È morto Tommaso. Non era un clochard, Tommy era un barbone nella sua accezione più vera, viveva a Marsala da oltre dieci anni, faceva parte della comunità. La sua vita randagia era la patria che aveva scelto, dopo aver lasciato la Germania per motivi non molto chiari. Non era uno stinco di santo, ma chi lo è, ditemi. Avevo deciso di non scrivere della sua morte, pensavo sarebbe stato più delicato non raccontare questa storia che mi ha vista coinvolta in prima persona molti anni fa. Poi è arrivata la sollecitazione, forse aspettavo solo un piccolo input. Ogni settimana parlo di storie, di libri, ebbene, stavolta la storia la racconto io.
Sarà difficile non cadere nella retorica, ma voglio provarci lo stesso. Non farò una cronistoria dettagliata, citerò alcuni frame, quelli che ho rivissuto dopo aver appreso della sua morte. È a terra seduto su una copertina, una per lui, una per i suoi animali. Non chiede soldi, dispensa sorrisi e buonumore. È a casa mia a capodanno con tutta la mia famiglia, tutto vestito di bianco e pulito come un damerino. È disperato, lo hanno appena sfrattato dal bagno pubblico di Porticella, sono i giorni della merla. È con me dentro la stanza dell’assessore alle politiche sociali, rifiuta la possibilità di andare a dormire alla Caritas se la condizione è quella di lasciare i suoi animali. È protagonista di un servizio televisivo su Rai3, una storia incredibile di solidarietà, ci sono anch’io, ma anche tanti altri volontari che si sono adoperati per cercare una nuova casa a Tommy. Verrà ospitato da Antonio, posteggiatore abusivo che vive in un tugurio senza luce e senza acqua. Conosco per la prima volta il volto della miseria. Nel giro di pochi giorni la casa viene risistemata grazie alla generosità del titolare di un’agenzia immobiliare: elettricisti, antennisti, tubisti e muratori, tutti volontari. La convivenza dura poco, Tommy è un po’ permaloso se qualcuno mostra insofferenza per i suoi animali. Mi chiamano dal commissariato, divento il punto di riferimento delle forze dell’ordine ogni volta che succede qualcosa a Tommaso, cerco di spiegare che proverò a parlare con Tommy per calmarlo. Tommy torna randagio, preferisce stare da solo, o forse è la sola condizione possibile per lui. Si arrangia in vari posti diroccati, lo vedo più raramente, ma ogni volta è una festa, mi chiede sempre come sto, ed è uno dei pochi che ascolta anche la mia risposta. Ciao Tommy, in un mondo giusto ora tu dovresti stare un po’ meglio. Niente libri questa settimana, solo questa storia che non arriverà mai in libreria, come tante altre storie che non hanno un mercato.
Katia Regina