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14/01/2016 06:30:00

Marsala. Il caso Cimiotta arriva a Roma. Il sindaco Di Girolamo alla Commissione Antimafia

 Assume dimensioni nazionali il caso di Vito Cimiotta, il consigliere comunale del Pd di Marsala rinviato a giudizio per voto di scambio.
La prima udienza si terrà l'11 aprile. L'accusa è "promessa di un beneficio per l'ottenimento del voto". Si tratta della legge regionale che ha fatto sparire la definizione di "voto di scambio", ma nella sostanza il concetto è sempre quello.
Cimiotta in questi giorni si è autosospeso dal Gruppo del Partito Democratico in consiglio comunale. Attendeva la notifica del provvedimento prima di fare questo passettino indietro. Decisione che ha generato l’apprezzamento del capogruppo Antonio Vinci, del segretario provinciale del Pd Marco Campagna e del sindaco nonchè segretario comunale Alberto Di Girolamo. E proprio il sindaco sarà sentito in audizione dalla Commissione Parlamentare Antimafia a Palazzo Madama, sede del Senato, sulla vicenda Cimiotta.
Lo ha comunicato ieri il senatore del Movimento 5 Stello Vincenzo Santangelo: La lotta alle mafie è un impegno fondamentale e senza montare strumentalizzazioni, bisogna far chiarezza sul territorio nazionale e su tutte le amministrazioni locali dove si contano indagati, rinviati o già citati in giudizio e senza contare gli uomini piazzati nelle partecipate e nelle aziende.
L'ufficio di presidenza della Commissione Antimafia ha reso noto che non farà sconti a nessuno tanto chè ha comunicato che audirà molti sindaci di comuni che presentano criticità simili a quelli rilevati a Quarto.
Tra questi quindi anche Di Girolamo che ha sempre dichiarato “fiducia nella magistratura” e certezza che Cimiotta possa chiarire la sua posizione.
Per i 5 Stelle invece l’auto sospensione dal gruppo Pd di Cimiotta non basta. Hanno chiesto in questi giorni le dimissioni da consigliere comunale per il l’esponente Pd che è anche presidente della commissione Bilancio a Sala delle Lapidi.
Certo è che il caso Quarto, quello dei voti della camorra che sarebbero andati al movimento 5 stelle secondo alcune intercettazioni, quello che ha portato il Pd a chiedere il ritiro della patente di legalità massima ai grillini, porta un po’ delle sue scorie anche a Marsala.

L’indagine, coordinata direttamente dal procuratore uscente Alberto Di Pisa, è stata svolta dalla sezione di pg della Guardia di finanza della Procura marsalese. Dall’inchiesta è emerso che Cimiotta, poco prima delle recenti elezioni amministrative, avrebbe promesso un posto di lavoro nel bar dell’ospedale “Paolo Borsellino” a due disoccupati locali in cambio di voti per se e anche per il candidato sindaco Alberto Di Girolamo. Così avrebbero raccontato i due disoccupati agli inquirenti, che avrebbero raccolto anche altri riscontri oggettivi e testimoniali. Il sindaco Di Girolamo, comunque, sarebbe stato all’oscuro di tutto e per questo non è stato indagato. Nell’ambito dell’indagine su Cimiotta, che fu eletto con 587 preferenze (settimo dei consiglieri del Pd a Palazzo VII Aprile) sarebbe, inoltre, emerso un pericoloso legame con la società “Vivenda spa” di Roma, vincitrice dell’appalto indetto dall’Asp per la gestione del bar/punto ristoro dell’ospedale di Marsala (per altro, recentemente chiuso per “certificazione inizio attività incompleta”). La “Vivenda”, infatti, fa parte del Gruppo “La Cascina” di Roma, venuto alla ribalta in quanto oggetto di un’interdittiva antimafia da parte del Prefetto di Roma, Gabrielli, che ha deciso il commissariamento della rete di tali società cooperative in quanto quattro manager del Gruppo sono stati coinvolti nel secondo capitolo dell’indagine “Mafia Capitale”. Per questo motivo, per l’origine dell’indagine e i collegamenti con “Mafia Capitale”, sarebbe quindi stato deciso di sentire il sindaco Di Girolamo.