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27/05/2016 06:30:00

Salemi. Rete colabrodo, crisi idrica infinita

Un servizio idrico sempre più precario quello di Salemi con una erogazione inferiore alla media provinciale.

Un acquedotto ridotto ad un colabrodo, secondo una definizione ormai stereotipata, ma che dà l’esatta radiografia dello stato fatiscente in cui si trova.

Personalmente ne ho individuate diverse decine di queste “falle” attraverso cui fuoriesce il prezioso liquido sperdendosi nelle cunette e allagando le strade.

Mentre paradossalmente l’acqua non arriva a domicilio dei cittadini, i rubinetti rimangono asciutti, e la gente è costretta pagare fino a 50 euro per un’autobotte.

Una situazione divenuta ormai intollerabile. Uno stato perenne emergenziale che, oltre a non assicurare un servizio pubblico degno di una società civile, alla lunga finisce per divenire dispendiosa e improduttiva per le casse comunali.

Già. Perché, è bene saperlo, l’Ente Acquedotto Siciliano, non ha un centesimo in cassa. Giusto i soldi per assicurare gli stipendi al personale.

Per il resto, è l’Amministrazione Comunale a mettere mano al portafoglio. Persino la macchina utilizzata dal signor Salvatore Caradonna per recarsi nei luoghi dove deve effettuare le manovre o eliminare qualche perdita è del Comune.

A proposito di questi interventi, il consigliere di opposizione Giuseppe Loiacono ci ha fatto pervenire un nota in cui esprime “enorme stupore” dopo avere letto su “Castelvetrano news” la notizia con la quale “veniva vantata la paternità della sistemazione della perdita di acqua in cda Ulmi”.  “Parlo di stupore” – ha precisato il consigliere- “perché chiunque abbia seguito la vicenda sa perfettamente come l'amministrazione nulla abbia a che vedere con detta riparazioneTutto è avvenuto dieci giorni fa, in totale autonomia e nella qualità di consigliere comunale di minoranza, di concerto con il Sig. Salvatore Caradonna istruttore direttivo dipendente dell’Eas. Siamo riusciti ad individuare la causa di tanto spreco all’interno di una struttura in disuso dell’Eas che si trova a monte della perdita, successivamente è stato un gioco da ragazzi per l'instancabile Salvatore Caradonna rattoppare il tubo. Di certo si tratta di un intervento provvisorio che va rivisto al più presto ma sta di fatto che a distanza di giorni l'intervento sembra aver sortito l'effetto desiderato.”

Un episodio che mette in risalto la buona volontà di un consigliere comunale, ma che in ogni caso, è illuminante della precarietà della situazione. E’ abbastanza ovvio che non si può affidare a interventi volontaristici ed estemporanei per una problematica così importante come la questione idrica.

La situazione è così drammatica che se rattoppi da un lato, subito dopo si apre un ennesimo caso da fronteggiare.

Come quello, ad esempio, che rende la vita difficile agli abitanti della frazione di campagna Filci/Castagna.

Da più di due mesi non ricevono una goccia d’acqua nelle proprie abitazioni.

Una situazione divenuta ormai insostenibile e intollerabile. E non siamo ancora nel periodo estivo, quando nella zona si riversano numerosi villeggianti.

Come fu nell’estate scorsa. In quel periodo la gente del luogo fu costretta a ricorrere alle autobotti private per far fronte alle primarie necessità quotidiane.

Un aggravio di spesa che i cittadini non sono disposti più a sostenere. Un carico d’acqua viene a costare anche fino a 50 euro. La distribuzione idrica, già precaria in tempi normali come quelli di ora, in cui non viene garantita secondo i canoni di un vivere civile, immaginiamoci cosa succederà nei prossimi mesi più caldi e più affollati di utenti.

La causa è senz’altro dovuta al pessimo stato manutentivo della pompa dell’acqua collocata presso il pozzo che sorge nella stessa contrada. Una pompa ormai obsoleta che non riesce più ad assolvere alla sua funzione.

Se l’acqua non viene immessa nelle vasche di decantazione della zona non può poi arrivare regolarmente e nei tempi stabiliti nelle case.

Sullo stato allarmante delle cose ha preso posizione l’Associazione Codici da qualche mese operante anche a Salemi. “L’attuale situazione di disagio vissuta dagli utenti e.a.s. di C.da Filci/Castagna non è più tollerabile, per tale motivo - scrive l’Avv. Roberto Rapallo segretario territoriale dell’Associazione - l’associazione che rappresento ha provveduto alla formale diffida dell’e.a.s, assegnando alla stessa un termine entro il quale intervenire attraverso celeri ed opportuni interventi manutentivi”. L’azione non si ferma qui. Vorrebbero sollecitare un intervento da parte dell’Amministrazione comunale. “A tal proposito,- continua Rapallo- “ riteniamo che sia auspicabile un intervento sostitutivo da parte del Comune di Salemi qualora l’inerzia dell’e.a.s. si protragga ancora e renda più gravosa la situazione già difficile che stanno vivendo gli abitanti di C.da Filci/Castagna, mentre l’Associazione sta valutando anche l’opportunità di adire la competente autorità giudiziaria, al fine di fare chiarezza sui responsabili di una penosa vicenda lesiva del diritto fondamentale dei cittadini all’utilizzo di un bene vitale come l’acqua”.

Il sindaco Domenico Venuti, da noi interpellato, ci ha dichiarato di avere già incontrato il commissario dell'EAS a cui ha ribadito le condizioni insostenibili della gestione del servizio idrico a Salemi.

In due anni” – ha sottolineato- “abbiamo speso in loro sostituzione circa 150.000 euro per la manutenzione di una rete che è un colabrodo, inoltre continuiamo a fornire l'automobile ed il carburante per svolgere un servizio che rimane scadente”. Ho avviato un tavolo permanente che auspico ci consentirà di riprendere in carico la rete nel 2017 ed affrancarci definitivamente dall'EAS, oramai al collasso.”

Una strana coincidenza, faccio notare. Perché non pensarci prima, chiedo.

L’ incontro l’ho chiesto da più di un mese, era programmato da tempo”, mi precisa, e poi aggiunge “Intanto abbiamo trovato un'intesa di massima per la riattivazione del pozzo di Polizo e il commissario ha firmato l'autorizzazione, dopo più di quindici giorni di solleciti, a procedere alla sostituzione della pompa del pozzo di Filci Bagnitelli, fornendoci il modello esatto.”

Quanto dovranno attendere gli abitanti di Filci?

Attiveremo immediatamente la procedura d'urgenza per la sostituzione tempestiva che consentirà il rientro dei disagi subiti dai cittadini. Inutile dire che non toccherebbe al comune occuparsi del servizio idrico, ma, nonostante le sterili speculazioni di qualche idraulico provetto, continueremo a farlo nei limiti delle nostre possibilità ed anche oltre".

L’allusione, fin troppo evidente, surriscalda la polemica, a dispetto dell’elemento acqua che di solito serve per spegnere e non per alimentare focolai.

 

Franco Ciro Lo Re