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10/09/2014 06:35:00

Salemi. Maiorana, l’assessore che costruisce "visioni" in centro e nelle periferie

A Giuseppe Maiorana, l’assessore alla Cultura e alle politiche giovanili, considerato dal sindaco Domenico Venuti punta avanzata della giunta, abbiamo chiesto di fare un bilancio sulla programmazione estiva, che non ci è sembrata un banale assemblaggio di eventi slegati tra loro. Ma, al contrario, una lunga sequenza di iniziative tutte unite da un unico filo conduttore, che rimanda ad una filosofia e una visione della vita.

 

Con un costante riferimento all’arte e alla bellezza del nostro territorio, ci sembra. E’ così assessore?

“Proprio così. Ho sempre lavorato in questo territorio, che è la Valle del Belìce, seppur con alcuni spostamenti per la mia formazione tra Palermo, Milano, Biella, Torino, Roma... ma qualcosa, evidentemente, mi impediva di rimanere fuori da questo contesto. Le attività di formazione universitarie sono state utili per capire quale direzione doveva prendere il mio percorso di studi. Certamente qualcosa mi legava all'arte e a voler comprendere a tutti i costi la bellezza.”

Gibellina, dove lei ha lavorato, un luogo ideale per intraprendere un suo originale percorso?

“Esattamente. La vicinanza con la città di Gibellina,che considero un luogo di sperimentazione, mi ha permesso di entrare nel vivo della mia professione. L'approccio di conoscenza verso le opere d'arte del contemporaneo sono state da me percepite come la direzione per muovere i primi passi verso qualcosa che poi sarebbe stato il mio lavoro: l'educazione all'arte. Questa attività si è spinta poi verso una conoscenza approfondita del territorio e di quella storia sorprendente che è stata la sorte della Valle del Belìce.”

Suoi maestri ideali Dolci e Barbera?

 “Una storia fatta di momenti di partecipazione attiva, legati all'attivismo non violento dei sociologi Danilo Dolci e Lorenzo Barbera, e momenti di totale distruzione, come il terremoto del 68', lo spaesamento dell'individuo e la ricostruzione con e per l'arte. Un trauma che ancora oggi, suda di sangue. Tutto ciò però mi ha incentivato a voler costruire la mia vita, affettiva e professionale, in questo territorio così ambiguo.”

Salemi non le ha dato nessuno imput, possibile?

“Niente affatto! Salemi, è stata sicuramente il primo punto di partenza per aprirmi verso nuovi orizzonti. Oggi rappresenta l'altro inizio, un inizio per certi versi diverso, più legato al valore della polis, e per provare a trasformare le parole in azioni concrete... come dire prendere consapevolezza del proprio ruolo, avere una chiara visione delle proprie idee, seguirle e condividerle.”

Questa città ha un patrimonio immenso e ricco di storia.

“Un patrimonio che è stato talvolta poco valorizzato e poco mostrato, in primis, ai cittadini. E' necessario, pertanto, ricorrere ad una politica del bene comune, del vivere il bene, del rispetto e della conservazione. Una città eccelle solo se i cittadini hanno consapevolezza di ciò che la stessa offre o se le riconoscono il ruolo di centro identitario e di competitività e se tutti hanno una visione dei vari sistemi così da condividere i problemi ecologici e i temi culturali.”

Per trasformare le parole in azioni concrete occorrono scelte chiare. Ne conviene?

“Un intellettuale contemporaneo, Charles Landry, a tal proposito ritiene che “fare la città (city making) significa fare delle scelte, applicare dei valori, usare la politica per trasformare i valori in piani d'azione ed esercitare il potere per attuarli.”

Tradotto, significa?

“Significa che qualsiasi scelta deve partire dalle nostre convinzioni, che, sicuramente, si basano su valori e giudizi che sono indotti dalla nostra cultura. E questo porterebbe il cittadino a mettere al centro della scena, personale anche, la cultura. Come dire, non se ne può fare a meno! Quanto detto potrebbe sembrare, oggi, poco reale, ma così non è. Certo il processo di auto-consapevolezza sarà lungo, ma vale sempre la pena provarci e rimettersi in gioco sempre.”

Parliamo del programma estivo. Non ci è sembrato il solito polpettone informe. Forse anche per questo “snobbato” da una certa fascia di cittadini.

“Ad un mese della mia nomina come assessore, mi sono subito imbattuto nella stesura del programma estivo. Di certo non è stata semplice gestirne l'organizzazione. Inizialmente pensi che l'estate è sempre una buona vetrina per far vedere cosa “sa fare” questa amministrazione e, nello specifico, cosa l'assessore al ramo riesce a programmare. Sin dall'inizio però mi sono dato delle parole chiave: centri, luoghi e periferie. Tre parole che mi hanno portato, laddove è stato possibile, ad immaginare una programmazione estiva che avesse come obiettivo la valorizzazione del centro storico e del centro nuovo,  di alcuni luoghi meno frequentati come le aree archeologiche o il teatrino del Carmine, e le periferie che sono le nostre contrade.

Queste tre parole sono seguite da un buon proposito: “Costruire Visioni”.

In un’occasione ha precisato che il tema della rassegna estiva è stata Costruire visioni . Può chiarire il significato?

