Anche l'Area Marina Protetta delle Isole Egadi (la più grande in Europa, lo ricordiamo) vuole vederci chiaro su quanto sta avvenendo a Favignana, e sulla concessione demaniale richiesta dalla Lega Navale per un progetto, presentato con un video su YouTube, che fa prevedere attività molto diverse da quella della tutela dell'ambiente che dovrebbero essere tipiche e statutarie della Lega Navale.
Il direttore dell'Area Marina Protetta, Stefano Donati, ha chiesto alla Lega Navale di produrre la Valutazione di Impatto Ambientale del suo progetto. La Regione Siciliana pertanto, in attesa che vengano prodotte le carte richieste, ha sospeso la concessione demaniale. La sospensione durerà poco, anche perchè, in realtà, la VIA è stata chiesta non su tutto il progetto, ma solo per la parte in acqua, quella che cioè che riguarda la catenaria, che è di competenza dell'Area Marina, che, a sua volta, non ha competenza sul resto, la parte a terra del progetto (3500 metri quadrati) che in questo momento rappresenta il vero scandalo.
Della vicenda si è occupata anche la commissione del consiglio comunale di Favignana che si occupa dell'Area Marina Protetta. Anche perchè si lega, il progetto della Lega Navale, alla questione più generale dell'approvazione del Pudm e delle nuove concessioni demaniali che la Regione rilascia ai privati. Il Pudm è ormai fermo da due anni alla Regione. "Mi chiedo come mai - dichiara la consigliera Cettina Spataro - alla Regione ci siano depositati più di 80 PUDM, ma solo uno è stato adottato, quello di San Vito Lo Capo". Per quanto riguarda la concessione della Lega Navale, la commissione nella seduta del 3 Novembre parla esplicitamente di una "concessione spropositata data alla Lega Navale di Favignana c/o cala fumere, che non appare minimamente una sede di una associazione onlus, ma una mera operazione commerciale".
Per Rossella Scalone, presidente della sezione di Favignana della Lega Navale Italiana "il rendering a cui si riferisce è stata solo una idea progettuale che ci era stata proposta, ma che non ha nessun riscontro con il progetto che stiamo ancora elaborando nel rispetto di tutti i vincoli della zona, quindi è un mero e gratuito processo alle intenzioni".
Per Gianfranco Zanna, direttore regionale di Legambiente Sicilia, "Favignana non è l’unica ad essere investita da questa scellerata gestione del patrimonio costiero siciliano con una eccessiva privatizzazione portata avanti dalla Regione solo per fare cassa senza guardare nel merito dei progetti che si presentano".