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26/12/2015 06:59:00

Immigrazione, aperto a Trapani il primo "hotspot", per identificazione e assistenza

 Apre i battenti a Trapani il primo «hotspot» d’Italia, ossia il centro di identificazione e di prima assistenza degli immigrati. Lo ha comunicato il premier Matteo Renzi che ha precisato come «il governo tiene fede agli impegni presi». L’hotspot di Trapani avrà sede nel complesso che sorge in contrada Milo, alla periferia del capoluogo, e dove da tempo è in funzione il Cie (Centro di identificazione immigrati) che ospita in maggior parte extracomunitari (attualmente sono circa 120) in attesa di essere rimpatriati, e che adesso stanno via via per essere trasferiti in altre città per consentire l’avvio del nuovo tipo di struttura.
La nuova struttura servirà ad identificare e a dare una prima assistenza agli immigrati che approdano a Trapani. Inizialmente il numero dei migranti che saranno accolti sarà di un centinaio. In virtù della veste giuridica che ha l’hotspot, gli ospiti dopo un paio di giorni saranno trasferiti in quei centri abilitati per le permanenze più o meno lunghe. In ogni caso, l’attivazione del servizio a Milo era atteso da qualche tempo, tant’è che diversi sono stati gli interventi effettuati dal prefetto di Trapani Leopoldo Falco, dal senatore del M5S Maurizio Santangelo e dai sindacati che sino a qualche settimana addietro si erano incontrati con il rappresentante del governo.

L'INCHIESTA. Intanto va avanti l'inchiesta sulla gestione dei centri d'accoglienza in provincia di Trapani. Sviluppi tangibili attraverso la chiusura delle strutture. L'inchiesta viene condotta dalla Procura di Trapani, con il coordinamento del procuratore capo Marcello Viola e dei sostituti Paolo Di Sciuva, Sara Morri ed Andrea Tarondo. Il lavoro è articolato e si è avvalso di un contributo interforze (Squadra Mobile, Corpo Forestale, Guardia di Finanza e Carabinieri).
E' l'indagine nata dai dati raccolti su don Sergio Librizzi, recentemente condannato per abusi sessuali, nell'ambito della Commissione per il riconoscimento dello status di richiedente asilo.
Lì emerse che il prelato gestiva in maniera occulta la cooperativa Badiagrande (attuale gestore del Cie di Milo, un Cas e progetti Sprar) riuscendo perfino a conoscere in anticipo l'arrivo delle «visite ispettive». Il focus è ampio e si allarga per l'intera provincia. Sul punto vige il massimo riserbo, ma è in questo fascicolo che sono confluite le informazioni raccolte su Salemi e altre realtà.

Lo scorso primo dicembre la Polizia ha arrestato 14 persone nell'ambito degli sviluppi delle indagini che lo scorso 10 novembre portarono all'operazione "Golden Circus", che fece luce su un'organizzazione che utilizzava i circhi per regolarizzare decine di immigrati irregolari. In quell'occasione furono 36 le persone finite in manette, tra cui un dipendente regionale. Stavolta in arresto è finita una impiegata dell'Assessorato Regionale Siciliano della Famiglia, delle Politiche Sociali e del Lavoro per la quale è scattata l'accusa di favoreggiamento.

La donna, nello specifico, avrebbe concesso al collega l'utilizzo di una card Poste Pay legata ad un conto su cui transitavano le mazzette. Nei giorni scorsi durante l'interrogatorio lo stesso Gambino aveva ammesso di avere ricevuto denaro per regolarizzare le posizioni di numerosi clandestini. Gli arresti sono stati compiuti nelle province di Trapani, Agrigento, Salerno, Foggia, Lecce, Roma, Pesaro, Milano, Varese e Latina.