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28/01/2015 07:02:00

Quattro turni solo un buffetto per Mexes. Giudice Sportivo inadeguato, ma Tavecchio...

Il finale di Lazio-Milan, con l’incredibile, ripetuta, continuata e brutale aggressione del difensore milanista Philippe Mexes al laziale Stefano Mauri ci ha regalato – catapultandolo nelle nostre case, alla vista dei nostri bambini - uno dei momenti più disgustosi del nostro calcio, nei tempi più recenti. Ma la sentenza del giudice sportivo Gianpaolo Tosel è stata ancora più penosa.

Quattro giornate di squalifica per il comportamento messo in atto da Philippe Mexes nel finale di Lazio-Milan sono un buffetto, una carezza, un incitamento a riprovarci. Un pessimo esempio per i giovani. Una giornata in meno hanno preso recentemente De Rossi e Chiellini – i primi che mi vengono in mente – per un gesto non violento, una manata chiaramente assestata solo per divincolarsi dalla presa di un avversario. Otto giornate furono comminate a Mauro Tassotti per una gomitata sul nato a Luis Enrique, al termine di una partita della Nazionale nel 1994.

Non è la prima volta che il Giudice Sportivo di Serie A Gianpaolo Tosel dimostra di essere inadeguato alla funzione che gli è stata affidata. Può accampare il fatto che il referto dell’arbitro è stato troppo morbido rispetto alla reale gravità dei fatti successi in campo e che tutto il mondo, non solo i tifosi italiani, ha visto. L’arbitro Bergamasco Silvio Mazzoleni infatti ha scritto sul referto di avere espulso Mexes <per avere, al 46° del secondo tempo, a giuoco in svolgimento, afferrato al collo un calciatore avversario trascinandolo al suolo e reiterando, dopo la consequenziale espulsione, tale violenta condotta>.

Una descrizione, errori di sintassi a parte, molto blanda rispetto a quel che è realmente successo. E che è stato provocato in parte proprio dal mancato provvedimento (giallo, o anche rosso diretto, a seconda del criterio di valutazione) da parte dello stesso direttore di gara nei confronti di Mauri, reo di aver rifilato in calcio sui polpacci di Mexes dopo aver subito un intervento di gioco. Errore grave da parte dell’arbitro e che sicuramente ha innescato in Mexes una smodata quanto intollerabile voglia di vendetta.

A quel punto però Giampaolo Tosel aveva gli strumenti per correggere l’anomalo referto: poteva chiedere un supplemento di referto a Mazzoleni; poteva chiamare in ballo i due assistenti, i due arbitri aggiunti, il quarto uomo. Insomma ne poteva uscire con intelligenza e dignità. Invece no. Si è limitato a fare il ragioniere: due più due fa quattro, in barba alla realtà ed alla raccapricciante evidenza. E così è arrivato a stilare una delle sentenze più scandalose della storia del nostro calcio.

Il Milan – che già aveva brillato per la sua assenza, non prendendo alcuna posizione su Mexes (avrebbe dovuto metterlo fuori rosa subito, non certo aspettare 48 ore per non …farlo convocare da Pippo Inzaghi in vista della gara di Coppa Italia contro la Lazio, vero Galliani?) – ha dichiarato che non farà ricorso, bontà sua! Sorpreso anch’esso dalla imprevedibile magnanimità del dottor Tosel.

Ora la Federcalcio ha un solo modo per uscirne con la faccia pulita. E il pallino passa nelle mani del chiacchieratissimo presidente Carlo Tavecchio. Già, perché non tutti sanno che fra le prerogative del presidente federale – che ha l’obbligo di <vigilare su tutti gli organi ed uffici della Federazione>, c’è anche la legittimazione <a proporre ricorso d’ufficio per le materie… (fra cui le decisioni dei Giudici Sportivi, come precisa l’art. 31 del Regolamento di Disciplina) qualora ritenga che i provvedimenti siano inadeguati (come nel nostro caso), illegittimi o comunque irregolari>.

Una prerogativa che nella storia della FIGC è stata utilizzata pochissime volte, ma che Tavecchio farebbe bene a rispolverare. Perché in questo pasticcio c’è in ballo la credibilità del nostro calcio. Non credo sia il caso di perdere anche questa.

Salvatore Lo Presti