Tommaso Lentini, architetto, memoria della lunga storia del Monumento ai Mille di Marsala. Perchè fece parte del gruppo di lavoro che progettò quello che doveva essere il monumento celebrativo dello Sbarco di Garibaldi a Marsala, con l'architetto Emanuele Mongiovì. Il Monumento è stato cominciato negli anni 80', venne Craxi a posare la prima pietra. Poi è stato bloccato perchè abusivi, e lasciato abbandonato per anni. Da qualche anno sono ripresi i lavori, ma quello che si sta terminando non è il progetto originale. Non è un monumento, noi lo chiamiamo “surrogato” al monumento ai Mille. L'11 maggio verrà inaugurato dal sindaco Alberto Di Girolamo, che ha deciso di completarlo con i soldi distribuiti dalla Provincia come ristoro dei danni della guerra in Libia nel 2011. Architetto Lentini, quello però non è il suo monumento. Ci sarà un info point, una terrazza sul mare, ma non è un monumento...
Una baracca, direi.
Anche Vittorio Sgarbi ha stroncato questa costruzione.
E centinaia di condivisioni e parole negative nei confronti del surrogato. Io mi unisco alle critiche.
Perchè architetto Lentini non le piace il surrogato al monumento ai Mille?
Non si doveva continuare il monumento così come era stato lasciato. Invece è stato detto di continuare, ma coprendolo senza aumentare il volume. Menti “eccelse” hanno deciso questo. Il monumento di Mongiovì esprimeva qualcosa di concreto, di gradevole.
Mongiovì aveva immaginato le due navi, Piemonte e Lombardo, che si univano. Con le vele a formare il numero mille,
Il simbolismo era eccezionale. Oggi invece quello che rimane sono solo i piedi di quello che doveva essere. E' una cascata di cemento.
E' rimasta la base.
E nemmeno tutta. Quello che si sta facendo nasce da un concorso di idee fatto all'epoca dell'amministrazione Carini.
Architetto, in molti in città rimpiangono Carini. Anche lei?
E' un amico. Ma tra quelli che ci sono stati un po' prima e un po' dopo, forse è tra i migliori.
In quel concorso di idee c'erano diversi progetti.
C'era un progetto che vedeva completata la base, con il completamento della piazza, e sulla quale sarebbe stata innalzata una forma di prua di nave in acciaio. Una cosa che non faceva volume e che col vento di scirocco avrebbe suonato. Sarebbe stata una cosa molto bella, invece hanno scelto la cosa più piatta. Poi la questione economica ha fatto la sua parte pure.
Come sarà questo surrogato al monumento?
Non ha nessuna geometria, non è rimasto niente. E' un peschereccio con l'albero, che è sproporzionato. Le due pale di corten sulle quali lateralmente ci sono i nomi dei garibaldini sono messe lì e sono un pugno nell'occhio. Almeno rimaneva quella base piatta, ma queste due altre cose che si alzano non stanno bene. E' insufficiente.
Intanto il sindaco lo inaugurerà l'11 maggio.
Spero che Alberto Di Girolamo non lo chiamerà mai monumento. Perchè monumento significa un'opera architettonica, una struttura, una scultura, che abbia valore dal punto di vista estetico e compositivo. Questi sono i piedi del monumento. Non può essere né ora né mai essere considerato un monumento. Aveva ragione Mongiovì perchè ha detto che se non si fosse realizzato il suo progetto, tutte le altre cose, le modifiche, sarebbero state cose oscene, come in effetti sono diventate. Lui si era riferito, negli anni 60, ad un progettista portoghese che ha realizzato sulla foce del fiume Tago il monumento celebrativo degli esploratori. Quello se lo sono pagati in un paio d'anni, perchè c'è la terrazza e si paga per visitare. Quello di Mongiovì è rimasto una acca, una pista per l'atterraggio di elicotteri.
Bisogna dire che in questo paese di opere incompiute ce ne sono molte, e vedere un'opera compiuta è già una cosa. Anche se non è quella attesa.
Ce ne sono molte di opere incompiute a Marsala. C'è palazzo Grignani, Palazzo Fici, San Giovannello, l'Itriella, il macello comunale.
Non è che questa opera serve a prendere atto che i marsalesi hanno definitivamente rinunciato alla bellezza?
Forse sì. Chi si è messo ad elaborare questo progetto, con questa acca, magari si riferiva ad “Help”, aiutateci. Abbiamo perduto ogni capacità di fare architettura. Questa non è bellezza, è un monumento alla schifezza. La grande schifezza potremmo chiamarla.
Poi il sindaco si arrabbia. Dopo tutti i soldi che ci sono stati spesi.
Devo dire però che i soldi stanziati non furono né 6 né 8 miliardi come qualcuno ha detto. Fu di un miliardo 200 milioni di vecchie lire. Io ho fatto la contabilità, e siamo riusciti ad entrare in quella cifra.
Il completamento è costato di più.
Sui 700 mila euro.
Che le diceva Mongiovì in quel periodo?
Che se non si realizzava per come era il progetto sarebbe restato “un pupo”.
Ha capito cosa ci faranno dentro?
Fanno l'infopoint.
Originariamente ci doveva andare il museo.
Qualcuno diceva di portare qualche cimelio lì.
Ci sarà lei l'11 maggio?
Io forse guarderò da fuori. L'ultima cosa che hanno fatto è stato mettere gli impianti di climatizzazione addossandoli alle pareti laterali, una vera baracca. Veramente vergognose.
Lo possiamo chiamare "la grande pochezza".
Ottimo. Basta che non lo si chiami monumento. Questa è una pietra malconcia caduta in vicinanza della costa. Spero che non faccia fare più brutti pensieri a quelli che verranno...