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29/12/2015 10:41:00

Lotta al lavoro nero in provincia di Trapani. Scattano multe per 50 mila euro

I Carabinieri del Nucleo Ispettorato del Lavoro e del Comando Provinciale di Trapani, insieme agli Ispettori del Lavoro civili e su impulso del Direttore Territoriale del Lavoro, nell’ultima settimana hanno intensificato i controlli nel settore del commercio per il contrasto e l’emersione del lavoro nero. I Comandanti delle Stazioni Carabinieri rimangono una risorsa fondamentale per l’implementazione dell’attività di vigilanza dei Carabinieri della Tutela Lavoro e quindi per le Direzioni Territoriali del Lavoro: la loro capillarità permette una visuale del territorio che altrimenti sarebbe demandata soltanto alle denunce sporte dai cittadini, che non sempre si avvicinano e spesso denunciano solo allorché licenziati. Il Job Act ha oggi dato delle possibilità tali di sgravio fiscale, che risulta difficile comprendere ancora chi mantenga il personale in nero o in posizione d’irregolarità: i Carabinieri per la Tutela del Lavoro instancabili continuano nella loro opera di vigilanza.

Anche in questa caso i risultati sono arrivati e sono state controllate 4 aziende , verificate 27 posizioni lavorative: i militari hanno scoperto 4 lavoratori in nero, hanno sospeso 2 attività imprenditoriale, contestavano sanzioni amministrative per complessivi 47.815,00€.
Nel particolare in una azienda commerciale, a S. Vito Lo Capo, venivano sorpresi 2 lavoratori in nero su 2 presenti, per cui scattava la sospensione. In un'altra azienda commerciale, sempre a S. Vito Lo Capo, venivano controllati diversi lavoratori, ma in questo caso tutti in regola coi contratti di settore. Invece in un'azienda commerciale, ad Erice, venivano controllati 2 lavoratori “in nero” su 5 presenti. Anche in questo terzo caso scattava la sospensione dell’attività imprenditoriale, con conseguente oblazione di 500€ in prima istanza e di 1500€ entro 6 mesi per non diventare titolo esecutivo, oltre alla maxi sanzione variante da 1.500 a 36.000€.

L’azione dei militari della Tutela Lavoro insieme agli Ispettori civili è volta a diffondere l’abitudine ad assumere lavoratori in regola e dare loro certezza della loro opera: giusta retribuzione e conseguenti contribuzioni previdenziali. In mancanza di ciò ci sono lavoratori che spesso lavorano per la metà di ciò che dicono di prendere, perché taluni imprenditori gli trattengono parte della retribuzione. Ciò non si sa finché l’interessato non lo denuncia. Tale pratica illecita si chiama “estorsione” secondo il codice penale (art. 629 C.P.), passibile di arresto, fermo di indiziato di delitto o di ordinanza di custodia cautelare, con pena che può andare da cinque a dieci anni. Un domani, non avendo taluni imprenditori versato i contributi, non avranno la pensione che dovrebbero avere, ma scatterà per loro la cosiddetta “pensione sociale” che peserà sulle contribuzioni di coloro che invece contribuiscono regolarmente alle casse dell’INPS: questa pratica diventa un “furto collettivo” perpetrato dall’imprenditore malintenzionato ai danni della cittadinanza che invece pagherà al suo posto. E poi in caso di infortunio, i lavoratori non denunceranno il loro infortunio pur di non perdere un simile “ lavoro” sempre e solo al nero: questo succede spesso in edilizia.
L’attività dei Carabinieri nel settore, tende a interrompere il ciclo vizioso del lavoro nero che include tutta una serie di inadempienze amministrative verso i Comuni, nonché di autorizzazioni allo smaltimento di agenti di lavorazione che non vengono appunto dichiarati come non vengono dichiarati i lavoratori stessi: parliamo di aziende spesso del tutto sconosciute alla Pubblica Amministrazione, sia sotto l’aspetto amministrativo che fiscale.
I controlli proseguiranno intensi nei prossimi giorni con la variazione di luoghi ed orari.