Un architetto di Petrosino, Giuseppe Indelicato, 47 anni, è indagato per truffa e falso aggravato. Secondo l’accusa, il professionista, incaricato da Giuseppina Giancontieri di redigere un progetto per la demolizione e la ricostruzione di un immobile in via Gianinea, nonché di richiedere al Comune la relativa concessione edilizia, fece credere alla cliente di aver svolto il suo lavoro, facendosi consegnare 1700 euro come compenso. Alla donna, nell’ottobre scorso, consegnò anche un foglio con carta intestata del Comune di Petrosino relativo al ‘’parere favorevole’’ dei tecnici dell’ufficio urbanistica. Un foglio con tanto di numero di protocollo (8266 del 4 luglio 2013), timbro del terzo settore del Comune e firma del dirigente, l’ingegnere Vincenzo Tumbarello. Si trattava, però, di un falso. La Giancontieri, impiegata di banca, lo scoprì quando, per ottenere il mutuo necessario per l’esecuzione dei lavori, chiese al Comune copia della concessione. Con sua somma sorpresa, le fu risposto che non era stata presentata alcuna istanza. Adesso, all’architetto Indelicato, difeso dall’avvocato Ignazio Bilardello, è stato notificato l’avviso conclusione indagini preliminari, un atto che solitamente prelude alla richiesta di rinvio a giudizio. L’indagine, coordinata dal procuratore Alberto Di Pisa, è stata svolta dalla sezione di pg della Guardia di finanza.
Processo a Correra e Genna per ricettazione di assegni rubati
Si fa più critica la posizione di Antonio Ignazio Correra nel processo che lo vede imputato, assieme a Giuseppe Genna, con l’accusa di ricettazione di assegni rubati. Due assegni (uno di 25 mila euro, l’altro di 52 mila) che sarebbero stati staccati da un carnet di assegni emesso dall’Unicredit e rubati, ad Erice, il 21 gennaio 2008, a Michela Bulgarella e che Correra, secondo l’accusa, diede a Massimo Bellitteri e Antonino Salvatore Sieri, poi accusati dal commerciante di fertilizzanti di usura e estorsione, in restituzione di somme avute in presto. Nell’ultima udienza davanti al giudice monocratico Faillaci, Genna ha affermato di poter escludere di ‘’di aver mai consegnato assegni o titoli di alcun genere ad Antonio Correra’’. Smentendo, così, il Correra, che in una precedente udienza si era difeso dicendo di aver ricevuto quegli assegni da Giuseppe Genna e di non sapere che fossero rubati. ‘’Ho conosciuto Correra – ha, inoltre, dichiarato il coimputato - perché è venuto presso la mia attività commerciale per noleggiare dei mezzi. Ha sempre pagato. Non ho mai saputo, né percepito che Correra, negli anni 2007–2008, si trovasse in precarie condizioni economiche o sottoposto a pressioni’’.