un'ulteriore sforbiciata, che ha coinvolto tutti coloro che avevano avuto incarichi dal precedente governo regionale. Salta quindi la poltrona dell'attuale commissario dell'Asp di Trapani, De Nicola, che, sulla base dei rumor, non verrà riconfermato, perchè era stato messo dal governo Lombardo (allora in quota Grande Sud). Analoghi motivi di opportunità politica per non irretire ulteriormente i rapporti nella maggioranza hanno portato alla cancellazione del nome di Salvatore Ombra, marsalese, ex amministratore dell'Airgest, che pure aveva passato tutte le selezioni.
Crocetta “taglia” i concorrenti alla carica di manager della Sanità. E in attesa del confronto con gli alleati, fa scendere a 18 i candidati della sua “rosa” ristretta. È lui stesso a dare la cifra, applicando i criteri di selezione annunciati lunedì sera: a essere escluso dovrebbe essere chi ha già svolto il ruolo di direttore generale o commissario nella Sanità in Sicilia per lunghi periodi (fatta eccezione per le designazioni fatte nel 2013), chi ha esperienza solo nel settore privato, chi non ha un curriculum sanitario e chi ha problemi con la giustizia. «Secondo le mie proiezioni, applicando questi criteri che puntano all’innovazione nel settore, il numero degli aspiranti direttori generali si abbassa a 18», dice Crocetta al telefono nel primo pomeriggio. I candidati selezionati dalla commissione nominata dall’assessorato sono stati 76, i posti in palio — fra Asp e aziende ospedaliere — sono invece 17.
In realtà, l’elenco è abbastanza elastico, per la difficile interpretazione di alcune posizioni, e potrebbe allungarsi sino a contenere 25 nomi. Eccoli: Maurizio Aricò, 58 anni, di Palermo; Francesco Basile, 58 anni, di Catania; Giampiero Bonaccorsi, 52 anni, di Catania; Salvatore Brugaletta, 56 anni, di Ragusa; Antonino Candela, 48 anni, di Palermo; Giuseppe Capodieci, 56 anni, di Siracusa; Rosario Di Lorenzo, 59 anni, di Rosolini; Ferdinando Di Vincenzo, 63 anni, di Catania; Salvatore Lucio Ficarra, 49 anni, di Mazzarino; Giovanna Fidelio, 57 anni; Francesco Floridia, 57 anni, di Modica; Francesco Garufi, 60 anni, di Verbania; Giuseppe Giammanco, 52 anni, di Catania; Ida Grossi, 59 anni; Michele Gulizia, 53 anni, di Catania; Renato Li Donni, 63 anni, di Palermo; Giovanni Migliore, 52 anni, di Palermo; Calogero Muscarnera, 56 anni, di Sciacca; Giuseppe Noto, 58 anni, di Palermo; Guido Olivero, 58 anni, di Boves (Cuneo); Marco Restuccia, 50 anni, di Taormina; Giacomo Sampieri, 52 anni, di Palermo; Ignazio Tozzo, 48 anni; Gervasio Venuti, 58 anni, di Cinisi; Michele Vullo, 57 anni, di Palermo.
Al vaglio invece la posizione di cinque candidati che hanno ricoperto l’incarico di manager in altre regioni. Dell’elenco potrebbero fare parte Valerio Fabio Alberti, 60 anni, di Padova;Corrado Bedogni, 60 anni, di Savigliano (Cuneo); Antonio D’Urso, 52 anni, di Roma; Roberto Ferri, 66 anni, di Tarvisio (Udine), e Pietro Grasso, 57 anni, di Roma.
Le nomine dovrebbero arrivare entro febbraio, dopo che il governatore — come ha annunciato — avrà illustrato all’Assemblea regionale i principi alla base delle sue scelte. In questi giorni partirà il confronto con gli alleati, che si intreccerà probabilmente a quello sul rimpasto. Ma è già polemica sui requisiti indicati da Crocetta per scremare la lista e accelerare sulla nomina dei direttori generali di Asp e ospedali. Sotto accusa, in particolare, l’intento dichiarato dal governatore di non confermare nessuno dei vertici insediati dai precedenti governi. «Privilegiare figure innovative e competenti nella scelta dei nuovi manager — dice il presidente della commissione Sanità dell’Ars, Pippo Digiacomo, del Pd — è certamente una strada coraggiosa da percorrere ma non può essere l’unica. Non possiamo dimenticare l’importanza e il valore dell’esperienza e della competenza».
Tra i nomi che verrebbero depennati se passasse il criterio dell’innovazione, alcuni di quelli sponsorizzati dal Pd, come Paolo Cantaro (Asp di Caltanissetta) e Giuseppe Pecoraro (Policlinico di Messina). Digiacomo plaude alla celerità dell’operazione annunciata dal governatore e dall’assessore Lucia Borsellino, ma aggiunge: «Per quanto riguarda i criteri di scelta, mi preme sottolineare l’importanza di attribuire valore all’esperienza professionale, affinché l’innovazione non venga confusa con il giovanilismo ».
Duro con Crocetta è Vincenzo Fontana, del Nuovo centrodestra, vice presidente della commissione Sanità: «Ancora una volta — dice — ci troviamo di fronte a un governo regionale che non ha nessuna idea chiara di come gestire la governance nel comparto sanitario. Già adesso stanno venendo fuori tutte le contraddizioni tra Crocetta e la sua maggioranza. Le aziende sanitarie da troppo tempo sono commissariate grazie a una procedura farraginosa e che presenta criticità da tutte le parti. In più, il Piano sanitario presenta lacune e incongruenze ».