Il Dio del calcio – se ne esiste uno – oltre che dai ladri e dagli imbroglioni (ne abbiamo davanti agli occhi qualche esempio) ci salvi dall’IFAB! Il famigerato bureau composto da quattro esponenti della FIFA e un rappresentate per ciascuna delle quattro federazioni britanniche (tre delle quali contano come il due a briscola), che ha statutariamente il compito di sovraintendere alle regole del calcio, non perde occasione per confermare di essere fuori dal tempo.
Ci si aspettava molto dall’ultima riunione del 28 febbraio scorso a Craigavad, nei pressi di Belfast, e invece la montagna non ha partorito neanche il proverbiale topolino. Ha abortito completamente, dimostrando di essere cieca, sorda e muta.
Eppure le istanze le erano arrivate da parti in causa aventi pieno titolo, autorevolissime compresa l’UEFA, la potente federazione europea, per bocca del presidente Michel Platini e del responsabile degli arbitri internazionali Pier Luigi Collina. Niente. Le otto scimmiette con le mani sugli occhi, le orecchie e sulla bocca, dopo aver sorbito il solito thè pomeridiano, hanno soprasseduto su tutte le decisioni che si chiedevano loro, lasciando le cose come stavano, e cioè male.
La prima richiesta era quella, legittima, della eliminazione della <tripla pena> prevista dalla Regola 12 per il portiere che atterra un avversario in procinto di far gol in area di rigore. Si chiedeva di eliminare il rosso immediato ed invece le otto scimmiette hanno pensato a proporre all’Esecutivo di annullare la sola sospensione automatica per una giornata del giocatore. Non capiscono, i vegliardi dell’IFAB, che scopo del regolamento è quello di salvaguardare, oltre all’integrità dei giocatori ed alla correttezza del gioco, anche lo spettacolo. Ora ridurre una squadra in dieci dopo averla punita col calcio di rigore e scompaginarla facendo uscire un giocatore di campo per fare entrare un secondo portiere, rovina lo spettacolo – per il quale spettatori e telespettatori hanno pagato un biglietto o un abbonamento - e falsa la partita.
In quanto alla squalifica automatica, è un danno ulteriore, certo, ma non così grave come loro lo ritengono, perché la squadra può comunque giocare in undici uomini. Ma vaglielo a spiegare a queste menti ottuse.
Altra proposta: consentire una quarta sostituzione, ma solo nei casi in cui le squadre debbano giocare dei tempi supplementari, debbano andare oltre i 90 minuti canonici. Niente, se ne parli in tempi futuri, il più lontani possibile (quando qualcuno di loro non ci sarà più, magari, considerate le rispettive età). Si pensi invece, col consenso delle singole federazioni, a dare la possibilità di rientrare ai giocatori già sostituiti. Senza pensare che in un gran numero di casi sono infortunati, e quindi non possono rientrare. E se sono stati sostituiti probabilmente stavano giocando male, e quindi recuperarli non avrebbe alcun senso. Anche qui siamo contro la salvaguardia dello spettacolo e si ingenera solo tanta confusione. Come quella che c’è nelle teste di questi attempati signori.
Infine quello che impropriamente si chiama <moviola in campo>, cioè il sussidio elettronico all’arbitraggio. Un problema che va studiato seriamente, prima che se ne discuta. I vecchietti dell’IFAB (che, detto per inciso, non sono svegli come quelli del BarLume…), sensibili alle parole di Blatter, pensano che se ne possa discutere, a condizione che rimangano fuori dal terreno di gioco e che le persone presenti sul terreno stesso (gli ufficiali di gara sono fra questi?) non possano consultarli. Comunque riparliamone anche in questo caso più in là, solo dopo aver compiuto ulteriori studi. Si fa tardi…
Infine le cose più serie: fissare dei punti fissi sulle condizioni per definire la volontarietà del fallo di mano e sull’interpretazione del fuorigioco (reso sempre più cervellotica, incomprensibile e valutabile da uno o tre esseri umani dalle modifiche apportate da loro, negli ultimi anni). Niente, anche di questi problemi non se ne parla nemmeno. Vedremo se ci sarà tempo in una delle prossime riunioni. Il tempo è stato trovato per decidere il finanziamento della restaurazione della tomba di William McCrum, l’irlandese che nel 1890 inventò il calcio di rigore. Morto nel 1932, la sua ultima dimora si è degradata per la trascuratezza dei vivi. Ma con tutto il rispetto, alla chiarezza ed alla trasparenza del calcio chi ci deve pensare?
Proviamo a chiedere questo, almeno, alle otto scimmiette dell’IFAB.
Salvatore Lo Presti