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22/06/2015 22:08:00

Con la tragica morte di Guidotti se ne va un altro pezzo del Marsala

 Un altro pezzo di Marsala se ne va. A meno di due anni dalla scomparsa di Gigi Carducci, anche Mario Guidotti ci ha lasciati. Ed in maniera ancora più traumatica. Mario è stato ucciso con quattro colpi di pistola dal fratello maggiore Nicola, col quale gestiva un ristorante nella natia Viareggio, al culmine di un’accesa discussione sulla gestione del loro locale.

I protagonisti delle nostre domeniche calcistiche tendiamo ad idealizzarli, a ritenerli poco men che immortali. Perché fanno cose che ai comuni mortali sembrano precluse. Dare calci sapienti ad un pallone è una di queste. Per i tifosi marsalesi Mario Guidotti era un idolo. In quattro stagioni in maglia azzurra aveva messo a segno ben 40 gol (due dei quali nei derby col Trapani), che gli avevano consentito di installarsi al sesto posto (alle spalle di Umberto Badii, Paolo Bevilacqua, Gigi Peronace, Sergio Vergazzola e Gaspare Umile) nella graduatoria dei bomber azzurri di tutti i tempi. Soprannominato <’u foddri> per il suo carattere estroverso ed il modo di giocare estroso ed imprevedibile, era rimasto nel cuore dei tifosi per questa sua caratteristica e per la capacità di creare entusiasmo nel pubblico, sugli spalti. Era rimasto attaccatissimo a Marsala ed ai tifosi marsalesi, e me lo aveva confermato quando lo avevo chiamato al telefono, un paio di anni addietro, in vista del completamento del mio libro <AZZURRO COME MARSALA 100> sul secolo di calcio a Marsala.

<Per me la parentesi di Marsala – mi aveva detto - non è stata solo calcistica ma soprattutto umana. Mi ha formato, mi ha fatto maturare, mi ha fatto capire ed insegnato tante cose che mi sono servite molto nella vita, quella che mi aspettava dopo aver smesso la parentesi calcistica. La mia è stata una full-immersion che mi ha consentito di giocare al calcio ma soprattutto di vivere, di capire tante cose. A Marsala non mi sono limitato a fare il calciatore ed a far gol, ma ho fatto anche tanto volontariato, ho cercato di aiutare chi era meno fortunato di me e di noi. Ho prestato la mia opera soprattutto presso la comunità Saman. È stato un periodo che ricorderò sempre con grande piacere”.

Con molti marsalesi è rimasto sempre in contatto, e periodicamente chiamava ed era richiamato per essere aggiornato sulle ultime notizie di una squadra che gli era rimasta nel cuore. 

Giudotti, nato a Viareggio nel 1964, cresciuto nelle giovanili del Bologna, prima di sbarcare a Marsala aveva giocato nell’Isernia e nel Trapani e – dopo la doppia parentesi azzurra (tre campionati più uno spezzone) aveva indossato le maglie di Foligno, Rondinella Firenze, Sansepolcro, Milazzo, Latina e Isola Liri. Ancora attoniti alla notizia della sua scomparsa in circostanze così tragiche, preferiamo ricordarlo in una tipica immagine in maglia azzurra, con la bandana a cingergli la testa ornata da un’improbabile parrucca azzurra, ed il contagioso sorriso stampato sul volto.

Salvatore Lo Presti