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13/11/2015 06:40:00

Salemi. Il gruppo "Sicilia Bedda" in Cina per il festival di Pechino

Salemi, tra i tanti i figli illustri, ha dato i natali ad Alberto Favara, grande studioso e ricercatore etno-musicale. Pellegrino amoroso, girovagò di paese in paese per raccogliere ogni sorta di melodia che il popolo siciliano cantava e suonava e che si tramandava per via orale di padre in figlio. Fu uno autentico pioniere in Europa, assieme a Bèla Bartòk e a Zoltan Kodàli, nel porre le basi ad una nuova disciplina che presto prenderà il nome di etnomusicologia. Fu anche l’autore di una delle più ampie rassegne di canto popolare nell'arte del Continente, il cui Corpus trova, quasi contemporaneamente, specularità in quello dei due ungheresi. . Sempre restando nel campo musicale ad Alberto Favara, affiancherei anche quella di Tony Scott, altra figura di rilevanza planetaria. Due personalità sulle quali l’Amministrazione comunale dovrebbe investire qualche risorsa non solo per onorarli attraverso convegni e manifestazioni ma anche per attirare viaggiatori e cultori.

Missione che, per il momento, viene assolta come ambasciatore nel mondo dal Gruppo Folkloristico “Sicilia Bedda”, che proprio quest’anno ha festeggiato il suo ventesimo anno di vita. Iniziati in sordina i primi passi per volontà di alcuni appassionati giovani di Salemi e Vita, guidati da Nicola Monticciolo, Ciccio Caradonna, Filippo Grassa, il gruppo oggi può vantare un palmares di tutto rispetto. Non c’è un palcoscenico al mondo che non abbia accolto le sue danze e i suoi canti. Le note di “Vitti ‘na crozza” o di “Ciuri Ciuri” sono risuonate nelle piazze di almeno una ventina di nazioni e non solo europee. La voce, i suoni e le tarantelle della Sicilia, grazie al loro ricco repertorio, sono stati apprezzati in quasi tutte le manifestazioni internazionali di alto prestigio ( non rientra tra queste, secondo il loro giudizio, il “Mandorlo in Fiore”, ritenuto non genuinamente folkloristico). L’elenco è lungo.

Dai paesi dell’est quali la Serbia, la Repubblica Ceca, la Bulgaria, la Russia, alla Francia, ma anche fuori Europa: Marocco e Stati Uniti.

Nel 2010, per il Columbus Day nel New Jersey, l’onore di essere alla testa del corteo. Gli unici a rappresentare la Sicilia. Ben cinque spettacoli durante la loro permanenza americana. Un lungo percorso sempre coronato da successi fino ai giorni nostri e di cui nessuno mai ha parlato.

Della serie “nemo profeta in patria”. E mai, tengono a sottolineare, un contributo pubblico percepito, né comunale, né regionale, né statale.

Increduli, ripetiamo la domanda. Confermano. Nessun euro.

Si autofinanziano con gli spettacoli organizzati da privati o enti pubblici: villaggi turistici, alberghi, feste patronali. Ma anche con i matrimoni e le “serenate”. Già. Ma sono ritornate in auge le serenate. A dispetto degli attuali tempi consumistici, succede sempre più spesso che un giovane promesso sposo, al calar della sera, invii un mazzo di fiori alla sua amata tramite il Gruppo Folkloristico. Che si staziona sotto il balcone, ricco di ben 28 elementi tra cantanti e musicisti. In questa occasione la canzone più richiesta ed eseguita è la famosa “ …E vui durmiti ancora…” .

I proventi di tutte queste esibizioni vengono utilizzati per finanziare i viaggi per partecipare alle manifestazioni nazionali e internazionali a cui vengono invitati. Quest’anno gli inviti erano due. Entrambi allettanti. Ai punti estremi del globo. Hanno dovuto scegliere tra Messico e Cina. Alla fine hanno preferito l’Oriente.

