9,00 - Casa La Francesca, sulla Spiaggia di Torrazza a Petrosino, è stata demolita. Le ruspe si sono messe in moto oggi all'alba, per cominciare a buttare giù l'immobile pericolante proprio al centro della spiaggia. La demolizione arriva in seguito alla sentenza del Tar di Palermo che ha respinto il ricorso presentato dai proprietari dell'immobile contro l'ordinanza di abbattimento.
7.00 - Può essere demolita Casa La Francesca, sulla spiaggia di Torrazza a Petrosino. Lo ha deciso il Tar di Palermo respingendo il ricorso presentato dai proprietari contro l’ordinanza di demolizione del sindaco Gaspare Giacalone.
L’edificio, non è altro che un rudere pericolante proprio al centro della spiaggia di Torrazza, da anni al centro di battaglie contro le speculazioni edilizie. L’ordinanza di demolizione era stata emessa circa un anno fa, proprio perché l’immobile non era sicuro.
“Visti gli esiti della verifica disposta da questo TAR – si legge nella sentenza dei giudici - e considerato che sussiste il pericolo di crollo di parti dell’edificio, e conseguentemente sussiste concreto ed attuale pericolo per la pubblica incolumità, ritiene in via definitiva che non ci siano le condizioni per concedere misura cautelare invocata dalla ricorrente, e essendo prevalente l’interesse pubblico respinge la domanda”. Lo stesso TAR ha anche condannato il proprietario al pagamento, in favore dell’Amministrazione Comunale, delle spese processuali.
I proprietari si sono opposti perché sostengono che la casa non è pericolante, e che è in programma un opera di ristrutturazione dell’immobile, per cui hanno chiesto nel 2008 la concessione edilizia per la demolizione e la ricostruzione in cambio alla rinuncia della concessione edilizia ottenuta nel 1991 e del ristoro per i danni subiti dal terremoto del 1981. Concessione negata dal Comune che ha fatto ricorso, visto anche il parere contrario della Sovrintendenza ai Beni Culturali e Ambientali. A ben vedere Casa La Francesca sembra proprio in procinto di sgretolarsi. Recintata e abbandonata da anni, casa La Francesca è proprio in mezzo alla linea che separa l’area demaniale e la parte “privata” della spiaggia, quella della Roof Garden, la società dell’imprenditore Michele Licata che in questi anni si è attivato costruendo un lido e delle strutture all’interno della zona protetta e su cui pendono delle inchieste della Procura.
L’ordinanza di demolizione di uno dei simboli della speculazione edilizia a Torrazza arrivò a pochi giorni dal sequestro dell’area di proprietà della Roof Garden. Per la Procura quella messa in campo era una lottizzazione abusiva dei lotti della zona dei Margi. Quello che la Roof Garden voleva fare era un maxi centro turistico ricreativo, con tanto di campo da golf, struttura ricettiva, stabilimento balneare e tutta una serie di viuzze interne per collegare le parti. Più parti di un unico progetto. Da qui l’accusa di lottizzazione abusiva. Tutti i progetti di trasformazione dell’area di Torrazza sono tra loro perfettamente complementari. E insistono in una zona a protezione speciale.
Con la decisione del Tar la demolizione può cominciare da subito.
Già in passato altri Sindaci di Petrosino avevano emesso ordinanza di demolizione, ma in un modo o nell’altro o per il ritiro dello stesso provvedimento dopo appena qualche giorno, l’immobile costruito sulla spiaggia nei primi anni ’60, è rimasto sempre lì. Anche Legambiente si è battuta per la demolizione dell’edificio con diverse manifestazioni, l’ultima delle quali qualche settimana fa in concomitanza con l’arrivo di Goletta Verde a Marsala. “Dedico questo risultato - le parole del Sindaco Gaspare Giacalone - a Salvatore Giordano, il ragazzo di 14 anni, morto lo scorso 9 Luglio a Marano per il crollo di un cornicione, e ai suoi familiari. A tutti coloro che hanno perso la vita sotto un crollo. Per quelle volte che un sindaco non ha fatto in tempo il suo dovere”.
“Goletta Verde, nei primi giorni di luglio, – sottolinea Gianfranco Zanna, direttore di Legambiente Sicilia - aveva fatto tappa alla spiazza di Torrazza proprio per chiedere l’abbattimento di questo obbrobrio, ormai fuori contesto storicamente, culturalmente e paesaggisticamente. Adesso occorre dare seguito all’ordinanza del Sindaco di Petrosino. Di certo,- conclude Zanna - noi saremo presenti il giorno in cui l’ecomostro sarà abbattuto”.