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26/09/2015 11:30:00

Juventus giovane, ingenua e distratta (ma che non può trascurare Dybala)

 Mentre l’Inter vola a punteggio pieno in testa alla classifica, la Juventus continua a far parlare di sé in chiave negativa. La squadra di Massimiliano Allegri, che aveva fatto illudere i propri tifosi con la clamorosa vittoria sul campo del Manchester City ed il successo di Marassi contro il Genoa, ha ripreso il filotto dei risultati negativi, dilapidando altri due punti proprio nei minuti di recupero e regalando al Frosinone di Stellone lo storico primo punto nel campionato di Serie A.
Allegri se l’è presa con l’ingenuità della propria squadra. Analisi abbastanza ragionevole ed accettabile (anche se l’episodio incriminato, il corner sui cui sviluppi Pereyra e Dybala hanno cercato il tiro in porta anziché gestire il possesso della palla, è stato battuto al 90’, pochi istanti prima che fosse esposta la lavagnetta del recupero di tre minuti, e quindi ci sarebbe stato tutto il tempo di riconquistare la palla, e di evitare il corner contro da cui è nato il gol del pareggio. Molto peggio aveva fatto Totti negli ultimi, drammatici secondi della finale dell’Europeo del 2000 contro la Francia, quando si fece portar via la palla da Deschamps e consentì l’avvio dell’azione da cui scaturì il pareggio che spalancò ai francesi l’approdo ai fatali supplementari. E Totti allora aveva 24 anni e sei tornei di Serie A da titolare, non i 21 di Dybala).
Allegri ha ragione a recriminare sul fatto che tre suoi giocatori (Dybala appunto, Lemina e lo stesso Pogba) sono sotto i 23 anni, ma certe scelte poco equilibratrici sono solo sue. E come ci si comporta in certi casi, quando c’è da portare in porto il risultato è lui che lo deve spiegare – e magari anche suggerire, dalla panchina - ai giocatori.
Scivolone contro il Frosinone a parte, al termine di una partita che la squadra di Allegri doveva chiudere prima, non certo intorno al 90’, la Juventus si trova indubbiamente indietro nella strada verso la ricerca dell’assetto definitivo. Colmare il vuoto lasciato da Pirlo, Vidal e soprattutto Tevez non è certo facile. Ed Allegri ha l’attenuate dei seri infortuni in cui sono incappati Khedira e Marchisio, pedine fondamentali per la costruzione del nuovo centrocampo in cui Pogba dovrà essere il fiore all’occhiello ma non l’asse portante, mentre Lemina – almeno al momento – si può considerare come una valida alternativa, non certo come un punto fermo.
A mio parere Allegri, finchè non avrà Khedira e Marchisio, dovrebbe dare più spazio ad Hernanes che, con la sua esperienza, può fare benissimo da equilibratore del gioco e guidare adeguatamente i compagni. Non è un fulmine, ma ha piedi buoni, visione di gioco ed esperienza sufficienti per cementare il reparto. E con esso assicurare la necessaria protezione alla difesa.
Infine non riesco a capire l’ostracismo a Paulo Dybala, l’attaccante più dotato dell’intero parco-punte bianconero. Allegri dice che lui e Morata si pesterebbero i piedi. Secondo me il modo di non mortificarlo e di aiutarlo a crescere si può trovare. Certe giocate le possiede solo lui. Rinunciarci da parte della Juve non mi pare assolutamente sensato. Anche perché è molto bravo nel calciare punizioni e rigori.
Ora la Juve è attesa da due impegni durissimi: la trasferta di Napoli sabato al San Paolo e la gara di Champions mercoledì 30 allo Stadium contro il Sevilla. Due partite in cui gli stimoli si trovano da soli e che bisognerà affrontare con le migliori risorse disponibili per non perdere ulteriore terreno in campionato e non compromettere il cammino in Champions.


Salvatore Lo Presti