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21/06/2016 07:00:00

Marsala. Processo per truffa e falso all’amministratore della Sicilfert, cambia il giudice

 Avviato davanti al giudice Matteo Giacalone, proseguirà davanti al giudice Iole Moricca il processo per truffa e falso al 33enne marsalese Pietro Foderà, amministratore della Sicilfert. L’imputato è accusato di avere “barato” sul peso dei rifiuti (organico) conferiti dai mezzi dell’Aimeri per conto dell’Ato Tp1. Fatti sui quali il 16 prossimo settembre riferirà il commissario capo dei vigili urbani Vincenzo Menfi, che ha svolto l’indagine. Tra i diversi Comune costituitisi parte civile, c’è anche Marsala, rappresentato dall’avvocato Luigi Cassata, che lo scorso chiese e ottenne dal giudice Giacalone di citare la Sicilfert come “responsabile civile”. Gli altri Comuni parte civile sono Erice, Valderice, Paceco, Alcamo, Custonaci, Calatafimi, Castellammare del Golfo. A far scattare l’inchiesta, nel febbraio 2014, fu un esposto anonimo arrivato a Vincenzo Menfi. Una lettera in cui si denunciavano scorrettezze nella pesatura dei rifiuti da trasformare in fertilizzanti per l’agricoltura. Seguirono, perciò, una perquisizione dell’impianto di compostaggio (a fine aprile 2014) e il sequestro delle carte relative alla pesatura dei rifiuti e delle attrezzature utilizzate per pesare i rifiuti arrivati con gli autocompattatori. Le bilance non erano truccate, ma è emerso che il peso lordo dei mezzi che trasportavano i rifiuti veniva memorizzato nel sistema e poi richiamato utilizzando il relativo numero identificativo, sostituendo, però, in diversi casi, il peso del mezzo in uscita con quello di un altro mezzo meno pesante. Con una “tara” minore, quindi, secondo l’accusa, il peso netto dei rifiuti in entrata risultava maggiore di quello reale. Sarebbe stato così alterato lo scontrino rilasciato agli autisti, sul quale era indicato un peso netto maggiore rispetto a quello effettivamente trasportato. E siccome la Sicilfert viene pagata a peso, gli incassi dell’azienda sarebbero stati superiori a quelli dovuti. I Comuni, e di conseguenza i cittadini, avrebbero pagato per una quantità superiore di rifiuti organici rispetto a quelli realmente conferiti. Nel corso dell’indagine, sono stati, inoltre, ascoltati autisti ed effettuati controlli a campione sulle pesature. A difendere Pietro Foderà, figlio di Michele Foderà, il fondatore della Sicilfert, è l’avvocato Diego Tranchida.