Dove hanno rappresentato l’Italia al 17° Tourism Folk Festival di Pechino, una delle esposizioni dedicate al turismo ed al folklore più importanti della Cina. Cinquanta sono state le formazioni partecipanti. Il Gruppo è stato scelto dalla Commissione organizzatrice come unico gruppo proveniente dall’Italia. Le spese, circa 20mila euro, tutte a carico del sodalizio. Nessun intervento pubblico!

Il gruppo “Sicilia Bedda”, fondato nel 1993, ha cercato di far conoscere attraverso lo spettacolo e la musica, le tradizioni popolari della Sicilia antica.

A questo fine si è avvalso, nel tempo, dell’esperienza e della conoscenza di molti anziani del luogo. Si è interessato, seguendo la metodologia di Alberto Favara a tutto ciò che riguarda le tradizioni popolari siciliane, raccogliendo una mole di documenti video-fotografici, testimonianze dei vari momenti di vita lavorativa del passato, quali la mietitura o la “cacciata”, che oggi non usano più per via della meccanizzazione.
 

La ricerca del Gruppo e il materiale acquisito in questi anni ora vengono proposte al pubblico in forma di spettacolo in tutte le piazze italiane e estere. L’aspetto musicale viene curato dal maestro Ciccio Caradonna, mentre quello coreografico viene ideato e seguito da Pippo Grassa, sempre basandosi sull’esperienza trasmessa loro da anziani ancora in grado di dare suggerimenti e idee. Gli strumenti musicali sono quelli tipici del folklore siciliano come il friscalettu, bummulu, maranzanu, tamburo, tamburello, mandolino oltre che di alcuni strumenti che, pur essendo arrivati nella cultura siciliana nell’ultimo secolo, sono ormai parte fondamentale del folklore siciliano stesso, come ad esempio la chitarra, la fisarmonica e il basso acustico.
Dal 1996 il gruppo organizza anche il “Festival Internazionale del Folklore Città di Vita”, che ha visto la partecipazione di tantissimi gruppi esteri.
Come abbiamo detto, ha rappresentato in diversi consessi del folklore internazionale le tradizioni popolari siciliane riscuotendo unanimi apprezzamenti per il lavoro artistico-culturale svolto.

L’ultimo impegno è stato appunto la partecipazione alla 17esima edizione del “Beijing International Tourism Festival” di Pechino. Erano là. Questi nostri giovani di Salemi e di Vita a rappresentare l’Italia! Ignorati dalle cronache perché loro non pensano ai comunicati stampa spocchiosi e spesso autoreferenziali di certe istituzioni e di taluni politici. Questi ragazzi, nella loro spontanea generosità e genuinità, non si sono resi conto di avere calcato le stesse pedane che qualche anno fa furono utilizzati dai campioni dei Giochi Olimpici del 2008. E acclamati come star da un pubblico sideralmente lontano per gusti e atteggiamenti da quelli a cui erano stati sempre abituati. Esibirsi in un pianeta diverso , come lo è la Cina, non è cosa che capita tutti i giorni. A cominciare dagli orari. Spettacoli alle 9, 00 del mattino, ad esempio. In cinque piazze di una Pechino immensa e frenetica, come solo le metropoli sanno esserlo. Distanze tra il palco e il pubblico inimmaginabili. E, poi, spazi infiniti. E masse di popolo attonite che ti guardano come mai nessuno ti ha guardato e ammirato.

E sono stati proprio loro, queste ragazze e questi ragazzi, dal viso pulito e sorridente, a rappresentare l’Italia, gli unici, cantando le melanconiche melodie e danzando i ritmi gioiosi del popolo siciliano. Se questo inestimabile patrimonio culturale non si è disperso del tutto e continuerà ad essere diffuso in tutto il mondo lo dobbiamo a loro. Intanto stanno pensando al prossimo impegno internazionale. “Sicilia Bedda” sarà la star per la Festa della Madonna di Tagliavia il prossimo tre luglio a Toronto, in Canada.

 

Franco Ciro Lo Re