Il consigliere comunale Girolamo Fazio, affida ad una lunga dichiarazione la sua replica a quanto affermato dal sindaco Damiano e ribadisce che il rimborso della Regione è quasi integrale: «Un decreto di finanziamento non è un assegno scoperto. Il sindaco Damiano dovrebbe ben sapere che il decreto di finanziamento riporta all'art. 2 la chiara dizione: “è concesso il finanziamento... nel contempo è assunto sul capitolo 876019 del Bilancio della Regione Siciliana – Esercizio Finanziario 2015 l'impegno della somma di € 702.708,29”. Nero su bianco. Basta che il sindaco faccia verificare la successiva registrazione alla Corte dei Conti. Il riferimento al patto di stabilità vuol dire, tradotto da burocratichese, che il Comune di Trapani avrà la somma se non con l'esercizio 2015, certamente con l'esercizio 2016. La Regione Siciliana, pur con tutti i grandi e noti limiti operativi, non è la salumeria presso cui si possa aprire un conto di debiti e di crediti. Sa bene Damiano che ci sono precise vie giurisdizionali per fare valere i propri diritti e le proprie ragioni e queste vanno perseguite nelle sedi opportune. Se ci sono sentenze che riscontrano crediti in favore del Comune di Trapani che le faccia valere, invece di chiedere ausili a destra e a manca».
«Il risultato raggiunto – ricorda Fazio – è frutto di una sinergia con il Consiglio Comunale dell'epoca. Non una scommessa, ma una previsione frutto di esperienza amministrativa e di intuito. Se egli non è in grado di “scommettere”, come feci io, questo conferma solo ciò che dico da tempo: non è un buon amministratore ed è un incapace. Riguardo alle frazioni che dimostri quello che ha fatto la sua amministrazione piuttosto che tentare di dimostrare ciò che io non avrei fatto da sindaco. Dove sono gli interventi per le frazioni da lui garantiti in campagna elettorale? Non mi si dica che non si sono potuti fare perché non c'erano i soldi impegnati per piazza Martiri D' Ungheria. Mentre la mia amministrazione recupera finanziamenti, anche delle passate amministrazioni, il sindaco Damiano li perde, come ad esempio quelli del pattinodromo, giusto per citare un esempio calzante». «Per altro – prosegue il capogruppo di Uniti per il futuro – il sindaco Damiano non si è neppure letto il decreto: il finanziamento, non è parziale, ma quasi integrale. Infatti i lavori risultano aggiudicati per 574.261,19 euro al netto del ribasso d'asta del 22% comprensivi di 18.531 euro di oneri di sicurezza. Poi vi sono altri 144mila euro circa di “Somme a disposizione dell'ente appaltante” per iva, spese per il bando di gara, oneri di discarica, spese per il RUP, progettazione e per sistemazione a verde. Totale circa 715 mila euro. Tanto è costato l'intervento: 715mila euro e non un milione come Damiano ha infondatamente affermato per giustificare la falsità di un recupero parziale. La Regione ne rimborsa 702.708,29 al netto dei lavori di sistemazione a verde, introdotti nel quadro economico rimodulato, con perizia di variante dalla attuale amministrazione con delibera n 111 del 26 ottobre 2015 ed ammontanti a 12.705 euro. I numeri ed il decreto parlano chiaro». «Infine – conclude Fazio – sulla qualità dei lavori e sulla funzionalità della rotonda, mi si può forse rimproverare di non essere un esperto di viabilità e di avere scarse cognizioni ingegneristiche ma ribadisco: non ho avuto la possibilità di intervenire, poiché non ero più sindaco all'epoca in cui i difetti si dimostrarono palesi. Ma li ho denunciati da consigliere comunale e ripetutamente, chiedendo anche l'intervento della amministrazione perché fossero accertate eventuali responsabilità. Certo è che sono trascorsi tre anni di abbandono della piazza, prima che qualcuno ne osservasse anche le criticità nella esecuzione e nei materiali. E comunque “altre più funzionali soluzioni, forse meno appariscenti e ridondanti” come dice il sindaco Damiano, non potevano essere praticate se si voleva puntare all'acquisizione di un finanziamento nell'ambito del POR FESR 2007-2013 che richiedeva esplicitamente un progetto di “riqualificazione urbanistica”. Se così non fosse stato il progetto non sarebbe mai entrato in graduatorie e, per usare ancora le parole del sindaco Damiano, alla Regione non avrebbero neppure accettato la “scommessa” del comune di Trapani».
****
Porto di Trapani. Fazio presenta una interpellanza al Presidente della Regione - Il capogruppo del Gruppo Misto all'ARS, Girolamo Fazio, è firmatario di una interpellanza parlamentare perché il presidente della Regione, Rosario Crocetta, esprima un parere negativo all'accorpamento del porto di Trapani nella l'Autorità Portuale di Sistema del Mare di Sicilia occidentale che fa capo al porto di Palermo.
Si tratta di una determinazione normativa contenuta nel decreto legislativo di riforma della legge 84/94 sui porti che è stato varato il 20 gennaio scorso dal Consiglio dei Ministri su proposta del Ministero per la semplificazione e la pubblica amministrazione e del Ministero per le infrastrutture.
Fazio, riprendendo, istanze e documenti che sono giunti dalle forze sociali ed economiche contrarie alla subordinazione della operatività del porto di Trapani ad interessi economici estranei al territorio trapanese, invita il Governo Regionale a tutelare gli interessi del Porto e della città di Trapani presso il Governo nazionale «perché il porto di Trapani sia escluso dalle indicazioni contenute nel decreto delegato e perché sia dato un nuovo ordinamento ai porti classificati di interesse nazionale (qual è quello di Trapani)».
Fazio ritiene si possa ancora intervenire e nell'atto ispettivo rileva che «il Governo, secondo consolidata prassi, benché ciò non sia espressamente previsto dalla Costituzione, prima di approvare definitivamente un decreto delegato, ne sottopone lo schema alle Commissioni parlamentari competenti sulla materia, e ne accoglie eventualmente i pareri e le osservazioni». Infatti il deputato trapanese chiede al Presidente della Regione di «sostenere tutte le iniziative politiche conseguenti, anche presso le Commissioni parlamentari competenti sulla materia perché tra i pareri e le osservazioni siano poste le questioni mosse dagli operatori portuali ed economici nell'interesse generale della città di Trapani, ed affinché il porto del capoluogo mantenga la sua autonomia gestionale dalla Autorità Portuale di Palermo e rimanga affidato alle competenze della Capitaneria di porto di Trapani».
Infine il deputato trapanese chiede di sapere dal presidente della Regione «se lo schema del decreto legislativo che prevede l'accorpamento del porto di Trapani a quello di Palermo sia stato mai prefigurato ad uffici, organismi o rappresentanti politici della Regione Siciliana da parte del Ministero per le infrastrutture o del Ministero per la semplificazione e la pubblica amministrazione, direttamente o per tramite del Comitato per la Portualità e la Logistica».