”Costruire qualcosa per qualcuno e con qualcuno, in primis per la città/cittadini e poi con le associazioni che hanno animato nel passato e continuano ad animare il paese e che in questa “emergenza” si sono rese disponibili nella collaborazione accettandone i suggerimenti.

Due sono stati gli impegni presi: la presenza di rassegne cinematografiche (nello specifico di animazione e d'autore) provenienti dalla Collezione del Centro Kim, collezione da valorizzare; e la volontà di dedicare delle serate di Jazz al nostro artista salemitano Tony Scott, con lo scopo di farne un appuntamento costante negli anni. A questi due impegni si sono aggiunte due novità: “Salemi, la Notte è rosa” all'insegna della creatività femminile e “Salemi, la Notte è blu_festa di fine estate”.

Anche questi, eventi tematici?

“Per ridare un senso alle nostri notti bianche. In entrambi le kermesse la partecipazione e la collaborazione delle associazioni nell'organizzazione è stata fondamentale. A questi eventi si sono aggiunti spettacoli di teatro di narrazione, presentazioni di libri, mostre fotografiche e la danza contemporanea.”

In cosa consiste il Salemi Urban Lab?

“ E’ un progetto a cui tengo molto. Si tratta di un laboratorio per le politiche giovanili. Un vero laboratorio di idee in cui i ragazzi sono i protagonisti. Dovrà essere uno spazio aperto e creativo in cui i giovani fotografi, videomaker, designer, scrittori, addetti alla comunicazione, illustratori, attori, danzatori, musicisti, organizzatori di eventi.... costruiranno una rete per mettere insieme interventi e azioni in modo da consentire ai giovani di Salemi di partecipare a tutti gli aspetti della vita della comunità. “SALEMI URBAN LAB” ha lo scopo di promuovere azioni generative in diversi campi di attività che valorizzino il contributo dei giovani cittadini al bene comune e siano occasione di sperimentazione, apprendimento non formale e scoperta dei talenti inespressi. Dobbiamo ri-abituare i nostri giovani ad essere i nuovi protagonisti della propria città. Con loro ho immaginato un percorso di crescita e di formazione e che si concretizzerà nella gestione di 5 aree:  1 Legalità, Cittadinanza Attiva e Ambiente. 2. Arte e Cultura 3. Città a misura di bambini
4. Ri-generazioni urbane 5. Fare 6. Eventi.

Al telefono mi accennava che si occuperà anche dei più grandi. Può spiegare ai nostri lettori, come e perché?

“Per i più “grandi”, invece, vorrei avviare, un laboratorio per la Cultura del progetto.  Un laboratorio per i progettisti ed esperti in bandi europei. Questo laboratorio potrebbe offrirci la possibilità di immaginare azioni concrete per la nostra città e guardarla, per una volta, in una dimensione europea. Il laboratorio avrà dei referenti per ogni area di intervento (cultura, turismo, innovazione, agricoltura, ambiente...). La stesura dei progetti sarà coadiuvato da un responsabile e dalla supervisione dell'assessorato. Questa modalità di partecipazione attiva dovrà essere immaginata per far fronte a tutte quelle emergenze che questa città vuole valorizzare.

Dobbiamo individuare un metodo e crescere insieme per avviare veramente un'amministrazione efficiente, innovativa e competitiva.”

Il teatro del Carmine sa bene in che condizioni pietose si trova. Sfregiata e circondata da rifiuti. Cosa intende fare?
“Sarà uno dei luoghi che vorrei ritornasse ai cittadini. Il bel teatrino con vista sulla Valle del Belìce. Attualmente, però,  si trova in uno stato di degrado e di totale abbandono. In altre occasione ho ribadito che la sua valorizzazione, a me e a tutta l'amministrazione, ci sta a cuore. Di certo, però, la condizione in cui versa non è merito di questa amministrazione. Intanto partiremo con la sua ripulitura e la sua  messa a punto.  Da un sopralluogo è risulatto che ci vorrà più tentpo di quanto avessimo previsto. Una volta ripristinato, sarà un lavoro faticoso, ma anche educativo salvaguardarlo dal degrado e di vandali. Ma questo non ci impedirà di costruire nuove visioni per una città diversa, accogliente, pulita e accessibile a tutti.”

Una eredità pesante quella che l’Assessore Giuseppe Maiorana si trova a dovere fare i conti, dopo il triennio culturalmente bulimico di Sgarbi. Basti pensare che in quel periodo, solo per l’attività della Terza Commissione Consiliare (quella culturale) in appena dieci mesi – dal dicembre del 2010 al settembre 2011- si tennero ben 56 sedute ( una media di una riunione ogni cinque giorni !) con un totale di 272 presenze ( il record lo detiene un consigliere, che non citiamo per decenza, con 56 presenze remunerato con 3.360 euro) gravando sulle casse comunali e sulle tasche dei cittadini la ragguardevole cifra di 16.320 euro. Scandaloso! Una enormità, che non trova una razionale giustificazione, ove si pensi che per la rassegna di questa estate, iniziata il 16 luglio e che si concluderà il prossimo 20 settembre, la somma spesa, comprensiva di Siae, costerà diecimila euro in più.

 

Franco Ciro Lo Re