Dopo le tensioni dei giorni scorsi si vive un'altra giornata di passione sul fronte del destino dei lavoratori della formazione professionale in Sicilia. A rischio ci sono 4000 posti di lavoro, ma rabbia e disperazione sono tante perchè ci sono lavoratori che da mesi e mesi non percepiscono uno stipendio. Vari sit-in sono stati organizzati a Catania e Palermo e oggi i sindacati in rivolta dovrebbero incontrare l'assessore regionale Nelli Scilabra e il neo dirigente generale Silvia per un incontro relativo alla terza annualità dell'Avviso 20.
Nei giorni scorsi a scendere in piazza sono stati gli operatori della formazione e degli sportelli multifunzionali, i primi davanti la sede del dipartimento Lavoro di via Imperatore Federico, i secondi davanti alla presidenza della Regione, in piazza Indipendenza. Hanno indossato magliette bianche con la scritta «Vittima della rivoluzione Crocettiana» e alcuni si sono sdraiati a terra bloccando il traffico. C'è chi dice che sarà una battaglia «permanente», e per questo l'appello è «portiamo anche le tende: la protesta continuerà fino a che il governo non ci darà risposte risolutive soddisfacenti. Basta soluzioni tampone».
Sono 4.112 i lavoratori del settore della Formazione professionale che rischiano seriamente di perdere il posto di lavoro entro la fine dell'anno. I dati sono della Cgil Sicilia. Il ldocumento del sindacato prende le mosse dal decreto regionale del 1 agosto con il quale si approva e si pubblica l'albo unico dei formatori siciliani. Vi sono ammessi 8.093 soggetti, il 46% sono uomini, il 54% donne. Soltanto il 52% di questi lavoratori è impegnato nell'insegnamento, il resto è fatto di dirigenti ed amministrativi.
Sono 571 i soggetti che non vengono ammessi e dunque che perdono da subito ogni diritto nel settore. Fra questi ci sono gli assunti contro legge ma, fa notare la Cgil, anche 189 persone con contratto a tempo determinato che non lo potranno aver rinnovato e si aggiungono ai 4.112 a rischio. Per la Cgil anche i progetti Prometeo, rivolto agli oltre 1.800 lavoratori provenienti dagli enti non più accreditati, e lo Spartacus, che ha interessato gli ex sportellisti, risultano essere degli «ammortizzatori sociali senza alcuna prospettiva di lavoro».