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09/12/2015 06:30:00

Marsala. La vergogna del bastione scomparso tra i palazzi

 L’espansione edilizia, in città, nel corso degli anni è avvenuta con un tasso di speculazione molto elevato. Senza la cura del territorio e della storia. C’è una parte di città che poggia sul vuoto delle cave di tufo. C’è un’altra parte che ha rosicchiato, centimetro dopo centimetro, quella parte di mare che doveva essere di tutti, invece è diventata di pochi furbi.
C’è poi la città costruita sopra la storia, che ha nascosto nei propri scantinati le testimonianze delle epoche precedenti alla nostra. Reperti tombati sotto i palazzi, nei garage delle palazzine costruite negli anni 70 nel centro storico. Si è nascosto di tutto, da pezzi di strade, a colonne. Roba di piccola taglia, ma comunque importante. Però, per nascondere un bastione, un baluardo di epoca spagnola, ce ne vuole. Ed è l’emblema del genio marsalese, dell’arte di “ammucciare” e privatizzare. E’ il Bastione Sant’Antonio. E’ stato costruito per ordine di Giovanni Pignoso, Capitano d’Armi di Marsala. La sua costruzione fu sospesa per un attacco dei turchi che tentarono di violare le mura della città. La sua realizzazione avvenne grazie alle maestranze dei muratori che completarono l’opera verso il 1555. L’11 novembre 1662 fu distrutto, insieme all’adiacente Convento della Grazia, da un fulmine che colpì un vicino deposito bellico.
Oggi rimane solo una parte del fianco nord est ed è… proprietà privata. Si trova all’interno di un articolo privato di via Edoardo Alagna, ed è abitato.
E’ uno dei quattro bastioni di Marsala, e tutti negli anni 60-70 sono stati praticamente distrutti.. C’è il Baluardo Velasco, che si trova tra le vie Sibilla e Bottino. Tra la fine della Seconda Guerra Mondiale e gli anni ‘60, è scomparso quasi del tutto per dare spazio alla nuova edilizia. Oggi rimane una parte, tra l’altro tenuta male, che si affaccia sulla via Sibilla e vi si accede da via Bottino.
Il Bastione San Francesco è quello più integro. La sua costruzione fu affidata ad Andrea Milazzo il 16 marzo 1551. Fu usata la pietra molto solida estratta dalla contrada Favara. Giunge a noi quasi per intero; aveva annesso l’omonimo Convento demolito nel 1894. Oggi il bastione è parte della Villa Cavallotti.
C’è poi il Bastione San Giacomo, quello che si trova in prossimità del Carcere. Anche questo fu distrutto in parte per dare spazio all’attuale via Edoardo Alagna. E’ stato letteralmente tagliato per costruire un palazzo. C’è un pezzo di fossato che lo circonda oggi.
E poi, appunto, il bastione S. Antonio, che è quello più nascosto. Quello che si trova in un cortile. Tp24 se n’era occupato già tre anni fa. Un bastione nascosto, che ha suscitato l’indignazione dei cittadini. “E’ vergognoso e criminale occultare beni come questo e come tanti altri - dice indignato Antonino Alagna. Bisognerebbe lanciare una petizione per sensibilizzare le autorità competenti per provvedere all’esproprio o al recupero del bene culturale” propone poi il cittadino.
Nell’attesa vi riproponiamo le immagini di com’era il bastione “ieri” e di com’è oggi.