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13/05/2014 07:31:00

Nuova strage di migranti a Lampedusa. Mogavero: "Si agli ingressi regolari"

200 li hanno salvati. 14 li hanno già recuperati cadavere. Ma altri 200 sono dispersi, probabilmente già in fondo al mare. E' l'ennesima strage di migranti si compie a 40 miglia dalle coste della Libia, a pochi giorni di distanza da un altro naufragio costato la vita a una quarantina di persone partite dalle coste orientali del Paese nordafricano.

Cosa stia accadendo nel Canale di Sicilia lo racconteranno nelle prossime ore i migranti che si sono salvati: quel che è certo è che il barcone è affondato. E non è affatto escluso che si possa esser verificato quel che il direttore dell'Immigrazione del Viminale Giovanni Pinto aveva riferito poco meno di dieci giorni fa al Parlamento: dalla Libia, disse citando informazioni d'intelligence, partono sempre più spesso imbarcazioni fatiscenti perché i trafficanti di morte sanno che le navi italiane vanno a prendere i migranti fin quasi al limite delle acque territoriali libiche.
Nella zona del naufragio sono stati immediatamente dirottati alcuni mercantili, che hanno soccorso i primi naufraghi e recuperato i cadaveri, oltre a due motovedette della Guardia Costiera, una della Guardia di Finanza e le navi Sirio e Grecale della Marina Militare.
E non si muore solo in mare. Anche il Sahara ha fatto una nuova strage di clandestini, fermandoli a poche centinaia di chilometri dalla loro meta: la città di Tamanrasset, nell'Algeria meridionale, destinazione di migliaia di profughi provenienti dai poverissimi e travagliati Paesi dell'Africa centrale. Una quindicina di cadaveri di clandestini nigerini sono stati trovati dalle forze di sicurezza algerine in pieno deserto, ad una ventina di chilometri da In-Guezzam. Ma, per la stampa locale, il bilancio della tragica traversata dell'oceano di sabbia sarebbe molto più pesante.

MOGAVERO. «Per i trafficanti il mercato clandestino dei migranti é una miniera d’oro. Oggi piangiamo le vittime dell’ennesimo dramma consumato nel mare Mediterraneo dove i primi numeri diffusi ci ricordano la tragedia dell’ottobre del 2013». Lo dice il Vescovo di Mazara del Vallo, monsignor Domenico Mogavero, dopo aver appreso i primi particolari del barcone affondato a sud di Lampedusa e del quale sono in corso le operazioni di salvataggio dei superstiti. Monsignor Mogavero – che della Conferenza Episcopale Siciliana è il prelato delegato alle migrazioni – soltanto pochi giorni fa era intervenuto presso l’Università di Palermo, nell’ambito del II ciclo di letture e riletture sulla Sicilia e sul Meridione promosso dal professor Salvatore Costantino, per la presentazione del libro “Confessioni di un trafficante di uomini” di Andrea Di Nicola e Giampaolo Musumeci. Mogavero, proprio in quell’occasione alla presenza del Rettore dell’Ateneo palermitano Roberto La Galla, ha suggerito una proposta: «Assistiamo impotenti agli sbarchi e alle tragedie, perché, allora, non dare la possibilità ai migranti di pagarsi un biglietto di viaggio e consentire loro l’ingresso nel nostro Paese tramite un sistema regolato con permessi temporanei?». Mogavero ha ribadito, altresì, che «nel campo delle migrazioni non è ammessa neutralità. Dobbiamo tentare una lettura culturale del fenomeno, meno che mai una lettura politica. I flussi migratori? Sono movimenti di massa che non si riescono a fermare neanche con le leggi – ha detto ancora Mogavero – se qualcuno pensa che con l’operazione costosa “Mare Nostrum” riesce a frenare gli sbarchi sulle nostre coste, si è fatto i conti sbagliati». Mogavero, ha fatto, altresì, accenno ai tempi lunghissimi per il riconoscimento dello status ai richiedenti asilo: «Sono necessarie più commissioni territoriali per i colloqui per ridurre le lunghe attese dei migranti. Così per come stanno le cose, se i migranti non vengono impegnati in attività dei centri d’accoglienza, li abituiamo all’ozio».