Il boss mafioso Matteo Messina Denaro, latitante da 23 anni, è il mandante delle stragi di Capaci e via D'Amelio del 1992 costate la vita ai giudici Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, alla moglie di Falcone Francesca Morvillo e agli agenti di scorta. Lo sostiene il gip di Caltanissetta, che ha emesso un'ordinanza di custodia cautelare nei confronti del boss.
L'ordinanza è stata affidata dalla Dda di Caltanissetta alla Dia per l'esecuzione. Il provvedimento cautelare segue le ordinanze emesse tra 2012 ed 2013 dallo stesso ufficio gip nei confronti di vari appartenenti a Cosa Nostra ritenuti responsabili delle stragi del 1992.
Il ruolo di Matteo Messina Denaro come mandante degli attentati emerge dai racconti di più collaboratori che, negli anni, hanno ricostruito quanto accaduto prima delle stragi. Hanno raccontato, ad esempio, che il latitante trapanese reggeva Cosa nostra della sua provincia al posto del padre e che avrebbe preso parte, a settembre del 1991, al summit mafioso di Castelvetrano in cui sarebbe stato pianificato il progetto di assassinare Falcone. Alla riunione c'erano anche boss come Totò Riina, lo stesso Sinacori, e Giuseppe Graviano. Il latitante avrebbe poi progettato l'assassinio di Borsellino fin da quando questi era procuratore di Marsala.