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31/07/2014 06:25:00

Marsala, resa dei conti in consiglio comunale. Lite Sturiano - Lo Curto

Il primo consiglio comunale dell’era post-Adamo a Marsala, come era prevedibile, non va per il meglio. Altro che toni pacati e lavoriamo per il bene della città. Qui in discussione c’è la situazione politica amministrativa. Si parte piano, come un diesel. Poi lo scontro in diretta tra l’assessore Eleonora Lo Curto e il presidente del consiglio comunale Enzo Sturiano. Parole forti, ultimi screzi di fine impero forse. O i primi di una lunga campagna elettorale. Adesso che tutto si è sfaldato. Adesso che, con le dimissioni del sindaco Adamo, c’è il rompete le righe. “Non le permetto di venire qui a fare campagna elettorale”, tuona Sturiano dopo il lungo intervento della Lo Curto. “Mi sono sempre misurata con i titani della politica, non mi confondo mica con i nani della politica”, dice la Lo Curto prima di congedarsi. Non l’avesse mai detto. Perché da lì è stata tutta un’analisi non tanto della situazione politica, ma di quello che aveva detto la Lo Curto. “Ma i nani siamo noi tutti consiglieri comunali o solo Sturiano?” si chiedono.
Il tutto nasce da un intervento del sempre colorito Pino Carnese, che agli assessori presenti dice: “siete corresponsabili del fallimento politico di Adamo. Non è che adesso ve ne lavate le mani?”. Allora la Lo Curto prende il microfono. “Ho sostenuto l’elezione di Adamo. Mi assumo la responsabilità, e non mi lavo le mani come Ponzio Pilato. Ho ravvisato che Giulia poteva essere un sindaco ottimo per la nostra città. Peccato, il sindaco doveva essere il sindaco di tutti. Non ci è riuscita anche per limiti caratteriali. Se tornassi indietro rifarei la stessa scelta. Mi sento ferita nella mia dignità politica perchè sono stata accusata di difendere l’operato del sindaco. Io sono stata a servizio della città e non del sindaco. Ho sempre detto al sindaco che qualora le fosse servita la mia delega non aveva che da chiederla”. La Lo Curto si congeda dalla scena politica ufficiale, ringrazia tutti “per non aver fatto ostruzionismo becero nei confronti della mia attività. Sono una persona libera e con dignità ho esercitato la mia azione. Il sindaco mi ha dato una pagella negativa”. La Lo Curto ripercorre la vicenda che l’ha vista fatta fuori dal sindaco dalla delega dell’edilizia scolastica. E qui comincia lo scontro con Sturiano che la interrompe “non può fare campagna elettorale. Non glielo posso consentire”. Poi Lo Curto risponde con la battuta sui nani. “Allora lei diventerà un titano, deve chiedere scusa la consiglio comunale”, risponde Sturiano tutto rosso in faccia. Lei al presidente del consiglio comunale: “non merita di svolgere questo ruolo, perché non è una persona serena ed equilibrata”. La Lo Curto se ne va. Ma è ormai consumata la rottura e i decibel a Palazzo VII Aprile sono aumentati parecchio. “Se avesse avuto dignità si doveva dimettere prima che si dimettesse il sindaco (poi la discutiamo)” ribatte Sturiano quando ormai la Lo Curto ha salutato tutti e se n’è andata, accompagnata dal marito che dal pubblico non ha risparmiato la voce mentre la consorte e il presidente del consiglio comunale litigavano.
Eppure era partita in maniera pacata la seduta. Presente c’era anche il vice sindaco Antonio Vinci. Che non ha detto una parola, anche se tirato in ballo.
Prima di cominciare si osserva un minuto di silenzio per i due marsalesi scomparsi ieri: il piccolo Mathias, di 4 anni anni morto tragicamente dopo essere caduto in piscina, e il giovane Eros scomparso dopo giorni di apprensione colpito da un edema cerebrale.
