Altra perquisizione all’interno della Sicilfert, l’impianto di smaltimento rifiuti di contrada Maimone a Marsala. Sabato mattina gli agenti della polizia municipale, guidati dal comandante Vincenzo Menfi, hanno perquisito l’impianto, per accertare eventuali irregolarità nello smaltimento dei rifiuti derivati dalla raccolta differenziata. In particolare per l’organico, che arriva, nell’azienda di via Salemi, da tutta la provincia di Trapani. La Sicilifert infatti si occupa di trattamento della sezione organica dei rifiuti, per trasformarlo in compost. L’ispezione è durata per tutta la giornata di sabato, è stata avviata su indicazione dell’autorità giudiziaria. La Sicilfert è al centro dell’inchiesta avviata dalla Dda di Palermo su quello che gli inquirenti hanno definito “un sistema per gestire illegalmente la raccolta dei rifiuti in provincia di Trapani”. Ato Terra dei Fenici, Aimeri Ambiente e Sicilfert. E’ questo il triangolo messo sotto la lente d’ingrandimento dalla procura di Palermo. La stessa procura, con Teresa Principato, ha chiesto il rinvio a giudizio per per Salvatore Alestra, ex direttore dell’Ato Tp1, l’ente che si occupava della gestione rifiuti in mezza provincia, per il direttore area Sud della Aimeri Ambiente, Orazio Colimberti, per il capo impianto del cantiere di Trapani della stessa società, Salvatore Reina. E ancora il rinvio a giudizio è stato chiesto per Michele Foderà, amministratore di fatto della società Sicilfert, di Pietro Foderà, socio e responsabile dei conferimenti nella Sicilfert e di Caterina Foderà, responsabile amministrativo della stesa società. L’inchiesta coinvolge anche l’ex senatore Pd Nino Papania, per il quale si procede separatamente.
Il blitz dei vigili urbani di Marsala è stato accolto con soddisfazione dall’amministrazione comunale di Marsala. Queste le parole del sindaco Giulia Adamo e dell’assessore Antonio Provenzano.
Il Comune di Marsala si costituirà parte civile nell’eventuale procedimento penale che dovesse instaurarsi a carico della Sicilfert srl e, nel contempo, manifestiamo la nostra disponibilità nei confronti dell’Autorità Giudiziaria nel porre in essere qualunque azione che possa agevolare l’individuazione di ogni e possibile responsabilità a carico di chiunque sia coinvolto nella vicenda. Da diverso tempo l’Amministrazione Comunale stava cercando una valida alternativa in ordine al conferimento del rifiuto organico atteso anche il regime di monopolio in cui opera la stessa Sicilfert; in tal senso, infatti, si è più volte sollecitato il Direttore Generale del Dipartimento Acque e Rifiuti (Assessorato Regionale) Dott. Lupo, al fine di accelerare la procedura per il finanziamento dell’impianto di compostaggio che dovrebbe sorgere presso il Comune di Calatafimi-Segesta, peraltro su un terreno confiscato alla mafia. Chiederemo un incontro urgente al nuovo assessore regionale perchè questo ennesimo episodio che si registra nel settore dello smaltimento dei rifiuti in Sicilia, ancorchè non accertata al momento alcuna responsabilità, spinga gli organi regionali nel giungere in tempi brevi alla realizzazione dell’impianto di Calatafimi che servirebbe i territori dell’intera provincia.
Non è la prima volta, dicevamo, che i vigili urbani di Marsala si interessano alla Sicilfert. E’ successo circa un anno fa, a proposito dello smaltimento del percolato derivato dal trattamento dei rifiuti. Allora la nostra redazione aveva documentato, dopo una serie di appostamenti, come, durante le serate di pioggia, fuoriuscisse dall’azienda un fiume di percolato. E c’è da dire che lo scorso anno amministrazione comunale, e i liquidatori dell’Ato (Francesco Tumbarello e l’attuale assessore Provenzano), non si erano mostrati così energici.
Intanto l’inchiesta della Dda tra qualche giorno potrebbe prendere una svolta decisiva. Perché per il 13 maggio è fissata l’udienza preliminare, a Palermo, in merito alla richiesta di rinvio a giudizio.
Il sistema secondo l’inchiesta della Procura funzionava in questo modo. Aimeri ambiente faceva finta di fare la raccolta differenziata nei comuni Ato, come previsto dal contratto stipulato con l’Ato per 210 milioni di euro per sette anni. Faceva finta, in realtà conferiva tutto alla Sicilfert, azienda in contrada Maimone a Marsala, che si occupa dello smaltimento della sezione organica dei rifiuti per trasformarlo in compost. In realtà, sempre secondo le indagini, la Sicilfert trattava soltanto fittiziamente i rifiuti come se fossero organico (e non carta, plastica vetro, etc). Il tutto, in sintesi, significava che Aimeri si faceva pagare per un servizio che non svolgeva, la raccolta differenziata, e la Sicilfert otteneva una commessa per uno smaltimento dei rifiuti che non avrebbe dovuto fare. Questo anche per consentire all’Aimeri di raggiungere le percentuali di raccolta differenziata stabilite dal contratto per non incorrere nelle sanzioni previste. I vertici dell’Ato invece chiudevano un occhio. Infatti per Alestra l’accusa, “anche su istigazione di Colimberti e di soggetto che rivestiva qualifica di Parlamentare” scrive la Procura, è quella di aver omesso di esercitare la funzione di controllo sull’operato dell’Aimeri, come previsto dalla sua qualifica. Se infatti Aimeri non avesse raggiunto quelle percentuali di differenziata sarebbe stato compito dei vertici dell’Ato applicare le sanzioni. Il tutto per ottenere in cambio assunzioni, regali e favori, questa si legge nella richiesta di rinvio a giudizio.