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04/12/2015 06:40:00

A Marsala gli alberi non se la passano bene. Ecco come vengono "decapitati"

 A Marsala, gli alberi non se la passano molto bene. Quando le loro chiome si ingrossano, quando avrebbero bisogno di una spuntatina, e niente più, ecco che succede di più. E vengono praticamente decapitati. Questa non è una città per alberi. Perchè vengono decapitati, vengono cementati nelle radici. Perdono, con i giardinieri del Comune di Marsala, ogni senso di essere, liberamente e naturalmente, alberi. Di avere delle radici libere di poter rendere più stabile la loro presenza al mondo e più sicuro il nostro suolo. Di avere un fogliame in grado di fare la fotosintesi, ma anche di attirare smog e polveri.
L'ultima decapitazione è avvenuta in questi giorni, a Piazza “Inam”, con un albero potato, anzi amputato del tutto tra gli occhi increduli di alcuni cittadini.
Tra questi c'era Guglielmo Lentini, architetto marsalese che ha tentato di bloccare  gli operai del Comune che stavano potando gli alberi.“Ho chiesto perchè stavano potando così, mi è stato risposto che era un ordine del loro superiore e che poi, tanto, l'albero sarebbe ricresciuto. In questa città però non c'è un'idea di verde urbano, una programmazione di questo genere. Ma almeno un po' di rispetto e attenzione nei confronti del verde pubblico. Se non si sa come si fanno le potature allora ci si confronti con gente esperta che sa come si tratta la pianta”. 

E come si tratta la pianta? Di certo non prendendo la sega e tagliando fino al tronco ogni ramo, togliendo le foglie. Non è una cosa molto estetica, e soprattutto funzionale, come ci ha spiegato l'agronomo Antonella Ingianni: “L'albero è utile, oltre alla fotosintesi, in città a trattenere le polveri. A Marsala pensano invece che sia giusto togliere le foglie, la parte più funzionale di un albero per la città. Una potatura di questo tipo non va bene per il verde urbano. E' una tecnica che potrebbe andar bene in agricoltura, potature intense per indurre le piante a produrre più frutti”.
Ma una potatura di questo genere, aggiunge la professoressa Ingianni, “danneggia la città perchè ci toglie la possibilità di avere un ambiente non solo più bello, ma anche più sano. Alla pianta procura l'ingresso di malattie dalle grandi ferite che sono state fatte. Questi tagli faranno spuntare germogli che faranno in modo che l'albero verrà invaso da afidi, che procureranno la melata su cui si insediano dei funghi. Quindi faranno altre potature, che poi faranno morire gli alberi”.

Non è il primo intervento maldestro che viene fatto, quello di mercoledì a Piazza “Pizzo”, a discapito degli alberi. Qualche giorno fa in via Scipione L'Africano a diversi alberi è stata messa una sorta di cravatta, di colletto in cemento.
Si stavano faceno dei lavori di manutenzione nei marciapiedi ma gli operai del Comune di Marsala hanno pensato di stringere gli alberi esistenti con il catrame che ricopriva fin alla base del tronco.
Anche in quel caso intervenne Ingianni. Sarebbe stata, quella dei lavori ai marciapidi di via Scipione l'Africano, una bella occasione per allargare le aiuole. Ma non è andata così. “Invece hanno messo del cemento intorno all'albero, e hanno creato problemi a lui, creando rischio di crollo. Non è neanche bello da vedere, dà un senso di costrizione dell'albero. Se avesero fatto degli interventi senza danneggiare le radici consentendo all'albro di vivere bene sarebbe stato un atto di civiltà”. Eh, la civilà. Non molto consosciuta delle nostre parti. Una città, in cui gli alberi se la passano malissimo.