Poi comincia il dibattito. Che parte piano, dicevamo. Ma i decibel man mano si alzano.
Apre Sturiano: “è una situazione molto straordinaria. Mi dispiace che il sindaco si sia dimesso in seguito a vicende giudiziarie. Ha ritenuto interrompere il suo mandato, perché non si può amministrare in una situazione anomala. Ha fatto questo passo e la situazione adesso è delicata. Ci sono fatti politici che verranno messi al vaglio del consiglio comunale, e aspetti amministrativi che si devono gestire. La città ha la necessità di essere amministrata, e di predisporre atti di una certa importanza e delicatezza. Le dimissioni in una fase in cui si doveva discutere il bilancio. Se si dovesse tornare al voto a novembre si rischia di lasciare la città senza un bilancio. Occorre adesso capire fino a che punto il consiglio comunale può intervenire”. Poi Sturiano legge una nota di Ginetta Ingrassia, assente dall’aula: “In questi giorni mi è sembrato di pessimo gusto vedere qualcuno godere della caduta del sindaco. Si è fatto appello al codice etico. Una scelta di grande rispetto e serenità quella del sindaco che pone fine a un progetto di riforma. Ad Adamo l’augurio di risolvere i problemi giudiziari. Oggi ci ritroviamo commissariati, e siamo chiamati a un ruolo di maggiore responsabilità” sono le parole di Ingrassia. Poi via, adesso si fa davvero sul serio. Con Pino Milazzo, che ripete quello che è stato detto più volte in questi giorni, e che molti ripeteranno durante la serata. Ossia che quello che è successo “non è un fatto bello per la città”. Continua Milazzo: “abbiamo fatto due anni a battere su determinate cose che al nostro sindaco da un orecchio entrava e dall’altro uscivano”. Parla dei piani triennali opere pubbliche presentati dall’amministrazione (“libri dei sogni”, li definisce). “A noi oggi spetta un compito fondamentale. Dobbiamo mettere mano al più presto al piano triennale e al bilancio. Pare che ci sia qualche milioncino da recuperare, allora evitiamo di fare spettacolini. Da questo momento non c’è più maggioranza e opposizione, ma dobbiamo portare la città al voto”. “Le forze politiche devono fare le primarie - è l’appello che fa Milazzo - devono aprirsi al popolo”. A Sturiano poi dà la parte di “attore protagonista di questo momento di transizione”.
L’opposizione va in fila al microfono. Tocca a Salvatore Di Girolamo: “si sta facendo una passeggiata come se nulla fosse successo. Dobbiamo avere responsabilità. Avuta la notizia sono stato il primo che ha chiesto il numero di telefono del sindaco per esprimerle solidarietà. Ma doveva dimettersi subito dopo la condanna. I due assessori presenti in aula (guarda a Vinci e Lo Curto) sono stati delegittimati dai loro ruoli. Un fatto è la gestione dei problemi personali e un altro fatto è quello della gestione della cosa pubblica. La nostra città è stata scoraggiata, mentre quelle limitrofe crescono”. Poi rincara la dose: “In questi due anni hanno fatto i loro interessi”.Di Girolamo, però non ha gradito la nomina di Musillami a vice sindaco dopo la condanna: “Perché non lasciare Vinci, che ha poi dimostrato di avere un senso di responsabilità nei confronti della città decidendo di rimanere anche a costo di essere estromesso dal suo partito. Non c’è stata responsabilità, ma qualunquismo, menefreghismo. Bisogna adesso cercare tra il popolo non più in salotto”.
