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19/09/2014 21:18:00

Quell’ultima magnifica iarda a Cambridge: Kettle’s Yard

Se vi trovate nel Cambridgeshire, fate un salto lungo il celebre fiume che l’attraversa, il Cam, superate il piu’ antico dei ponti che delimitano il cuore della citta’ che ha dato il nome alla contea e aprite le porte del Kettle’s Yard, la dimora di Jim e Helen Ede, oggi museo e luogo dell’anima.

Jim Ende, munífico mecenate, appassionato della creativita’ insita nell’uomo e nel creato, di cui ha saputo aristocráticamente leggere i gangli piu’ sottili e flessibili, ha sostenuto e alimentato le arti, con fervore e sensibilita’, fino a selezionarne e collezionare impalpabili esempi qui custoditi.
Ede ha desiderato che la propria casa, oggi sotto la tutela dell’Universita’ di Cambridge, mantenesse il decoro e la personalita’ originarie che egli stesso aveva portato a sintesi con dedizione.
Varcate dunque la soglia della bella ‘former house’ britannica: vi sembrera’ che i suoi originari abitatori vi stiano strizzando l’occhio mentre vi lasciate abbagliare dalle armonie concentriche da candide a fumose di pietre articolate da Jim o mentre vi accomodate sulle poltrone ammirando piccole conchiglie bianche adagiate sul bordo della finestra.
Tutto nella casa parla di armonía, tutto persegue un equilibrio d’anima e d’occhio.
Un comitato di amabili signore che hanno esse stesse conosciuto gli Ede, vi guideranno lungo il percorso degli spazi vibranti di amore per l’arte, composti di equilibri perfetti fra forme e contenuti, natura e creazione, lontano, íntimamente, da ogni artificio e alterazione.
Harold Stanley ‘Jim’ Ede era cresciuto professionalmente negli anni Venti nelle sale della Tate Gallery di Londra dove aveva conosciuto, fra i tanti nomi che ne avevano varcato la soglia, Ben Nicholson, Henry Moore, Christopher Wood, Miro’, Brancusi e, soprattutto, William Congdon di cui la casa museo custodisce alcune vedute veneziane di rara grazia.
Una veduta di Congdon, in modo particolare, di piccole dimensioni, dai colori polverosi, posta al piano terra, perennemente visibile, dalla poltrona abituale di Ede, raccoglie in maniera ineffabile la fuliggine intima della citta’ lagunare e invita l’osservatore ad esprimere la definizione di capolavoro.
Jim, in compagnia della moglie, aveva vissuto in Marocco e in Francia fino a fermarsi, nel 1956, a Cambridge con l’ambizione di trovare una sede dove le arti potessero divenire esercizio della vita di tutti i giorni di tutti. Individuo’ l’area e la casa che comincio’, gradualmente, ad assumere la forma odierna grazie al contributo, nel tempo, di diversi architetti: Ronald Aldridge, Leslie Martin e David Owers.
Ede, che era stato egli stesso artista in gioventu’, comincio’, contestualmente, ad aprire nei fine settimana le porte della casa, un tempo quattro piccoli cottage, ora riuniti sotto un único tetto, ai visitatori, invitati a condividere esperienze d’arte e di creativita’.
Kettle’s Yard, questo il nome che la dimora assunse, mantiene ancora oggi l’attitudine all’accoglienza: fra le sue mura trovano spazio ancora performance musicali di qualita’, sessioni formative ed esposizioni, come quella oggi in attivo, “Past, Present, Somwhere” che propone la produzione filmica e creativa del duo artístico femminile Karen Guthrie e Nina Pope antecedente al 2008, anno in cui la copia ha vinto il Northern Art Prize.
Nella piccola Chiesa annessa, potrete anche trovare un’istallazione appassionata dell’artista siriano Issam Kourbaj: ‘Unearthed (In memoriam)’, nella quale emerge un tappeto di vecchie copertine di libro, ridipinte, circondate da una línea nera che allude alle recenti morti violente nel paese di origine dell’artista.
Ketlle’s Yard e’ dunque un luogo di innovazione oltre che di conservazione. Cosi’ come avrebbe voluto Ede, cosi’ lo vorremmo noi un luogo di arte e di libera espressione creativa, fra storia e ricerca, fra cuore, occhio e mente.
Per maggiori notizie:

http://www.kettlesyard.co.uk/


Francesca Pellegrino