Un “comportamento ostile” che influirebbe “negativamente” sulla loro serenità e di conseguenza anche sulla qualità delle loro prestazioni professionali. E’ quanto rimproverano quattordici infermieri del reparto di Medicina interna dell’ospedale “Paolo Borsellino” al primario Francesco Cristiano Raimondo. E parlando di “incompatibilità ambientale e caratteriale tali da ingenerare disorganizzazione e disfunzione sul posto di lavoro”, è scattata la “richiesta urgente di mobilità interna”. Gli infermieri, insomma, chiedono di essere trasferiti in altri reparti del nosocomio. La richiesta è in un documento della Uil fpl inviato ai direttori sanitari di Asp 9 (Antonio Siragusa) e ospedale (Carmela Maria Riggio), nonché ai responsabili di dipartimento e, per conoscenza, anche all’Ispettorato provinciale del lavoro. Nel documento del sindacato si legge che gli infermieri (assistiti anche dall’avvocato Francesco Truglio) “da tempo lamentano pressioni psicologiche all’interno dell’Unità Operativa di appartenenza, che vanno a ledere lo stato di salute degli stessi compromettendo la qualità delle prestazioni sanitarie erogate”. Il trasferimento viene chiesto “al fine di evitare che i pazienti siano vittime di eventi avversi, per i danni o disagi imputabili, anche se in modo involontario (stress psicofisico continuo e persistente), alle cure infermieristiche prestate durante il periodo di degenza (rischio clinico), gli stessi hanno l’obbligo di denunciare, come previsto dal Codice deontologico, tali malcontenti e discrasie”. Fatti sui quali potrebbe anche volgere lo sguardo la locale Procura, che ha già indagato il primario Raimondo per peculato. Al primario, infatti, si contesta di aver intascato denaro per visite mediche “intramoenia”. Avrebbe effettuato visite domiciliari a Palermo senza rendicontare le somme incassate e senza versamento all’Asp. L’indagine è delle sezione di pg della Guardia di finanza della Procura marsalese.