Assolti in primo grado dall’accusa di omessa denuncia delle violenze attribuite ai loro commilitoni (il pm aveva chiesto quattro anni di carcere), sono adesso sotto processo davanti la Corte d’appello di Palermo sei dei tredici carabinieri coinvolti nell’indagine sui carabinieri ‘’maneschi’’ di Pantelleria. I sei cc, che avevano optato per il con rito abbreviato, il 29 novembre 2012 furono assolti dal gup Vito Marcello Saladino. Seppur con il secondo comma dell’articolo 530 del codice di procedura penale (‘’mancanza, insufficienza o contraddittorietà della prova’’). Avverso la sentenza fece appello la Procura di Marsala. Ieri, a Palermo, era prevista la requisitoria del procuratore generale, ma l’appuntamento è saltato per la seconda volta (motivi di salute). E nessun sostituto, vista la delicatezza del caso, se l’è sentita di sostituire il capo. L’udienza è stata, quindi, rinviata al 16 luglio. Imputati, davanti la Corte d’appello, sono Cristian Petraglia, Salvatore Carbone, Giovanni Capuano, Giuseppe De Gennaro, Giuseppe De Rosa e Antonio Belzaino. L’indagine, condotta dalla sezione di pg della Guardia di finanza della procura, fu avviata a seguito della denuncia di un marsalese, Vito Sammartano, 42 anni, cuoco, che d’estate si trasferisce a Pantelleria per motivi di lavoro. ‘’Sono stato fermato ad un posto di blocco e condotto in caserma verso le 4 del mattino – ha raccontato Sammartano - e dopo l’alcoltest, a cui, seppur di poco, sono risultato positivo, sono stato massacrato di botte’’. Poi, la Procura individuò altre ‘’parti lese’’. Nel processo in corso a Marsala contro gli altri sette carabinieri, in tre hanno deciso di costituirsi parte civile.