Tocca a Carnese: “Mi dispiace per la condanna, ma dovevamo essere noi a mandare Adamo a casa non una sentenza. Il sindaco ha sempre rifiutato il dibattito politico, ha rilasciato facili patenti a noi consiglieri comunali e in ultimo agli assessori. Il sindaco non si è comportato mai come un primo cittadino eletto dal popolo, ma come una piccola zarina. Quello che diceva lei era legge e basta. Questa minoranza ha permesso di fare approvare tutti gli atti più importanti, la maggioranza era in realtà una pseudo maggioranza. Il fallimento politico è stato completo, dal turismo al porto, ai lavori pubblici. Tutto. Ci siamo liberati di un grosso peso, i cittadini possono esultare. L’amministrazione Adamo non ha fatto altro che speculare sulle cose fatte dalle precedenti amministrazioni. Per il resto solo esibizionismo e passerella”.
Dopo lo scontro Lo Curto-Sturiano seguono poi altri interventi.
Michele Gandolfo: “Bisogna dire che la legge Severino è pessima. Adesso il consiglio comunale deve lavorare. Bisogna risolvere i problemi amministrativi. Dal servizio scuolabus ai contratti dei precari. Bisogna trovare sinergia tra porto pubblico e privato, ora che la Regione ha dato parere negativo a quello pubblico. Convocare un consiglio straordinario aperto su sanità e aeroporto di Birgi”.
Arturo Galfano, capogruppo di Insieme per Marsala: “Il gruppo non rinnega l’appoggio al sindaco Adamo. L’abbiamo votata, non rinneghiamo nulla. Non abbiamo nessuna presidenza di commissione e nessuna logica di spartizione. Abbiamo votato tutti i provvedimenti con senso di responsabilità, quando abbiamo rifiutato le poltrone è perché chiedevamo una progettualità. Auguro al sindaco di risolvere i problemi giudiziari al più presto. La legge Severino è assurda”.
Gregorio Saladino: “Sono pronto a dare le dimissioni perché ho sostenuto questa amministrazione con dignità. Abbiamo condiviso un cammino. Non condivido questo terrorismo politico”. Poi dà una lettura tutta sua della vicenda giudiziaria: “Questa è un’azione politica vera e propria voluta da persone che hanno voluto distruggere Marsala. Giustizia becera, minore. Abbiamo avuto amministrazioni politiche che hanno contribuito vergognosamente allo status di Marsala. Abbiamo cercato di diminuire le tasse ai cittadini, ma il contratto Aimeri l’ha firmato l’amministrazione precedente. Dovremmo crocifiggere chi ci ha crocifissi”.
Guglielmo Anastasi torna sui “nani” della Lo Curto: “nel modo di esprimersi alcune persone possono sbagliarsi”. Poi nasce il battibecco con Michele Accardi: “non sei un uomo non libero”, gli dice. “Mi sono sentito offeso, non mi sento un nano di quest’aula. Mi sento tra i responsabili tra chi ha sostenuto alle elezioni Giulia Adamo. Ma ho preso le distanze, perché mi sono accorto dei suoi limiti politici. Le continue liti che questa donna ha avuto per i fatti suoi, che pur di danneggiare quei soggetti ha danneggiato questa città. Dell’amministrazione Carini rimane qualcosa, piccola o grande, ma dell’amministrazione Adamo cosa rimane?” Accardi risponde: “La Lo Curto è stata chiara. Tutta l’aula ha capito bene. Dici fesserie. Quando ti sei candidato con Adamo lo sapevi che tipo di persona era”.
Alla fine Sturiano interviene ancora sui “nan”: “all’assessore Lo Curto risponderò in altre sedi. Non puoi prendere le distanze lo stesso giorno che il sindaco cade in disgrazia. Non le posso permettere di venire in quest’aula e fare campagna elettorale. A questi giochi non ci sto. Non frequentiamo i salotti della città ma se la Lo Curto mi viene a fare la campagna elettorale io non ci sto. Ha fatto un comizio. E quando parlava di nani non si riferiva solo a me ma a tutto il consiglio comunale”.
Chiude il vice presidente del consiglio comunale, Filippo Maggio, che annuncia le sue dimissioni per incompatibilità con il suo lavoro di direttore sanitario.